Quarto Capitolo

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Giulio era appena sceso dal treno trovandosi d'innanzi al paesaggio della sua città natale: Roma, quella città non era proprio cambiata.
Il riccio si ricordava a memoria una strada che portava ad una meta dimenticata ma non era lì per bighellonare per la città, bensì doveva trovare l'Honiro e lì dentro avrebbe dovuto trovare Valerio o come minimo Niccolò.
Giulio cominciò a fare la strada che non sapeva dove portasse che alla fino lo portò davanti a una villa color panna con una macchina nera e la scritta Ill Mostro sopra.
Il riccio cercò l'Honiro su Google e in poco tempo era arrivato.
Il nano stava guardando il telefono quando sbatté contro qualcuno.
«Giulio!?» disse la voce familiare.
Il castano alzò la testa trovandosi davanti un ragazzo alto e lui era... «Matteo!?» ringhiò anche non sapendo bene il motivo, si ricordava della loro rivalità per una persona ma non chi era la persona contesa.
«Giulio!?» urlò un'altra voce, Valerio.
«Giulio!?» urlò una terza voce, Niccolò.
«No ragazzi sono la Madonna che si appena fatta Matteo» rispose Giulio correndo ad abbracciare i due.
Matteo nel mentre era davvero confuso, che ci faceva qui lui?
Valerio si avvicinò al pelato sussurrando «se tu parli di Giulio a Giorgio o viceversa sei fottuto» per poi portare dentro l'edificio il riccio.
Giorgio era appena entrato nella stanza proclamata sua dentro l'Honiro ma sentiva una strana sensazione che gli diceva di andare a fare un giro per la casa discografica.
Il corvino ignorò quella strana sensazione per dedicarsi alla nuova canzone che voleva comporre da ormai mesi e anche se ultimata c'era qualcosa che non mandava giù ed era da tempo che cercava di capire cosa ma fallendo ogni volta.
Giulia, dal canto suo, aveva deciso di non seguire il fidanzato ma di andare in vacanza in Sardegna per svariate settimane così da staccarsi da tutto e da tutti, a Giulio non aveva detto nulla ma sapeva che da quando Matisse gli aveva mostrato la foto del famoso rapper il ragazzo si era staccato da tutti e non gliene fregava nulla forchè scoprire, da solo, di più su quel ragazzo.
Allison si stava sistemando per raggiungere il fidanzato alla casa discografica per poi andare a Milano per continuare le sue ricerche sul rapper LowLow.
Nella strada alla stanza del fidanzato si imbattè contro Valerio e Niccolò che parlavano beatamente con un ragazzo a lei familiare.
«Allie» salutò il moro dandole un bacio sulla guancia.
«Allison» la salutò il biondo tenendo le distanze, la ragazza non sapeva perché ma non era mai andata a genio a quel finto biondo.
«Salve Allison» salutò il riccio sorridendole.
«Giulio Elia Sabatello» proclamò sorpresa di trovare il rapper lì.
«In persona» disse ancora sorridendo Giulio.
«Ora devo andare da Gi-» cercò di dire la ragazza ma vanendo interrotta bruscamente dal biondo.
«Giacomo! Sí, vai pure Allie e portagli i nostri saluti. CIAO!» sentenziò il ragazzo spingendola via.
“Quel ragazzo è pazzo” pensò la donna recandosi nello "studio" del fidanzato.
«Come vai amore?» chiese la rossa chiudendo la porta.
«Malissimo e il mio istinto non aiuta cazzo» brontolò il ragazzo voltandosi verso di lei con la sedia girevole.
La ragazza si sedette sulle gambe del corvino per poi chiedere «e che cosa ti dice l'istinto?».
«Di farmi un giro e poi dice che non avrei lavorato su questo testo per un po'» sbuffò il giovane passandosi nervosamente la mano tra i capelli.
«Io ora vado a Milano, magari segui il tuo istinto» consigliò Allison prima di uscire dalla stanza e camminare verso la stazione.
Giorgio sbuffò rumorosamente per poi tirare la biro contro il muro e appoggiare le gambe sul tavolo. “Seguire l'istinto o no?” era questa la domanda che girava e rigirava nella mente del corvino.

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