Scrotology 4: Racconti Incompiuti

Atto Secondo: Quella vacanza a Napoli

AVEVO 19 ANNI.
ERA IL VIAGGIO DELLA MATURITA', E LA DESTINAZIONE CHE AVEVAMO SCELTO, CON I MIEI AMICI DEL LICEO, ERA NAPOLI.
LA CITTA' CAMPANA ERA, NELLA NOSTRA IMMAGINAZIONE DI ADOLESCENTI, UN REGNO INESPLORATO DI ALCOOL, SESSO FACILE E SPIAGGE DORATE, IL TUTTO CONDITO DA QUEL RETROGUSTO DI CAMORRA CHE RENDE LE COSE PIU' PICCANTI.
MA NELLA MIA MENTE LE IMMAGINI DELLE NAPOLETANE SEMINUDE CHE DANZAVANO ALLA LUCE DELLA LUNA ERANO SOVRASTATE DAL VOLTO DI LEI: PIZZA, LA RAGAZZA DELLA TERZA FILA; PIZZA, SEMPRE GENTILE E AGGRAZIATA; PIZZA, DOLCE BENZINA SUL FUOCO DEI MIEI PIPPACCHIONI.
MENTRE L'AEREO SI AVVICINAVA A DESTINAZIONE, E TUTTI TENEVANO GLI OCCHI INCOLLATI AI FINESTRINI, IO LANCIAVO IL MIO SGUARDO TIMIDO VERSO DI LEI, E IL MIO CERVELLO VAGLIAVA MILLE DIVERSI MODI DI APPROCCIARLA, VALUTANDO PRO E CONTRO DI CIASCUNO, OGNI POTENZIALE DOMANDA E RISPOSTA, OGNI POSSIBILE EVENTUALITA'. QUESTA ERA LA MIA OCCASIONE. NON POTEVO BRUCIARMELA.
AVEVAMO AFFITTATO ALCUNI PICCOLI BUNGALOW SULLA SPIAGGIA. ERA QUASI L'ORA DEL TRAMONTO, E MI STAVO PETTINANDO CON UNA CURA SENZA PRECEDENTI. AVEVO COMPRATO UN MAZZO DI ROSE SGARGIANTI, E QUELLA SERA SAREI ANDATO DA LEI.
UN RUTTO DIETRO DI ME INTERRUPPE I MIEI PREPARATIVI: "SMAUG PORCA TROIA. LE DONNE NON VOGLIONO LE ROSE. VOGLIONO IL CAZZO."
"HA PARLATO L'ESPERTO."
"CERTO", REPLICO' YURI, "LE DONNE APPREZZANO LE COSE CHE SI METTONO NELLA FIGA, NON QUELLE CHE SI METTONO NEI VASI."
SORRISI.
"GRAZIE. SO CHE STAI CERCANDO DI AIUTARMI. MA PER STAVOLTA LASCIA CHE FACCIA LE COSE A MODO MIO".
USCII E MI AVVIAI COL CUORE A MILLE VERSO IL BUNGALOW DI PIZZA.
PASSAI LESTO DI FIANCO ALLA SUA FINESTRA, E CON LA CODA DELL'OCCHIO NOTAI QUALCOSA CHE SUL MOMENTO NON RIUSCII AD ELABORARE.
BUSSAI ALLA PORTA.
NESSUNA RISPOSTA.
E ALLORA ME NE RESI CONTO. TORNAI INDIETRO, E DALLA FINESTRA VIDI L'EMPIO SPETTACOLO: PIZZA, NELLA POSIZIONE DEL BASSOTTO, STANTUFFATA CON FOGA ATLETICA DA QUELLO STRONZO DI YURI, CHE PERALTRO MI STAVA CORDIALMENTE SUL CAZZO.
LASCIAI CADERE IL MAZZO DI ROSE E MI MISI A CORRERE.
I MIEI PROGETTI SI ERANO DISINTEGRATI IN UN ISTANTE, COME CASTELLI DI CARTE. MI SENTIVO VUOTO E DISORIENTATO.
CONTINUAI A CORRERE PER ALMENO MEZZ'ORA, FINCHE' NON FUI LONTANO DA TUTTO E DA TUTTI, POI MI FERMAI ESAUSTO.
MI SEDETTI SULLA SPIAGGIA E CON LE LACRIME AGLI OCCHI FISSAI L'ORIZZONTE: IL SOLE STAVA COMINCIANDO A IMMERGERSI NEL MARE, E IL CIELO SI STAVA TINGENDO DI ROSSO.
SENTII UNA MANO SULLA SPALLA: "CA' SUCCEDE, GUAGLIU'?"
MI GIRAI DI SCATTO: IL BEL VISO GLABRO, LA CAMICETTA SBOTTONATA E GLI INCONFONDIBILI OCCHIALI DA SOLE NON LASCIAVANO DUBBI.
MI ASCIUGAI LE LACRIME: "PROFESSOR SANTORO!"
"SMAUGGHì, PERCHE' PIANGI? QUI A NAPULE C'E' NU' VIECCHIO DETTO: QUANN NU' OMM PIANGE, E' COLPA E' NA FEMMENA O DELL'IRPEF."
"TEMO SI TRATTI DEL PRIMO CASO, PROFESSORE."
  SANTORO SI SEDETTE DI FIANCO A ME.
"LASCIAMI INDOVINARE: TENE NU' ALTR OMM..."

GUARDAI IN BASSO, ANNUENDO.

"PENSAVI CA' ERA TUTTA PPE TE, E MO' TE SENTI CA' NUN AIE CCHIU' NU' SCOPO INT'A' VITA"
ALZAI LO SGUARDO VERSO SANTORO. SEMBRAVA CHE IL VECCHIO SOCIOLOGO AVESSE LA CAPACITA' DI SCRUTARE NEL PROFONDO DELLA MIA ANIMA.
" NUN TE PREOCCUPARE, SMAUG, E' CAPITATO A TUTTI. PUR'IO A' TOJA ETA' ERO PIENO E' DUBBI, E' INSICUREZZE. ME SENTIVO INADEGUATO E ODIAVO ME STESSO, E ODIAVO DIO PPE AVERMI CREATO."
 SANTORO PRESE AD ACCAREZZARSI IL VISO. I SUOI OCCHI FISSAVANO NEL PASSATO.
"POI TUTTO CAMBIO', GUAGLIU'. VENNE A' SOCIOLOGIA, VENNE SCROTOLOGY. IMPARAI A DISTINGUERE E' COSE IMPORTANTI RA CHELLE CA' NUN O' SONG."
ESTRASSE DUE BABA' DALLA TASCA E ME NE PORSE UNO.
"TIENI SMAUG, ASSAGGIA NU' POCO RO SAPORE E' NAPULE."
MISI IN BOCCA IL BABA', E UN GUSTO ANTICO MI PERVASE LA GOLA. E ALL'IMPROVVISO, BENCHE' FOSSI DALL'ALTRA PARTE D'ITALIA, MI SENTII A CASA. QUELLO ERA LO STESSO SAPORE DI QUANDO, DA PICCOLO A DELLO, COSTRUIVO LA CASA SULL'ALBERO INSIEME AI MIEI AMICI, LO STESSO SAPORE DELLE CAREZZE DI MIA NONNA, LO STESSO SAPORE DEL CORTILE DIETRO CASA.
"MANGIALO ACCUSSI', BRAVO SMAUG... ECCO, VEDI? SONG CHESTE E' COSE IMPORTANTI, E' COSE BELLE RA' VITA: NU' BABA' 'NCOPPA SPIAGGIA, NA' BRISCOLA CU E' AMICI , O' PROFUMO DEI TORTELLINI IN BRODO, AGE OF EMPIRES II HD... CO' TIEMP IMPARERAI A RICONOSCERLE. E IMPARERAI CA' A' VITA E' N'AUTOSTRADA E' POSSIBILITA'. NUN C'E' MAJE NA' FINE. SI PUO' SEMPE RICOMINCIARE RA CAPO. MO' TE PARE E' PRECIPITARE INTO VUOTO SMAUG, MA AIA' SAPE' CA' C'E' SEMPE NU' APPIGLIO ."
MI MISE LA MANO SU UNA COSCIA.
LO GUARDAI CON GLI OCCHI LUCIDI.
"GRAZIE, PROFESSORE."
"E' NIENTE SMAUG. E' NIENTE."
"MI CHIEDEVO SOLO UNA COSA, PROFESSORE: PERCHE' IL SUO NAPOLETANO E' COSI' STRANO?"
"MIA MADRE ERA DI LOGRATO."
  SANTORO AVVICINO' IL VOLTO AL MIO: MENTRE LA SUA MANO SCORREVA SULLA MIA COSCIA, SENTII LA PELLE DURA STRISCIARMI SUL VISO. AVEVA QUALCOSA DI ARTIFICIALE.
MI TIRAI INDIETRO, E LA STRAPPAI.
IL MONDO, PER UN ISTANTE, SMISE DI GIRARE: STRAPPATA LA MASCHERA, L'EMPIO ORRORE DEL VOLTO DI ALESSANDRO PARISI MI FISSAVA PIENO DI RABBIA E FRUSTRAZIONE.
IL VILE MI SI AVVENTO' ADDOSSO CON FEROCIA. MI PRESE ALLA GOLA. E TESE UNA MANO VERSO I MIEI GENITALI.
RIUSCII A BLOCCARLA, MA SENTIVO I SUOI ARTIGLI SFIORARMI IL COSTUME DA BAGNO.
ALESSANDRO, CON LA BAVA ALLA BOCCA, MI GRACCHIO' IN FACCIA: "DI' LE TUE PREGHIERE SMAUG. SONO PIU' FORTE DI TE."
STAVO PER CEDERE. CHIUSI GLI OCCHI E MI PREPARAI ALLA FINE.
POI SENTII UNO SPARO NELL'ARIA.
QUANDO RIAPRII GLI OCCHI, VIDI ALESSANDRO CHE VOLTEGGIAVA NELLA SUA FORMA DI GARGOYLE VERSO LA LUNA CAMPANA. "ÒGNE SCARRAFONE E' BBELLO 'A MAMMA SOIA, SMAUG".
YURI, CON LA PISTOLA ANCORA FUMANTE, MI AIUTO' A RIALZARMI.
"BEH VEDO CHE DA SCOPARE COMUNQUE AVEVI TROVATO."
"AHAHAHAH, VERO?"
POI SI FECE SERIO, E ABBASSO' LO SGUARDO:
"MI DISPIACE PER PIZZA, SMAUG."
"A ME NO. NON MI DISPIACE AFFATTO, YURI. TI VOGLIO BENE."
LO ABBRACCIAI.
"ANCHE IO, SMAUG. ANCHE IO."