I - Apparenze

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«Sei agitato?» mi chiese mia madre mentre stava parcheggiando. Era forse la decima volta che me lo chiedeva. Ed era forse la millesima volta che alzai gli occhi al cielo. No, non ero per niente agitato, ma se avesse continuato a stressarmi lo sarei stato eccome.

Osservai lo stabilimento davanti a me, enorme e onnipotente, e sospirai. Ma chi stavo prendendo in giro? Certo che ero agitato, come avrei dovuto sentirmi? Era difficile cambiare scuola, ambientarsi, recuperare le lezioni perse... e io non avrei di sicuro fatto eccezione.

«Non è la prima volta che cambio liceo mamma, saprò cavarmela. Lo faccio sempre», la rassicurai. Odiavo mentirle, e se lo facevo era solo per tranquillizzarla e far sì che si mettesse l'anima in pace. In un certo senso lo facevo per il suo bene, il che mi portava a mentire sempre di più.

«Ne sono sicura» mi rassicurò dolcemente prima di lasciarmi un bacio sopra la guancia.
Feci una smorfia: farmi vergognare dal primo giorno della nuova scuola era una pessima idea.

Presi la borsa e scesi dalla macchina, dopo di che con un gesto della mano salutai mia madre.
La macchina ripartì, lasciandomi finalmente da solo.

-Andrà tutto bene Louis, fai un bel respiro, calmati. Tu puoi affrontare tutto, affronterai anche questo.-, ripetei varie volte nella mia testa. Mia madre non era l'unica a dover essere tranquillizzata.

***

POV MARCEL

«Devo dire che sono rimasto piuttosto deluso sulle vostre relazioni sulle apparenze. Sapevo che foste degli scansafatiche ma non fino a questo punto. Jefferson, te l'ho già detto mille volte, smettila di copiare citazioni da Tumblr, finisci per fare la figura del depresso suicida. Malik, una persona non appare bella solo se ha un ciuffo e un bel fisico. Horan, ho trovato piuttosto inquietante la tua relazione: le persone perfette sono solo quelle che mangiano tanta pizza?», chiese il professor Brown alzando un sopracciglio.

Cercai di trattenere le risate mettendo una mano sopra la mia bocca, invano. Malik mi fucilò con lo sguardo e io mi zittì subito impaurito.
Non avrebbe mai smesso di terrorizzarmi. Lui era uno dei peggiori, mi picchiava, mi insultava, mi obbligava a fare i suoi compiti, mi ricattava. Ero la sua vittima da ormai molto tempo, e lui sembrava averci preso gusto.
Lo odiavo, aveva tutto: amici, ragazze, fama, fascino, mentre io non avevo nulla. Ero solo e lo sarei stato per sempre.

«L'unica relazione che merita una A+ è quella di Styles. Con il tuo permesso, vorrei leggere un pezzo del tuo compito.»

Annuii titubante. Odiavo quando il professore annunciava i miei ottimi voti alla classe, così faceva aumentare l'istinto omicida di Zayn e dei suoi scagnozzi. E questo non andava affatto bene. Tutto a un tratto sentiamo bussare alla porta, e entrò la vicepreside accompagnata da un ragazzo.

O meglio, un Dio. Aveva lisci capelli castani, delle labbra sottili e rosse e due occhi stupendi color cielo. Quel genere di occhi capaci di convincerti di seguirlo ciecamente ovunque volesse.
Sorrise impacciato alla classe e io lo guardai affascinato. Aveva un sorriso bellissimo.
Presto mi accorsi che non era solo bello, era pure terribilmente sexy.
Indossava una canottiera bianca che aderiva perfettamente al suo fisico muscoloso, e degli skinny jeans che mettevano in risalto un culo che, credetemi sulla parola, era favoloso.
Dio, era il ragazzo più sexy nella storia dell'umanità!

«Scusi l'interruzione professor Brown, volevo solo presentarle il signorino Tomlinson, un nuovo alunno della classe. Oh anzi, caro perchè non ti presenti tu?»

Lui sbarrò gli occhi, sorpreso, e arrossì imbarazzato. Era adorabile.
«O-Okay. Mi chiamo Louis, ho diciassette anni, quasi diciotto, e vengo da una cittadina qui vicino.», balbettò lui.

«Bene, signorino, per adesso si sieda vicino a Marcel.», disse il professore dopo aver salutato la vicepreside.

Spalancai gli occhi. Lui fece come gli era stato detto e si sedette accanto a me mentre io ero troppo impegnato a ringraziare Dio, il karma e l'universo per quella botta di fortuna.

«Prima che arrivassi, stavo per leggere un pezzo della relazione sulle "apparenze" di Marcel alla classe», spiegò mentre sfogliava il mio lavoro. Lui annuì.

«Ah ecco:
Vorrei dirti una cosa. Ora guarda la tua vita: è riassunta dagli errori che hai commesso e dai fallimenti che hai collezionato.
Tutti ti hanno sempre rinfacciato il tempo che hai consumato dandolo in pasto all'ingordigia dei sogni.
Tutti i hanno giudicato per l'ostinata convinzione di voler percorrere strade fin troppo poco sicure e convenzionali.
Tu hai ingoiato la rabbia fino a che non l'hai sentita scendere a caduta libera nei polmoni.
Hai curato le tue ferite senza chiedere aiuto a nessuno. Hai semplicemente socchiuso gli occhi quando ti hanno vomitato in faccia tutti gli insulti.
Sei rimasto immobile a subire quando ti hanno scagliato contro i rimproveri e l'elenco dei tuoi fallimenti, mentre il tuo cuore cercava di attutire i colpi.
Il tuo cuore è ammaccato, ma non ha mai smesso di sorreggere la tua determinazione, proprio come il cielo non è mai crollato sotto il peso illustre di Dio.
Tu sei quello in cui credi e redi in quello in cui sei.»

«Patetico, davvero patetico.», ridacchiò Malik.

Io guardai vergognoso un punto fisso dell'aula per evitare di incrociare lo sguardo di Louis che sicuramente aveva già capito che da me bisognava stare lontano.

«Ma dico, qualcuno ti ha forse chiesto di commentare?!», sussultare, quando capii che era la sua voce.

***

~•~•~• spazio pandacornoso ~•~•~•

Come promesso oggi ho pubblicato un altro capitolo!

Vi ringrazio davvero tanto per le visualizzazioni e per i voti!

Oggi ho perfino aggiornato due volte (se si tiene conto che ho aggiornato anche Tell Me A Lie)!

Ora vado, ci vediamo ogni domenica!

All the love, -C.

Fake || Versione Larry Stylinson || SOSPESA ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora