Capitolo 1

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L'ho incontrato al confine tra il mio territorio e quello dei Rinflugh. Era bellissimo. Ai miei occhi lo sarebbe sempre sembrato. Lui mi ha visto come io ho visto Lui. Sapeva dopo un solo sguardo che io ero la sua compagna: sono riuscita a leggerlo nei suoi occhi scuri. Erano così profondi. Vi ho letto dentro qualcos'altro di ugualmente oscuro. Stava combattendo una battaglia interiore e sapevo incoscientemente che ne sarebbe uscito sconfitto. È stato così che mi ha rifiutato e mi ha rinnegata senza neanche conoscermi. Ho sempre voluto dare la colpa ai miei occhi verdi: mi hanno sempre portato dove non volevo andare. Sono un'Alpha senza rispetto e come tale ho gli occhi più verdi delle chiome degli alberi, una traccia permanente che avrebbe contrassegnato per sempre la mia vita e la mia rovina. Ho le fattezze del più misero degli Omega, ma la forza e l'astuzia degna di un capo branco.
Sono orribile. È tutto ciò che sono riuscita a ripetere nella mia mente e cominciavo a credere che anche Lui pensasse lo stesso. Volevo attaccarmi alla possibilità di poter essere il centro di un piccolo mondo per qualcuno, ma sarebbe stato troppo facile. Ho inspirato lentamente ed espirato profondamente. Volevo saltare quei giochi di sguardi e capire il perché di tanta esitazione. Avevo sempre sentito di compagni che non potevano stare distanti per più di qualche decimo di centimetro dopo il primo incontro. Sentivo quella stessa forza su di me e non sapevo come riusciva a resistere a quell'istinto primario.
Ha fatto un passo verso di me ed io l'ho imitato. Ha cominciato a farmi paura e non era normale. Non volevo avere paura, non con lui al mio fianco. Avrei fatto di tutto per far arrivare un sorriso su quel viso che in poco tempo avrei amato. Speravo che lui avrebbe fatto lo stesso.
Un altro passo per lui e uno per me. Un sorriso cominciava ad aprirsi sul mio viso: credevo di avergli fatto cambiare idea. Lui mi osservava con curiosità, ma non osava ricambiare il mio gesto. Sono caduta così in basso era un altro pensiero che si era aggiunto lentamente al precedente.
Altri passi si sono aggiunti ai precedenti e il mio cuore batteva all'impazzata. Non sapevo se sarei riuscita a sopravvivere da sola a tutte quelle emozioni. Sapevo solo che avrei fatto di tutto per lui, anche morire se fosse stato necessario.
Un ultimo passo e una sua profonda inspirazione. Le mie orecchie drizzarono sull'attenti: non avrei mai voluto perdere una sola delle parole che avrebbe detto.
<Io, David Josha Michtmarr, rifiuto te, come mia compagna>. Si aspettava che dicessi lo stesso, svincolandolo dalle mie catene, ma non avrei mai pronunciato parola. Una linea immaginaria si era creata tra di noi. Sapevo che tutto da quel momento sarebbe diventato vano. Tutto senza di lui mi sarebbe sembrato inutile da quell'istante in avanti. Io stessa lo ero. L'ho guardato per un'ultima volta, poi mi sono girata. Sapevo che dalle macerie di quel legame stroncato sul nascere, sarebbe cresciuto un muro, poi una fortezza e nessuno mai più l'avrebbe potuta attraversare. Camminavo consapevole di ciò che mi sono lasciata alle spalle, ma all'oscuro di quello che avrei trovato sulla mia strada. E con ogni passo mi allontanavo di più da lui e il mio cuore si incrinava sempre di più.

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