Ponte

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Camminando giungemmo
a riposare su di un prato
dove l'erba solleticava
le ginocchia e i fiori
stuzzicavano le narici

I colori parevano
poco più vivaci, come
ricordo di ciò che restava
appeso al filo mortale

Si udivano risate e
forse, passi d'animale

-É dunque così,
ci separa solo una nebbia
dalla casa dei nostri fragili
e dannati corpi?

Lucifero tese una mano
e parve più vivo
più umano

-È mio solito riposare qui
quando il nero mi avvolge
tra le sue benevole spire

Qui odo la vita pulsare
ancora, distante
e me ne beo
come fa la lucertola
col sole lontano
crogiolandosi su una pietra
per farle scaldare il cuore

Mi sento spesso
un uccello in gabbia.

Casa è così vicina
eppure non m'è concesso
manco di sfiorarla!

E così ogni tanto
il mio palmo incontra
quello d'un altro
sventurato
che il caso volle far passare
per queste sterpaglie

Le nostre anime sussultano
come tuono
e allora ricordo

Non i tempi degli dei
di quando vennero innalzati
idoli e chiese

Ma di quando puramente
vergognosamente
m'aggrappavo all'essenza
di un fragile, selvaggio,
potente e misero
essere umano

Ed io mi rifugio ancora
tra i boschi e la terra
più vicino a coloro che
la vivono

Non me ne fuggo
tra le stelle
per non subire
il vostro dolore

Mi immergo
me ne nutro
e non ne sono mai sazio
mai mi stanco di capirvi
mai mi stufo di vivervi.

Nidi di nebbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora