Capitolo 4

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Sono al centro dell'Arena e tutta l'attenzione è concentrata su di me. Cerco di guardare tutti i lupi che si sono presentati oggi per svolgere un ruolo di primaria importanza. Sono tantissimi, ma solo una decina di loro ha superato inconsciamente la prima prova. Negli altri due spogliatoi si è svolta una scena simile e, anche lì, ci sono stati dei validi lupi. Non me ne sorprendo, ho sempre saputo di guidare uomini e donne giuste.

<Signore, Signori>, se possibile il silenzio diventa ancora più profondo <e cuccioli, questa mattina si è svolta la prima prova> comincio a spiegare, per poi scusarmi per aver fatto tutto ciò senza annunciare niente, ma tutto quello che il branco vuole sapere è chi rimasto ancora in gara. Una mia piccola parte vorrebbe accontentarli immediatamente, ma ora che ho la loro attenzione, voglio far ricordare le origini di questo branco.

<Lealtà, Fiducia> sono parole che rimbombano nello stadio.

<Tutti per uno, non s'indugia > è la loro pronta risposta e con l'eco di queste parole, annuncio tutti quelli che hanno portato avanti il giuramento che hanno insegnato loro fin dalla tenera età. È stato mio padre ad inventarlo dopo la fondazione del branco. Mi ha raccontato molte volte dei suoi genitori e di come sono stati cacciati dalla loro casa ingiustamente: il nonno era un uomo dominante e aveva molta influenza sui lupi e ciò non andava bene all'Alpha di quel momento. Guardando i fatti con un occhio neutrale, riesco quasi a comprendere la scelta di allontanarlo dal suo territorio, quasi. Ma trovo discutibile farlo sotto mentite spoglie così da non perdere il favore popolare. Mio nonno è stato accusato dell'omicidio di una giovane lupa e di conseguenza di tradimento. Tutti gli hanno voltato le spalle e lui ha fatto lo stesso e se n'è andato. È durante il suo viaggio senza meta che ha incontrato la sua anima gemella e, insieme a lei, ha deciso di ricominciare da capo, creando lui stesso un branco dove nessuno potesse sentirsi sminuito.
È con questi pensieri che prendo un foglietto ripiegato più volte dalla tasca ed elenco una ventina di nomi.
<Tutti quelli che non ho nominato, sono pregati di abbandonare il campo, grazie.>
Tutti fanno come dico. A volte mi sembra strano e sbagliato: fino ad un centinaio di anni prima, eravamo pochi contro il mondo. In poco tempo la pista si è svuotata drasticamente. So che è il momento dello svolgersi della seconda prova. Matt, nel suo ultimo giorno in carica, mi si avvicina e mi porge dei plichi di fogli. Ne consegno uno ciascuno e mi raccomando di non sbirciare e, soprattutto, di non copiare.

<Questa è la vostra prossima prova. Avete due ore per completarla a partire da ora. Che gli astri siano a vostro favore.>

All'interno ci sono domande di cultura generale, vecchi resoconti da rimettere in ordine e problemi del branco a cui devono trovare la soluzione migliore. Credo che si aspettassero qualcosa di diverso, ma sono anche questi i compiti che deve saper svolgere un Beta. Non abbiamo portato banchi e sedie e, molto probabilmente, non sono nella posizione più comoda per portarlo a termine: non avranno sempre il tempo di mettersi comodi e questo è un modo per rendere più realistica la prova. Dopo la prima ora, gli spettatori hanno iniziato a parlare tra loro da un pezzo e ciò non aiuta i ragazzi che cominciano a sentire la stanchezza. Intimo inutilmente il silenzio e, per poco, fanno come dico, ma è solo la mezz'ora successiva che una penna smette di scrivere: è quella di Mike. Lo guardo in modo scettico controllare le ultime risposte per poi consegnarmi i fogli scribacchiati. Li accetto con un cenno della testa e, appena torna a sedersi sul pavimento a fissare il vuoto, comincio a leggere.

Brillante è la prima parola che mi viene in mente per descrivere quello che ho davanti. Divento sempre più sorpresa ogni secondo che passa e, appena finisco, passo l'esame a Matt. Vedo susseguirsi sul suo viso le stesse fasi che ho passato io: disinteressamento, perplessità, stupore, interesse e apprezzamento. Ci guardiamo negli occhi e leggo che il ragazzo ha centrato il bersaglio anche questa volta.

Il tempo restante passa lentamente. Mi sembra una farsa far continuare a testare questi giovani, quando so che un solo lupo ha attirato la mia attenzione. Ma manca solo un'ultima prova: capacità fisiche. Allo scadere dei minuti il branco comincia con il conto alla rovescia, non facendo guadagnare ai lupi nemmeno un secondo di troppo. Così, alla fine delle due ore, ho tutti i compiti in mano. Me ne aspettano altrettante per correggerli. Faccio sosta in cucina per prepararmi un panino da portarmi dietro e correggo i vari compiti tra un morso e l'altro, cercando di finire il più presto possibile. Guardando fuori dalla finestra, mi accorgo che il sole è nel suo punto più alto: è arrivato finalmente il momento.

Ore 14.30 Tendone coperto Mando questo messaggio a Matt e ai vincitori della seconda fase. La lista riaggiornata in poco tempo si è dimezzata. So che li sto mettendo a dura prova, ma devo sapere di avere al mio fianco dei lupi che possano essere al mio fianco contro ogni mia difficoltà. Al mio arrivo sono già tutti al loro posto e mi scappa quasi un sorriso. Leggo perplessità nei loro occhi, probabilmente causata da questo incontro senza lo sguardo di tutto il branco. Ci sediamo sul pavimento sporco e li osservo con più attenzione. Non a caso ho scelto questo posto: messi in cerchio e alla stessa altezza, voglio ricordare loro che sono stata eletta dalla Dea per guidarli e non per comandarli. È sempre stato il mio unico obbiettivo. Le occhiate che ricevo indietro, però cominciano a farsi perplesse e le parole escono dalle mie labbra animate da vita propria in risposta.

<Quello che avrete sulle vostre spalle, sarà un dovere a cui dovrete rispondere giorno e notte. Il lavoro diventerà parte di voi e non potrete tirarvi indietro agli obblighi. L'intera comunità farà appoggio su di voi, come lo farà io stessa. È difficile, lo so, ma da una grossa soddisfazione andare a letto, sapendo di aver fatto un buon lavoro.>

Detto questo la domanda che alleggia in aria è solo una: Sarò in grado di farcela?

Non vorrei ricevere una risposta negativa dopo aver visto tutto quel potenziale inespresso dentro di loro. Ma quando torno a guardarli in faccia, non vedo più quei dubbi prima assillanti, sostituiti da sguardi sicuri. Non aspetto un secondo ad alzarmi in piedi, pulirmi i pantaloni dalla polvere e dirigermi all'Arena. Il sorriso che ho represso fino ad ora, campeggia trionfante. In meno di due minuti di camminata veloce, siamo di nuovo al centro dell'arena, pronti per la prova fisica.

Il pubblico li acclama ed io esco di scena, dando il via alle danze.

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