"Izzy, ho preso questa decisione, punto." disse mia madre .
"Mamma, non voglio venire a New York, anche se è una bella citta, non sto qui a negarlo, io sto bene qui, a Londra." cominciai, poco decisa.
"Posso stare con i nonni! Dai, mamma."
"Isabelle ti ho detto no, e poi i nonni vivono in Svezia." disse, lei.
"Gli altri nonni. E poi per Connie non è un problema, lei la teniamo noi!" dissi io, cercando di essere convincente.
"Ah, Izzy. Basta, vai a fare le valige. E' una settimana che te lo dico, sette giorni, Izzy" disse aggrottando le sopracciglia.
Sbuffai ed entrai nella mia camera, cercando di ricordare tutto ciò che ho passato lì dentro.
Come quando decisi di ripitturare la mia cameretta dal rosa-hanno-appena-vomitato-dieci-principesse al lilla .
Aprii le ante dell'armadio e cominciai a togliere pian piano tutto.
Presi le magliette, i maglioni, jeans, leggins, shorts, scarpe, calzini.
Finchè trovai un foglio:
QUESTO È PER LA MAMMA MIGLIORE DEL MONDO♡
Con sotto un disegno di, penso , io e la mia mamma.
Una piccola bimba con una maglietta verde e dei pantaloni viola(mi fece dubitare di come mi mandava seriamente vestita all'asilo mia madre) , che stringeva (cioè erano due mani attaccate) la mano di una donna alta, con un collo sproporzionato e dei capelli viola, al posto di marroni.
Lo presi e lo misi nella valigia, sorridendo.
Quando finii scesi al piano di sotto e mangiai qualche biscotto al cioccolato con del tè caldo inglese.
"Hai già finito, Isabelle?" mi chiamò, stranamente, con il mio nome esteso.
"Sì." risposi, fredda come la neve che vedevo cadere fuori dalla finestra.
Neve bianca. Pura.
Molta gente la vede come un fastidio, un tassista, per esempio.
Io, mi rispecchiavo: abbastanza lontana dalle altre persone, mi isolavo ed ero un disastro per molti.
Erano fiocchi leggeri, che si facevano cullare dal vento. Bramavano di prendersi il terreno, ma in alcuni punti il sale sparso sull'asfalto agiva e la faceva sciogliere.
E mi faceva sciogliere.
Quando finii il tè mi alzai e portai la tazza vuota in una delle vaschette del lavabo in cucina.
"Quando dobbiamo partire?" le chiesi girandomi prima di salire al piano di sopra.
"Dopodomani"
Una fitta mi prese allo stomaco, imprevedibile. Non avevo nemmeno il tempo di salutare Nicole, Richard o altri del club degli scacchi. Chi avrebbe preso il mio posto come caposcuola?
"Ah, ehm.. si." dissi cominciando a salire le scale.
***
Dissi ai miei amici tutto.
"Izzy sei pronta?"
Mamma aveva già cappotto , sciarpa e cappello addosso, quindi , anche se non ero pronta, le dissi di sì.
Presi anche io il mio cappotto verde e lo indossai.
"Tra un'ora parte l'aereo, andiamo in aereoporto." lei aveva già calcolato tutto: mezz'ora per andare all'aereoporto e l'altra a cercare cose in giro.
"Ci aspettano quattro giorni di viaggio! Non sei emozionata, Izzy?!" disse lei, sorridendo e quasi saltando , magicamente, con i tacchi.
"Sì, mamma" risposi sorridendo.
Presi le valige a trolley e quelle manuali, e mi incamminai con mia mamma verso la macchina.
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti e a tutte ! Spero che questo primo capitolo vi piaccia! (Ditemi se è giusto il tempo, su Internet così mi dice.)
Vi invito a lasciare una stellina e un commento!
~Al prossimo capitolo,
Anna♡
STAI LEGGENDO
Fredda come la neve fuori, calda come il Sole dentro.
Ficção AdolescenteIsabelle, o Izzy come diminuitivo, è una semplice ragazza che si isola dal mondo per entrare nel mondo della lettura . Un giorno, la madre le dà una notizia: da Londra, andranno a vivere New York. Lei non la prende bene e non fa nè le valige nè va'...