Capitolo 3

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"Poi ti abitui sai... al caffè con poco zucchero a non mettere troppo sale a non guardare l'orologio ad avere più pazienza alla gente che non saluta all'indifferenza a stare più da sola a vivere alla giornata a credere di più in te e non aspettarti niente dagli altri.Ti abitui a tutto. Anche alle mancanze, alle delusioni alle mazzate al cuore come a un lutto. Dentro ti abitui" alzo la testa quando sento uno sguardo puntato su di me, infatti appena la alzo incontro gli occhi del prof che mi guarda, i suoi occhi vorrebbero scrutarmi dentro, vorrebbe capire cosa mi sta portando alla distruzione "bella riflessione, ma noi non ci abituiamo mai a niente,vogliamo far credere a noi stessi che ci siamo abituati,ma dentro di noi speriamo sempre che qualcosa cambi,ricordatevi ragazzi la speranza è sempre l'ultima a morire"

sorrido amaramente la speranza illude e ti fa soffrire di più,perché dentro ti farà sperare che cambi qualcosa quando sai già che purtroppo non cambierà niente, quindi ti illudi inutilmente,per fortuna suona la campanella che segna la fine delle lezione, raccolgo tutta la mia roba ed esco all'entrata trovo josh e james che mi aspettano "ciao fragolina" mi saluta james

"fragolina?! ma sei serio" ho un cavolo di nome perché non lo usa

"mai stato più serio di così" imbecille "ehi josh,cosa ci fate qui?" lo guardo attentamente e noto che indossa la divisa ci sono due probabilità o si stavano allenando o stanno andando ad allenarsi "dobbiamo andare ad'allenarci" come immaginavo "ma prima volevo parlarti" annuisco,fruga nelle tasche alla ricerca di non so cosa "ecco queste sono le chiavi di casa" lo guardo confusa " e io che ci dovrei fare"

"ora le prendi e vai a casa e rimani li fino al nostro ritorno,

"Grazie davvero,ma mi dispiace non posso accettare" devo andare a casa e sto anche facendo tardi, se oggi non mi presento mio padre darà di matto e mio fratello me la farebbe pagare molto ma molto cara, sto per superarli quando una mano mi ferma tenendomi dal gomito mi giro pensando che era Josh ma mi stupisco quando vedo che invece e James "ora tu prendi quelle chiavi e vai a casa, non voglio sentire ne ma è ne però"

"non posso seriamente" dico per poi cercare di strattonare il mio gomito dalla sua mano cosa impossibile direi "senti non voglio storie ora tu prendi quella cazzo di chiave e vai ok" stringe la presa e chiude l'altra mano a pungno "James calmati che così la spaventi"

" io sono calmo ma lei non vuole capire con le buone" se sapessi in che situazione sono non apriresti la bocca amore ma tu non sai niente josh sta per dire qualcosa ma viene fermato dalla suoneria del mio cellulare lo tiro fuori e vedo che è Alec,Josh allunga leggermente il collo per vedere chi è e poi sbuffa, rispondo per non peggiorare la situazione

"Pronto"

"dove cavolo sei?"

"sto arrivando il prof mi ha trattenuto un po'" che bugiarda che sono

"ti dò 10 minuti per venire a casa"

finisce così per poi attaccarmi il telefono in faccia, quanto lo odio "ragazzi devo proprio andare" gli saluto con la mano e inizio a camminare verso il mio inferno,sento gli occhi innumidirsi perché non posso avere una famiglia normale, mi giro verso josh e li prendo le chiavi "faccio prima un salto a casa e poi vado a casa tua" mi sorride felice, si avvicina per poi darmi un bacio sulla fronte e abbracciarmi forte " ci vediamo dopo peste".

sono davanti alla porta di casa mia e sinceramente non ho mai avuto più paura di così, apro lentamente la porta e l'odore di alcool mi investe le narici "che schifo" sussurro, sto per salire su per le scale per andare in camera mia ma qualcuno mi strattona per le braccia " ciao troia"

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