6.10

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Sono rientrata e la nostra abitazione è silenziosa.

Non c'è nessun rumore che la possiede e non ci sono nemmeno molte luci che la illuminano. Nemmeno quelle che teniamo solitamente accese in cucina ogni volta che qualcuno ancora deve andare a letto.

Sento puzza di guai. 

Con una mossa silenziosa e ben mirata estraggo il mio pugnale dalla sua custodia sulla mia coscia e mi tengo tutta la casa di fronte. Non accendo nemmeno le luci, non ne ho bisogno.

Avanzo lentamente e percorro l'intero piano terra. Vuoto.

Salgo le scale con estrema lentezza e mi affretto a raggiungere la camera di Noah. Lui non c'è. È vuota, buia e silenziosamente inquietante.

Sto cominciando a preoccuparmi.

Metto da parte le emozioni e comincio a ispezionare le varie stanze. Tutte vuote e buie. Qui qualcosa non va. James e Noah dovevano essere qui ad aspettarmi. Dove sono finiti?

Recupero dal comodino il mio pugnale e i due caricatori di scorta della pistola. Prendo il necessario e mi porto il telefono all'orecchio con la chiamata a James attiva.

Non risponde.

"Mossa poco astuta venire qui da sola, Sara".

Una voce, femminile e che riconosco, mi spiazza. Mi raddrizzo e punto la pistola contro la porta. Improvvisamente una risata prende vita nella stanza.

"Chi cazzo sei?" domando.

"Ma come? Non mi riconosci? Sono Agatha, la vicina di Wanda".

La voce continua a possedere la mia casa e non mostra una persona, una figura in carne e ossa con cui parlare. E magari anche lottare.

Però ho riconosciuto chi è e avevo detto che fosse inquietante quella donna. Non credevo fosse anche pericolosa.

"Che cosa vuoi da me e dalla mia famiglia?"

Non risponde subito e ne approfitto per aprire la porta. Quello che trovo davanti è spaventoso. Il corridoio è diventato viola, pieno di striature e scie di magia viola, simili a quelle di Wanda. Mi guardo intorno e sono costretta a ricorrere alle maniere forti. Cerco di mettermi in contatto con James e spero che la mia connessione superi questo campo magnetico di magia sconosciuta.

"Io non voglio nulla. Tu sei solo una pedina, per me e per i miei scopi", afferma. "Sei solo un tassello del mio piano che voglio mettere in atto. Tranquilla, alla tua famiglia non è successo niente. Sono solo andati al complesso degli Avengers. Volevano venire a prenderti a West View, ma gli ho rallentato il viaggio".

"Agatha, non scherzare con me. Mostrati e parliamo da persone adulte", le ordino.

Scendo le scale lentamente, sempre con la pistola puntata verso l'ignoto. Tutta la mia casa è posseduta da questa magia viola che mi sta facendo venire pure mal di testa.

Raggiungo il soggiorno e una figura a me conosciuta e familiare compare dall'altro lato della cucina. Agatha posa le mani sulla penisola e mi sorride. Io non smetto di puntarle addosso la pistola.

"Oh, ti prego. Abbassa la pistola", sentenzia. "Non ne vale la pena. Non puoi uccidermi con due proiettili".

Stringo forte la glock e digrigno i denti. "Che cosa vuoi?"

"Se abbassi la pistola ne parliamo civilmente. Non voglio farti del male, ma se me ne vuoi fare tu te ne dovrò fare anche io. Quindi cerca di ragionare. Hai una famiglia, Sara".

Abbasso la pistola e la rimetto nella custodia.

"Parla".

Lei sospira, con teatralità. "Beh, innanzitutto io voglio una sola cosa e te lo spiegherò molto bene". Mentre lei parla, la mia mente cerca di mettersi in contatto con James, ma sembra irraggiungibile. "I poteri di Wanda sono il mio obiettivo. Li voglio, li bramo e li desidero. Li merito più di lei".

"Pecchi di modestia, Agatha", la schernisco. "I poteri di Wanda non puoi prenderteli perché lei non te li darà mai".

Annuisce. "Lo so, ma proprio per questo mi servi tu", dice, indicandomi. "Sei la sua migliore amica, l'unica che le è rimasta e che è rimasta a te. Penso che la tua vita, in cambio dei suoi poteri, sia uno scambio equo e solidale, che dici?"

Sorrido divertita. "Sai che se mi uccidi non hai solo me contro, ma l'intero mondo?"

"Proprio per questo Wanda non lascerà che ti uccida. Tranquilla, non morirai. Ho la certezza matematica che tu tornerai a casa sana e salva".

Quel sorrisetto sicuro di sé e incredibilmente arrogante mi irrita.

"Levami una curiosità, Agatha", riprendo la sua attenzione. "Che te ne fai di tutto quel potere, poi?"

Finge di pensarci e comincia la sua tesi. "Diventerei la strega più potente di tutti i tempi, ovvio".

Alzo un sopracciglio. "Solo?!" mi fingo poco impressionata, anche se in realtà mi sembra troppo pericoloso.

"Ti sembra poco diventare quella che possiederà la magia del caos?"

Annuisco. "Dico che, se possiedi tutto quel potere, potresti non solo fare cose belle, ma soprattutto brutte. Io sono un Avenger. Non permetto ai cattivi di fare queste scelte".

Sto temporeggiando perché James non mi ascolta e non ricevo una risposta da parte sua e dalla sua connessione. Provo con Noah.

Agatha sbuffa. "Come sei noiosa, Sara. Donna senza tempo, dammi retta. Sono più vecchia di te e ne ho viste di persone come voi. Non durate un secondo in questo mondo. Credimi".

Incrocio le braccia al petto. "È un gran peccato che tu dica così, perché noi siamo degli eroi e siamo i buoni. Tu sei una dei cattivi".

Agita la mano in aria. "Nah, il concetto di buoni e cattivi è vecchio come il mio potere. Non stiamo parlando di bontà qui, Sara..."

Smetto di ascoltarla, perché finalmente dalla connessione ho risposta. Ed è Noah, seguito da James, che mi dicono che stanno arrivando e che sanno dove sono.

Così, interrompo Agatha.

"Posso chiederti di saltare la parte in cui fai la megalomane e andiamo direttamente al punto?" chiedo.

Lei corruga la fronte. "Hai fretta di andartene?"

No, ho fretta di raggiungere quel posto in cui vuoi portarmi così ci posso portare anche James. Ecco cosa ho voglia di fare, Agatha.

"No, ma ho fretta di scoprire come mi metterai in pericolo di fronte a Wanda. Sai, mi piace il cinema e dal momento che lei ha creato un mondo basato sulle serie tv, credo che sia il momento di raggiungere il finale della stagione", propongo.

Agatha sorride. "Sei furbetta tu, mia bella donzella!" esclama. Trapassa la penisola e mi raggiunge. "Tu hai una connessione speciale con tuo marito e tuo figlio e stai temporeggiando. Tranquilla, non so che cosa vi stiate dicendo, ma so che ce l'hai. Possiedi molta forza dentro di te, soldatessa d'inverno e non solo per quei due sieri che hai, ma perché sei portata per averli".

"Sai che gli Avengers non si arrendono mai ed io ho avuto un buon insegnante".

E sto parlando di Steve.

Avverto James che probabilmente non potrà più capire dove sono e gli faccio riferimento a West View. Poi, Agatha sorride e mi posa una mano sulla mente.

"Ora saremo solo io e te, ma rilassati Sara. Il viaggio durerà meno di quel che pensi!"

E in men che non si dica non vedo più niente. 

Ghosts Love • Bucky Barnes - [Marvel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora