4- Strada

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Mi svegliai sull'asfalto, in un'autostrada di campagna, ai lati si trovavano degli alberi, davanti e dietro di me si trovava una lunga strada interminabile.
Il mio corpo era stanco, sicuramente per colpa della corsa fatta, decisi di alzarmi e camminare, mi sentivo perso come se non avessi una meta, effettivamente non l'avevo, ma sentivo di essere perso anche mentalmente e interiormente; come quando percepisci che il mondo attorno a te sta crollando.
La prima domanda che mi passo per la mente fu: chi mi portò qui? Un attimo prima ero in un bosco dopo in una strada.

Tutto era grigio, anche il cielo, come in una giornata di pioggia, però non pioveva.
Questo colore non migliorava il mio stato d'animo.
Mi fermai un momento al centro della strada per capire dove mi trovassi, ma senza risultati, non ricordavo quel posto.

Ripresi a camminare nella speranza di trovare qualche anima pia che mi desse delle indicazioni.
Ad un certo punto, sentì un rumore, un fruscio alla mia destra subito dopo rimasi paralizzato per almeno venti secondi...un lupo, non sapevo se correre o arretrare lentamente.
Fu il lupo a fare il primo passo verso di me, per la paura decisi di scappare, corsi, corsi come non feci mai prima d'ora e feci l'errore più grosso della mia vita, adesso quel lupo mi seguiva e con passi furtivi mi prese.

Mi ritrovai a terra, il lupo mi aveva preso, ma in realtà il lupo non c'era più, cosa mi aveva buttato a terra?
Sentì una pressione all'altezza del petto come se qualcosa ci stesse di sopra, ma non c'è niente in realtà.
Respiravo affannosamente.
Le speranze di alzarmi furono vane poiché non riuscivo a sollevarmi, qualcosa mi bloccava.
Respirai profondamente un paio di volte poi caddì in uno stato di quiete fu allora che riuscì ad alzarmi dell'asfalto.

Decisi di continuare a percorrere quella interminabile strada e speravo con tutto il cuore di incontrare qualcuno che mi potesse aiutare.
Notai che in quella strada non passava nessuno, la cosa mi sembrò surreale, almeno una macchina ogni ora, per quanto potesse essere una strada in mezzo al bosco da qualche parte doveva condurre.
Eppure qualcosa mi turbava, apparte il posto leggermente tetro e solitario, non sentivo le ore passare, mi sentivo come se fossi sospeso nel tempo, in un luogo fuori dal mondo.
Avevo la sensazione di non star vivendo, non avevo meta, non sapevo dove mi trovavo e non percepivo il tempo e lo spazio.

Dopo aver camminato per un tempo indecifrabile, arrivai in un piccolo paese, mi misi a cercare qualcuno, qualcosa mi diceva che quel paesino era abbandonato.
Attraversai tutto il paese e nell'ultima abitazione vidi da lontano un vecchietto seduto nella veranda di quella che poteva essere la sua casa, era su una sedia a dondolo e mentre si dondolava guardava l'orizonte, effettivamente il panorama era molto bello, si vedeva un campo interminabile subito dopo la strada, anche se il cielo era cupo risultava comunque bello all'occhio.

Non sapevo se disturbarlo era troppo immerso nei suoi pensieri e nel paesaggio.
Ma per la disperazione di essere solo e fuori dal mondo, essendo l'unica forma di vita umana che vidi fino a quel momento, decisi di chiedere aiuto, feci nel modo più silenzioso possibile ma non ottenni risposta. Dopo un paio di secondi alzò la mano e indicò un punto indecifrabile nel cielo. Non capendo cosa volesse dire lo guardai stranito e il vecchio disse:<< Siamo su nel cielo>>
In che senzo mi trovavo su nel cielo?
Non ottenni nessuna risposta concreta dal mio pensare e nessuna spiegazione dal vecchio.
Rimasi a guardarlo ancora un po' ma lui non mi rivolse il minimo sguardo, stanco di non avere un aiuto mi girai verso la strada e mi incamminai.
Un piccolo rumore alle mie spalle non mi convinse e feci bene a girarmi giusto in tempo, il vecchio mi caricava contro.
Lo bloccai per le braccia ma lui mi pestò un piede, beh almeno era furbo.
Mi diede una testata e mi butto per terra, si mise seduto su di me e mi comincio a dare tanti pugni, oramai sanguinavo dal labbro, dal naso, ero tutto dolori. Tentai una mossa mi girai di lato e lo feci cadere gli diedi una gomitata nella pancia e scappai via.
Mi misi ancora una volta a correre, no ne potevo più stavo correndo dall'inizio di quest'incubo, mi girai per guardare il vecchio e la scena che vidi fu abbastanza raccapricciante.
Il vecchio non correva solo con le gambe ma a gattonare come un bambino ma la cosa più brutta era che correva al contrario, il suo corpo era al contrario.
La testa al contrario, la pancia all'insù, braccia e gambe a gattonare, come un demone, una persona riposseduta, non era un normale essere umano, quello era il mio peggior incubo l'avrei ricordato più delle altre cose.

Ancora una volta inciampai e caddi...ma non per terra ma in un vuoto infinito a differenza dell'altro era un vuoto bianco.
Guardando in basso non vidi nulla solo luce beh che dire aspettavo la fine di questo tunnel magari era l'ultima mia avventura.

Θάνατος (morte) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora