Capitolo 8

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Guardo il cielo e noto che è buio, mi alzo di scatto e tiro fuori il telefono noto subito un sacco di chiamate e messaggi, cazzo, cazzo, un'altra volta, perché quando sono qui il tempo per me si ferma e non sento più nulla, se non quello che dice il mio cuore.

Cavolo ,questa non ci voleva proprio, ogni volta che vengo da mamma perdo la cognizione del tempo, i ragazzi saranno sicuramente in pensiero, mi stringo nella felpa di James che ha ancora il suo odore, quel ragazzo mi sta facendo impazzire, è come un tornado per me, un'attimo prima è tutto sereno, chiudi e apri gli occhi e ti ritrovi in un vortice capace di distruggere tutto ciò che ha davanti, non so perché prima io abbia provato quella sensazione di gelosia e rabbia quando ho saputo con chi era, dentro di me si era formato una stretta allo stomaco e mi sentivo soffocare, era come se le mure di quella stanza mi stessero troppo strette, avevo bisogno di respirare e cambiare aria, ora più che mai sono determinata a sapere lui chi era nella mia vita,cosa siamo stati, mi impegnerò per avere risposta a tutti i miei dubbi

La vibrazione del telefono mi distrae dai miei pensieri, rispondo senza guardare "pronto" dico con voce tremante "cazzo, mi hai stancato con queste tue scomparse del cazzo che fai per poi ricomparire la sera tardi dopo che hai fatto morire di infarto tutti" rimango scossa dalle parole "ma io..." non riesco a finire la frase che vengo interrotta

"ma io un cazzo,la devi finire con questi comportamenti da bambina, dietro ci sono delle persone che si preoccupano per te, non è la prima volta che fai queste stronzate, almeno prima di uscire avverti sul dove vai o rispondi al tuo cazzo di telefono" urla James nero dalla rabbia, sento il mio cuore infrangersi sempre di più a ogni sua parola "mi dispiace avervi fatto preoccupare, ma ho perso la cognizione del tempo e non mi sono accorta che si era fatto buio " sussurro con voce tremante sto trattenendo le lacrime, sto cercando con tutta me stessa di non piangere, attacco il telefono per poi prendere la via dia casa.

Sono una stupida come ho fatto a non accorgermi che si era fatto buio, odio essere così debole, non faccio altro che piangere, da quando sono entrata nelle loro vite ho continuato solo a piangere, io sono una ragazza molto dolce e sensibile e aggiungerei anche timida, e per colpa della sensibilità che ho non faccio altro che piangere , e molte parole mi feriscono più degli schiaffi e pugni che mi davano ' mio padre ' e Alec, vorrei tanto essere forte ma il fatto che mi manca una parte della mia vita non aiuta affatto, ogni giorno mi sveglio con un vuoto dentro, come se mancasse una parte di me,della mia personalità, chissà mai se un giorno ricorderò per filo e per segno tutto ciò che mi ha strappato via la mia felicità.

Non appena mi concentro sulla strada mi accorgo di essere arrivata davanti casa, alzo le mani per aprire la porta e noto di tremare come una foglia,ora devo essere forte, devo fingere di essere forte, non devo scoppiare a piangere per le ramanzine che mi faranno, ma sopratutto devo fare vedere a James che non mi importa di lui e che le cose che mi dice non mi fanno alcun effetto, anche se non e vero il solo pensarlo mi scombussola la testa, in realtà sto tremando per delle parole che mi ha detto prima, parole che mi hanno fatto un certo effetto,entro e noto che c'è un silenzio assordante, okay devo avere tanta forza, e non devo piangere, so già che mi aspetteranno quattro rimproveri, mi avvicino lentamente alla sala,a ogni mio passo ho la sensazione che i miei piedi siano fatti di gelatina, sento di svenire da un momento all'altro, faccio un respiro profondo ed entro in sala,

Gli trovo tutti e quattro lì seduti che mi guardano rossi di rabbia « ehii? » più che come un saluto esce come una domanda « ehi? Ti sembra normale » inizia a sbraitare Josh « non sei una bambina » continua Lex « so di aver sbagliato, ma non è colpa mia »provo a dire « non è tua?! Non è colpa tua! » sbraita James,mi faccio piccola piccola nell'angolino,guardo Chad in cerca di aiuto,ma lui distoglie lo sguardo « io non volevo farvi preoccupare, davvero, ero da mamma e ogni volta che vado da lei succede questo,perdo la cognizione del tempo,mi dispiace un sacco » il mio sguardo più disperato di prima cerca quello di Chad, che ancora una volta distoglie, non capisco il motivo per cui non voglia avere un contatto visivo con me, alla fine non ho fatto nulla di me

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