Capitolo 2

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Sono passati novant'anni da quella notte, ma non ho mai smesso di pensare a lui, come avrei potuto d'altronde. Il suo ricordo mi perseguita e la sua figura è impressa a fondo dentro di me. Ma non ho più molto tempo per pensarci: ultimamente le cose sono cambiate e si sono riaperte le ostilità con i branchi dell'ovest. Prevedevo ciò da tempo e da quando ho cominciato a riunire gli Omega sotto la mia ala, ho sempre un modus operandi per ogni situazione. Le cose si sono fatte serie alla morte della compagna dell'Alpha Noerth. Credo sia stato un mercenario al soldo di una sua banda rivale.

Mi aspettavo una crepa da un momento all'altro: la pace durava ininterrotta da molto tempo. Una dichiarazione di belligeranza è stata la bandierina che ha fatto drizzare le orecchie ed è per questo che un piano d'azione è sempre molto utile in casi come questi. Anche uno di fuga lo è, ma ne ricorro solo se non ci sono altre opzioni: ho sempre un piano B e, spesso, mi capita di averne anche uno C. Ho sempre avuto la speranza di non arrivare mai a tanto. Una speranza che si è spesso rivelata in passato vana. Ma è da tanto tempo che non succede qualcosa e sono un po' arrugginita: non voglio lasciare niente al caso.

Mi sto preparando per andare alla Conferenza e decidere la tattica migliore in questo caso delicato. Una rimpatriata così non avveniva da quasi cento anni e me lo ricordo bene: in quella occasione è stato festeggiato il mio ingresso in società: quindici anni e per i licantropi sei un adulto, quando in realtà hai appena cominciato a capire il tuo posto nel mondo. Per me era stato un traguardo tanto atteso e mi sono accorta solo più tardi che quel giorno ha segnato la fine della mia spensieratezza.

Un busso alla porta mi distrae dai miei pensieri. Il fantasma di mio padre si sovrappone alla figura muscolosa di Matt: Beta e amico più fidato. Questi entra e mi rivolge un cenno della testa in segno di rispetto, un gesto sempre ben accetto. Ad un mio cenno del capo, comincia a fare il riepilogo della situazione. Dobbiamo essere pronti al peggio e son decisa di fermare tutto sul nascere.

Spero che tutti sappiano che questa non sarà un battaglia indolore: qualcuno morirà a causa delle nostre decisioni, dobbiamo solo decidere se sarà del nostro o del loro schieramento. È passato così tanto tempo da quando credevo che si potesse vincere senza vittime e senza sangue. A volte rimpiango quei giorni.

Con un profondo respiro, prendo Matt sotto braccio e usciamo dalla mia stanza. Anche se la casa branco non è molto grande, è capiente: riesce, infatti a soddisfare tutte le nostre esigenze. A passo calmo ci dirigiamo verso l'aula Magna, dove so che sono già tutti riuniti.

Parlottii mi accolgono, ma, dopo il mio ingresso, il silenzio regna sovrano. Scruto la sala con sguardo severo, intimando rispetto ed educazione. Siamo più di trenta Alpha con un seguito di altrettanti beta: ognuno di loro ha un carattere forte e, se stiamo dietro al loro orgoglio, non arriveremo da nessuna parte. Devono sapere che abbiamo bisogno di far fronte comune contro la minaccia che dovremo affrontare.

<Grazie per essere arrivati fin qui con così poco preavviso>. Con queste parole gentili do inizio alla riunione. Mi siedo a capotavola e gli altri seguono il mio esempio.

<Come ben sapete, il branco Noerth ha avanzato guerra contro Ragiful> non sarei così preoccupata, se non fosse che il territorio del primo è grande quanto metà dell'Europa. <E di conseguenza a tutti i suoi alleati>. Porto gli occhi attraverso l'intera stanza, incrociando gli occhi della maggior parte dei presenti.

<Abbiamo bisogno di stare dalla stessa parte e di agire come un corpo unico> continuo, cercando di stabilire i pali portanti per la nostra strategia. Poi facciamo qualcosa che non succedeva da fin troppo tempo: collaborare. Definiamo cosa fare in caso di attacco di un branco, piuttosto che di un altro e ci troviamo tutti d'accordo sull'alzare le difese intorno e dentro i territori, aumentando i turni di guardia e creando delle via di fuga sicure per i più deboli del branco.

Facciamo molti passi avanti anche sul piano d'attacco. Non sono l'unica che si è già messa avanti per i periodi di crisi: Alpha Danniccutut, che io ho sempre soprannominato Alpha D, ha posto una sentinella nei territori di Noerth. So che la nostra spia sarà parte integrante del piano e riesco ad ottenere i suoi contatti. Mi prometto d'incontrarlo, fisicamente o non, entro la fine della settimana.

A quel punto della serata mi lascio sfuggire un sorriso, consapevole di essere arrivata a buon punto. Poi alzo il calice in aria, facendo tornare il silenzio nella stanza. Poco a poco, tutti si uniscono a me e, dopo aver incrociato gli occhi di tutti e leggendoci dentro certezza, bevo grandi sorsate di vino. Segno così la fine della riunione e l'inizio della cena.

Il piccolo banchetto che abbiamo allestito nell'aula Magna va alla grande: tutti gli ospiti conversano amabilmente e a proprio agio.
Verso la fine della serata, sento un leggero dolore allo stomaco. Questo mi succede solo in due casi e, visto che mi è arrivato il ciclo da poco, la seconda opzione si fa spazio tra i miei pensieri. Raddrizzo immediatamente la schiena, colpita nel mio orgoglio di donna, per poi alzarmi da tavola e annunciare il mio ritiro in camera. Ricevo un cenno da tutti e, appena esco dalla porta, continuano a fare come se non avessi aperto bocca.

Una mano calda circonda il mio polso: sapevo che lui non ci sarebbe cascato. Mi giro, trovandomi il viso preoccupato di Matt a cui rispondo con un sorriso tirato. Senza che io dica una parola, capisce quello che sta accadendo. È sempre stato così con lui ed è stato per questo motivo che l'ho scelto come mio consigliere, oltre che amico. Indico con gli occhi il mio polso ancora intrappolato e lo prego silenziosamente di lasciarlo andare. Mi conosce bene e sa come opero in questi casi: non voglio che nessuno sia lì a guardare. Mi guarda per un'altra manciata di secondi, per poi lasciarmi andare. Do le spalle ai suoi occhi lucidi e pieni d'angoscia e salgo le scale per dirigermi nelle mie stanze.

Nell'esatto momento in cui mi sdraio sul letto, il dolore diventa più forte: se prima era una leggera fitta alla bocca dello stomaco, ora è come se l'intero organo avesse preso fuoco. Per esperienza, però, so che questo non è niente rispetto a quello che verrà. Prendo un cuscino e me lo metto sotto la pancia, per poi abbracciarlo con una gamba. Con un altro sotto la testa, le lacrime deviano il loro tragitto prima di arrivare a contatto con il materasso.

Stringo maggiormente le lenzuola tra le mani e il dolore si propaga fino al cuore. Mi crogiolo nel lieve pensiero di non essere l'unica a soffrire in momenti come questo. Lui avrebbe provato ogni singola mia emozione unita ai sensi di colpa. Il suo lupo è contro di lui e so che non mollerà la presa dolorosa sulla sua anima, finché non tornerà da me. Non comprendo le sue azioni, visto che sa cosa succede quando mi tradisce. So che i miei ultimi pensieri sono infondati: mi ha rinnegata e non sono la sua compagna. Ma in fondo al cuore riesco ancora a scorgere il filo sottile che mi collega a lui. Spero soltanto che non sia frutto della mia immaginazione.

Stringo forte la lingua tra i denti per lo stesso motivo per cui sono qui da sola: questo è il mio momento di debolezza, mio è di nessun altro. Pochi sanno di lui e ancor meno le persone che sanno che cosa è accaduto quella notte. Riesco facilmente a immaginare di essere il suo piccolo sporco segreto. Non ho mai voluto questo. Le lacrime cominciano a scendere capiose e non impiegano molto per inzuppare il cuscino, ma non me ne preoccupo. Domani sarà un altro giorno e questo vuoto sarà sostituito da un altro e poi da un altro ancora per tutti i dì a venire, ma l'immagine di lui nella mia mente è impressa a fuoco.
Vedrai gli dico sarò felice anche senza di te.

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