V - Prima Fase

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Due giorni dopo

POV Louis

Uscii di casa di prima mattina, sebbene fosse sabato e avessi molto, ma molto sonno.
Marcel ed io saremmo andati a fare shopping, e non vedevo l'ora. Aveva davvero bisogno di un cambio di look, ed aiutarlo a cambiare sarebbe stato sicuramente molto divertente.

Abitava ad appena un isolato da casa, il che mi permetteva di andare a casa sua a piedi.
Era una calda giornata di metà giugno, il mio mese preferito. Amavo la periferia londinese, era un posto tranquillo e comodo dove abitare, al contrario del centro città dove abitavo prima.

Arrivai in breve tempo a destinazione e suonai al citofono. Venne ad aprirmi una ragazza, bionda, alta e molto bella. Avrà avuto appena un paio d'anni in più ti me, ma mi sentii comunque intimidita.

Ella indossava un pigiama, probabilmente, anzi, sicuramente l'avevo svegliata. Abbassai lo sguardo imbarazzato. Ma perchè diavolo avevo voluto andare da Marcel così presto? La bionda sembrò attendere in una mia reazione, ma ero bloccato.

Chi poteva essere? Marcel non aveva mai accennato a una ragazza durante i nostri discorsi a scuola. La possibilità che potesse essere la sua ragazza mi pizzicò lo stomaco. Era una sensazione fastidiosa, quasi di gelosia.

«Posso aiutarti?», mi chiede gentilmente sbadigliando, visto che non dovevo sembrare voglioso di iniziar per prima il discorso.

«Sto- sto cercando Marcel. Sono un suo amico.», dissi timidamente.

Sgranò gli occhi sorpresa e mi guardò come se fossi un alieno. Cosa ci trovava di strano? Qualunque cosa avesse a che fare con Marcel e la sua vita sembrava una follia: amici, famiglia, studio. Mi sentii una follia anche io.

«Oh beh, in questo caso Marcel è in camera sua, al secondo piano, caro. È davvero un piacere conoscerti, comunque io sono Gemma, sua sorella.», sorrise.
Oh, allora è solo sua sorella, pensai con sollievo. Effettivamente i tratti della ragazza erano molto simili a quelli del mio amico, anzi, erano identici. Mi stupii di come la gelosia mi avesse offuscato la vista.

«Io sono Louis, è un piacere anche per me.» Mi presentai a mia volta contraccambiando il sorriso, dopodiché entrai in casa. Gemma mi salutò con un gesto della mano, e corse in camera sua.

Casa Styles era simile alla mia, piccola ma accogliente. Salii le scale in punta di piedi, per paura di svegliare qualcun altro, e percorsi il corridoio fino ad arrivare ad una porta bianca.
Bussai, ma non ricevetti nessuna risposta. Mi accorsi che la porta non era chiusa a chiave.

L'aprii e mi ritrovai davanti una scena davvero adorabile: Marcel che stava dormendo come un ghiro. I suoi capelli castani, privati del tutto di quel bel, erano diventati dei bellissimi ricci. Sembrava un angioletto. Sorrisi intenerito.

«Marcel, svegliati.» sussurrai dolcemente.

Lui si mosse pigramente, dopodiché aprì gli occhi. Si girò verso di me e quando si accorse della mia presenza sussultò.

«Lou?! Che ci fai qua?»

«Dobbiamo andare a fare shopping, ricordi?» alzai il sopracciglio, e assunsi uno sguardo stranito, come se stupirsi della mia affermazione fosse stata un'assurdità.

«Uhm... alle sette del mattino?» sbuffò lui stropicciandosi gli occhi.

«Mi ringrazierai. Ora però muoviti.» replicai.

Si levò le coperte di dosso, rimanendo in torso nudo e boxer e per poco non cominciai a sbavare, lì, davanti ai suoi occhi.

Marcel non era affatto come me l'ero aspettato, fisicamente. Il petto era muscoloso e ricoperto di ogni genere di tatuaggi. Tra quelli più evidenti c'erano: una gigantesca farfalla notturna sul ventre, curata nei minimi dettagli e davvero molto grande; due grandi foglie sotto alla pancia e due rondini simmetriche in stile old school. Però non chiesi nulla al riguardo, ipotizzando che molto probabilmente ognuno di quei tatuaggi avevano un significato profondo e personale. Non riuscivo a credere ai miei occhi: Marcel Styles era dannatamente sexy e non me n'ero accorto!

«Tutto bene?» chiese lui aggrottando le sopracciglia.

«Eh? No, cioè si, si sto bene.» chiusi la bocca e cercai di riprendermi dallo shock.

«Tieni.» gli lancia un sacchetto. Lui l'aprì curioso.

«Lenti a contatto?» chiese.

***

«Provati questi.» ordinai.

«Penso di saper scegliermi da solo almeno i boxer, Louis.» ridacchiò lui prendendo quelli che avevo in mano. Erano passate più di quattro ore, eppure eravamo ancora bloccati nel centro commerciale. C'erano così tante cose da fare, è talmente tante da comprare... ed eravamo in ritardo con la tabella di marcia.

Lo guardai minacciosamente e lui alzò le mani in aria, in segno di arresa. Non se ne parlava! Non avrei più tollerato quei mutandoni da nonno. Aveva diciotto anni, Santo Cielo!

«Va bene, va bene vado, non serve fare quella faccia. Mi spaventi.» entrò poi in un camerino, seguiti da una mia risata. Quel ragazzo sapeva scaldarmi il cuore come nessun altro prima d'ora. Dopo tanto tempo mi sentivo di nuovo felice, felice davvero.

Ormai ne ero certo, Marcel non era il solo a star cambiando.

~•~•~• spazio pandacornoso ~•~•~•

Okay lo ammetto, questo capitolo è corto, ma almeno sono riuscita ad aggiornare una settimana!

Comunque mi dispiace che non vi sia piaciuto l'altro capitolo, non ho trovato stelline, spero che questo vi piaccia di più.

Vabbè io vado ragazzi, passate una buona giornata/notte, dipende da che ora lo state leggendo. Se siete scellerati come me di notte, se avete un po' di sale in zucca di giorno.

All the love, -C.

Fake || Versione Larry Stylinson || SOSPESA ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora