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"...E di conseguenza si conoscono. Harry? Harry! Mi stai ascoltando?" La voce acuta di Miss Hemingway perforò i timpani del riccio, che non la stava ascoltando. I suoi discorsi erano noiosi e la sua voce era insopportabile. Harry si era perso nei suoi pensieri, che da un po' di giorni ruotavano attorno al ragazzo dagli occhi blu che aveva cercato di flirtare con lui.

Harry alzò gli occhi al cielo. "Sì, Jess..." rispose senza guardarla.
"Bugiardo!" Esclamò, "Dimmi di cosa stavo parlando!"
"Di due... che hai visto insieme..." fece Harry rimanendo vago, portandosi poi una mano sulla fronte fingendo di avere mal di testa.
"Ti senti bene?" Chiese subito la ragazza. Harry scosse la testa lentamente. In realtà stava bene, l'unica cosa che voleva era che quella ragazza lo lasciasse in pace.

"Vuoi andare a stenderti?" Harry non se lo fece ripetere due volte, annuì e si alzò. Uscì dalla stanza degli ospiti dove dormiva Jess, ma invece di andare verso la propria camera, girò per l'uscita.
La casa dove Harry abitava era davvero enorme. Ci erano voluti almeno dieci anni al riccio per smettere di perdersi tra i corridoi.

Harry prese il proprio cappotto dall'appendino nell'ingresso ed uscì.
Stavolta sapeva dove fosse diretto: al muretto dove aveva visto Louis, con la speranza di rivederlo. Non voleva far finta che non fosse successo niente, voleva conoscerlo. Quel ragazzo l'aveva incuriosito. La cosa che Harry sperava di più con tutto sè stesso, era che il ragazzo non lo avesse preso in giro, per puro divertimento. Sembrava come se l'avesse fatto per intrattenere i suoi amici.

Mentre Harry camminava velocemente verso il punto in cui aveva incontrato Louis, il rombo di molteplici motori gli arrivò all'orecchio. Un po' stranito, Harry si girò a vedere da dove preovenisse: c'era un gruppo di ragazzi in sella a delle moto -che secondo Harry costavano più della sua esistenza- che andava verso di lui.
Uno di loro si fermò accanto ad Harry, e si tolse il casco, rivelando il ciuffo blu ed il sorriso imperfetto. Harry li riconobbe subito e quasi sorrise, perchè... eccolo!

"Chi si rivede!" Esclamò Louis, mentre faceva segno ai suoi amici di allontanarsi. Rimasto solo con Louis, Harry sentì l'ansia prendere possesso del suo corpo, partendo dallo stomaco.
"Ciao" riuscì a sussurrare. Louis allungò una mano dietro di sè, toccando il sedile: "Ti va di fare un giretto, Styles?" Chiese ad Harry, porgendogli il casco che aveva in mano.
Il riccio era un po' titubante quando prese il casco in mano. Era pesante, constatò sorpreso. Poi annuì, anche se un po' indeciso. "E tu...?" Disse, riferendosi al casco.
"Non ne ho altri, usalo tu quello" spiegò Louis, mentre il riccio si allacciava il casco sotto il mento; "Non rischio la vita, vero?"
"Questo non te lo assicuro" rispose Louis, quando sentì Harry salire sulla moto, dietro di lui, "Ma devi assaporare il rischio se vuoi divertirti. Non ti godi i bei momenti pensando a come finiranno."

Harry sorrise stringendo le braccia attorno al bacino del liscio, che intanto aveva poggiato le mani sul manubrio. Louis l'aveva stupito con quella frase, con il suo modo di vedere le cose. E adesso, Harry aveva ancora più voglia di andare 'alla scoperta' di quel ragazzo. La sua, gli sembrava una realtà con cui non era mai venuto a contatto, e non vedeva l'ora di poterlo fare.

Louis alzò il piede da terra e lo mise sulla moto, per poi farla partire a tutta velocità. Harry si strinse ancora di più a lui, e sentì la sua risata. Si sentì a disagio sentendolo ridere, e pensò che stesse ridendo per la sua reazione, per questo era ancora più imbarazzato.
"Paura, piccolo?" Fece Louis con un piccolo sorriso ed il vento che gli scompigliava i capelli. Harry non fu moplto sorpreso dal nomignolo, aveva capito che tipo di ragazzo era Louis.
"Certo che no!" Mentì Harry, portandosi una mano alla parte anteriore del casco. L'aveva allacciato male, sicuramente, per questo ora tendeva a cadere.

Sentiva il vento sbattere sulla sua pelle e penetrargli le ossa, il cuore andare a mille contro la schiena di Louis, i brividi sulla schiena e l'adrenalina nelle vene. Una sensazione che non aveva mai provato prima. Louis stava andando velocissimo, scansando le auto con facilità. Harry smise di aver paura e si sentì piuttosto al sicuro con Louis, come se potesse fidarsi di lui, come se lo conoscesse da una vita.
Rise quando il liscio rallentò all'improvviso per far passare una macchina a cui stava andando contro, per poi riaccellerare, con tanto di un sentito "Grandissimo figlio di troiaa!"
"Louuu!" Lo riprese ridendo, la mano stretta sulla sua maglietta fine che copriva l'addome.
"Lou?" Ridacchiò il liscio.
"Non ti piace?" Chiese Harry, ridacchiando con lui. Louis annuì, "No no, fa pure!" Gli disse, facendolo sorridere.

Louis girò mezza Londra, fino a tornare nelle periferie, più precisamente davanti ad una casa un po' sfatta.
Una casa un po' sfatta sì, ma sembrava un ambiente accogliente anche solo dall'esterno. Da una finestra penetrava la luce fioca di una lampadina ed un ombra, sembrava di una bambina, date le codine sulla testa.
Louis parcheggiò nel vialetto, ed Harry dedusse che doveva essere casa sua. Il liscio scese. "Vieni, vieni" gli disse, facendogli segno con la mano di entrare con lui. Aprì la porta con la chiave con Harry al suo seguito, dicendo: "Scusami per il dis-" ma si interruppe quando ai due si parò davanti la figura di un uomo, con la barba incolta ed una maglia larga, alto ma magrissimo. Con una birra in mano.

Louis mise una mano sul petto di Harry e lo allontanò dall'entrata, uscendo con lui e chiudendosi la porta alle spalle. "Emh..." fece, cercando le parole. Harry rimase sia stranito che deluso, avrebbe voluto che Louis lo facesse entrare. Poteva essere definito un ficcanaso, ma non credeva di esserlo, perchè la sua non era curiosità per i fatti di Louis, ma curiosità per il suo modo di vivere. Non era ficcanaseria. La cosa lo affascinava, in un certo qual modo.

"Qualcosa non va?" Chiese il riccio, un sopracciglio alzato.
"No... ma... scusami, adesso devo salutarti. Ci... vediamo?" Disse Louis, un po' dispiaciuto.
"Oh... okay" sussurrò Harry, abbassando lo sguardo. Fece per andarsene, ma la voce del ragazzo lo fermò.
"Ti va di darmi il tuo numero?". Harry sorrise e si rigirò verso di lui, allungando la mano. Louis ricambiò il suo sorriso e gli porse il proprio telefono. Harry lo sentì piccolo nelle sue mani, ma non ci fece caso, e salvò il proprio numero sul telefono del liscio, come "Harry :)".

"Grazie" disse Louis riprendendo il telefono. "Per il numero?" Chiese Harry.

"Anche per non esserti fermato alle apparenze." Ed entrò.

Opposites Attract {L.S.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora