1. Colori

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Mi trovo qui.
È uno spazio tutto bianco. Tutto nero. Non so, forse colorato. Non lo so, non lo so. Lasciatemi stare.
Cos'è?
Sento qualcosa. Provo troppe cose. È questo? Sono tutte queste emozioni?
Oh, non lo so.
So solo che lei è bellissima. Dovreste vederla per capire. Quel profumo. Quel dannato profumo. E i capelli. No, no, le labbra... Dio, dovreste solo vederla. Capireste allora.
Pazzo? C'è chi mi ha detto che sono pazzo. Tu, l'hai pensato? Perché la gente pensa che io sia pazzo?
Oh, allora non statemi a sentire. Se pensate che io sia pazzo, lasciatemi marcire qui. In questo spazio. Bianco. No, nero. Tutto colorato. Con tutti questi rumori. Ah no, sono melodie.

Cos'è, uno scherzo?
Ora mi alzo e vado via. Nessuno capisce. Non sapete com'è lei. Non lo sapete.

Basta.

Basta, oh Dio, smettetela.

Mi chiamo x. Non è importante il mio nome. Sono innamorato da circa un giorno. O forse sono nove anni ormai. Lei è bellissima, ma questo lo sapete già. Si chiama Alice. Ci siamo conosciuti a scuola, eravamo nella stessa classe. Potrei dirvi che era la classica ragazza bellissima e popolare, oppure quella timida e introversa. Ma Alice non è così. Alice è semplicemente Alice. Ha il suo mondo, sapete com'è. Non ci puoi fare niente se mentre parli non ti ascolta. Non ci puoi fare niente se si ferma in mezzo alla strada solamente perché ha sentito quel determinato profumo che le ricorda l'infanzia. Alice è così. Un giorno sorride e il giorno dopo sparisce. La chiami, la cerchi, ma nulla. Puoi pure andare a casa sua, ma lei non apre.
Ha aperto una sola volta. Ha aperto sia la porta che il cuore. Ad Alice non piacerebbe questa frase, troppo sdolcinata. Ma è la verità. Ha aperto. Aveva appena finito di piangere: occhi rossi, occhiaie. "Cos'è successo?", le ho chiesto.
Ha chiuso la porta.
Due secondi dopo era già aperta. "Entra." Era un ordine. Sono entrato e l'ho abbracciata. Mi ha stretto forte, come per dirmi che non me ne sarei mai dovuto andare. E chi se ne va?
Alice è sparita un'altra volta. Quando sono stato a casa sua, lei non c'era. I suoi genitori la lasciavano sempre a casa da sola, ormai aveva 18 anni. Due giorni dopo si è presentata a casa mia con una chiavetta USB. "Dove sei stata?", le ho detto arrabbiato.
"Guarda che belle foto ho fatto ieri." Ha cominciato a mostrarmi le foto che aveva fatto in un prato. Era entusiasta.
Oh, avete capito com'è? È naturale pensare che io sia pazzo, lei mi fa impazzire.

Ci sposiamo, io e Alice. Che spazio è questo? È uno scherzo?

Oh, Dio, ora sono pronto. Fatela entrare, voglio vedere mia moglie con l'abito bianco.

Manicomio (degli innamorati)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora