Quinto Capitolo

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Giorgio decise di non seguire l'istinto.
Il corvino fissò la porta per un po' come se si aspettasse che entrasse qualcuno ad aiutarlo ma capendo che non c'era nessuno si girò portando una mano ai capelli.
«Permesso» disse la voce familiare di Matteo.
«Ehy bro» lo salutò il ragazzo mettendo le gambe sopra la fotocopiatrice.
«Come va?» chiese il pelato appoggiando i gomiti sulla scrivania.
«Sinceramente vorrei che un rapper famoso entrasse in questa stanza per sbaglio perché cercava un bagno!» sbraitò il corvino facendo ridere l'amico.
«Peccato non si realizzerà mai» sentenziò l'altro.
La porta si aprì lentamente facendo girare i due e si intravise la figura di un ragazzo riccio.
«S-scusate, cercavo il bagno» si affrettò a dire.
«LowLow?» chiese sconcertato Giorgio.
«Ill Mostro?» domandò allora il riccio.
I due annuirono in contemporanea.
«Io vi lascio fare eh» affermò Matteo prima di uscire dalla stanza.
«M-mi potresti aiutare?» chiese non sicuro il corvino.
«Certo» sorrise il piccolo felice di dare un aiuto e di scrivere in quei giorni.
«Leggi» lo esortò il più grande porgendogli il foglio.
Giulio lesse la canzone rimanendo sorpreso da quanto i loro generi stessero bene insieme e da quante emozioni era riuscito a mettere su un pezzo di carta il ragazzo davanti a lui.
«Tu l'hai sempre provata da solo?» chiese curioso il piccolo forse avendo trovato il difetto.
«Sí» rispose l'altro.
«Bhè secondo me potrebbe starci bene anche una seconda voce, potresti chiedere a Valerio o-» iniziò il riccio venendo fermato dal corvino.
«O a te» finí Giorgio.
Giulio non disse nulla guardando il foglio, non sapeva perché ma gli sarebbe piaciuta cantare questa canzone perché sentiva una parte di sè in quelle parole.
«Sai l'ho scritta quasi tutta con un mio amico quando eravamo piccoli» sussurrò l'altro «e non so bene perché ma vorrei che fossi tu a cantarla con me» continuò Giorgio.
«Accetto» disse Giulio sorridendo.
«Grande!» esclamò il corvino dandogli il cinque.
«Ora, qui dentro c'è un bagno o la mia pena per bestemmiare è non trovare un posto per pisciare finché non torno a casa» chiese ridendo leggermente il riccio.
«La porta nera a destra» rise Giorgio.
Appena Giulio era entrato nel bagno la porta dello studio si aprì mostrando un Valerio preoccupato.
«Hai visto LowLow?» chiese il biondo guardandosi intorno.
«Sí» rispose il corvino indicando il bagno «è appena entrato in bagno, prima mi ha aiutato con la canzone e abbiamo deciso di cantarla insieme poi è andato finalmente a pisciare» disse ancora guardando l'amico farsi rigido.
«Ah» disse solo il biondo riferendo ciò che Giorgio aveva appena detto al ragazzo alle sue spalle.
«Qualcosa non va?» chiese Giorgio guardando stranito Valerio e Niccolò.
«Tutto alla grande» mentì il moro sfoggiando il sorriso più finto che potesse per poi trascinare via Apa urlando «LOWLOW STA QUI FINCHÉ NON TORNIAMO E SE DEVI ANDARE TE LO PORTI CON TE, CIAO MOSTRO A PIÙ TARDI!».
Nel mentre uscì Giulio guardando stranito la porta spalancata e lo sguardo confuso del corvino.
«Andiamo a casa mia?» chiese Giorgio tirandosi in piedi e prendendo la giacca di pelle.
«Come vuoi» disse il riccio prendendo la propria giacca e il telefono e seguendo il corvino tra i corridoi della casa discografica.
«Mostro» lo chiamò Giulio facendolo voltare «mi puoi aiutare in una cosa?» chiese titubante.
«Ovvio e chiamami Giorgio» disse l'altro fermandosi.
«Mi ricordo a memoria una strada ma non so di chi è la casa a cui porta» spiegò il riccio incamminandosi «se ti porto lì riusciresti a dirmi di chi è la casa?» chiese allora.
Giorgio annuì per poi seguire Giulio tra le strade di Roma.
Alla fine si trovarono davanti alla villa dei genitori di Giorgio.
«Tu...sai arrivare fino qui da qualunque posto di Roma?» chiese dubitante il corvino.
«Sí» affermò il riccio guardandolo «di chi è la casa?» chiese allora.
«Dei miei genitori» sussurrò Giorgio guardando il riccio negli occhi.
Giulio era confuso, come faceva a sapere dove abitavano i genitori di Giorgio?
«La mia casa è qui vicino» sussurrò l'altro cercando di scampare dall'argomento.
«Ti seguo a ruota» rispose il riccio rincorrendo il corvino.
“Assomiglia così tanto a Giulio” pensò Giorgio.
“Assomiglia così tanto a Giorgio” pensò Giulio.

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