"Ei tu, cosa ci fai qui sopra?"
Una voce interruppe bruscamente i pensieri della ragazza che si voltò pronta a saltare addosso a chiunque avesse osato salire nel suo posto segreto. Sì, inconsciamente la ragazza aveva fatto suo il tetto della scuola, le era sempre piaciuto stare in alto e il senso di libertà e sicurezza che solo qui riusciva a provare le avevano fatto credere che questo luogo potesse essere la sua bolla personale.
Ma ciò era stata solo un'illusione: chiunque sarebbe potuto sempre salire qui e chiunque avrebbe avuto diritto di starci, anche se effettivamente il regolamento scolastico lo vietava.
"E tu?" Chiese di rimando Black che non aveva la minima intenzione di essere cordiale con quell'usurpatore di luoghi.
"Un giro." Rispose vago il ragazzo che le stava di fronte.
"Molto spiritoso davvero ma ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta valida."
L'espressione del ragazzo mutò rapidamente a quelle parole facendosi ombrosa: " e sentiamo chi saresti tu per esigere qualcosa da me? Hai la minima idea di chi io sia?"
" Certo, qualcuno che sta per diventare donna" disse Black mentre un sorrisino astuto e sadico si faceva strada sul suo volto seguito a ruota da un calcio ben assestato nelle parti basse del ragazzo.
Quello cadde al suolo tenendosi una mano sul punto colpito e guardando con uno sguardo di misto odio, stupore e dolore la ragazza che si era permessa di fare tanto.
"Ora sai di cosa sono capace, non intrometterti nella mia vita, chiaro?" Sussurrò Black all'orecchio del ragazzo ancora accucciato a causa del dolore.
Detto ciò girò i tacchi e tornò all'interno dell'edificio scolastico, non per restarci ma solo per raggiungere l'uscita e recuperare la sua amata moto con cui andarsene.
Uscita da scuola, saltò immediatamente in sella e partí come un razzo in una direzione qualsiasi. Non aveva una meta precisa, l'unica cosa che le interessava era l'aria fresca che le sferzava il volto e le toglieva i pensieri dalla testa. L'adrenalina provocata dalla velocità era come una droga o come una medicina per Black: più veloce andava meno pensava e questo era un bene, non pensare a volte è profondamente liberatorio.
Dopo alcuni giri decise di tornare a casa, quella sera doveva gareggiare e per farlo aveva bisogno di riposo.
Arrivata davanti al portone di casa, mentre estraeva da una tasca le chiavi, il telefono cominció a suonare insistentemente e, dopo varie imprecazioni, rispose senza nemmeno leggere il nome sul display. Non appena lo avvicinò all'orecchio fu però costretta ad allontanarlo: una voce femminile ben conosciuta stava sbraitando insulti e altre parole ben poco carine.
La ragazza aveva lasciato Maya a scuola e non l'aveva nemmeno avvisata del fatto che se ne sarebbe andata. Black cominció a sussurrare velocemente e quasi incomprensibilmente delle scuse che l'amica accolse subito per poi salutarla e attaccare.
Finita la conversazione la ragazza entrò finalmente in casa e, proprio mentre stava per chiudere la porta, uno scarpone nero la bloccò.
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VERSO IL NULLA
General FictionATTENZIONE: CONTENUTI SENSIBILI Non è una storia da cui prendere ispirazione L'adolescenza di oggi è sempre più colpita da problemi come autolesionismo, anoressia, bulimia o depressione. Storia di una ragazza incompresa.