Era passata la mezz'ora dell' adesso-andiamo-in-ogni-negozio-che-troviamo-e-non-compriamo-nulla , e il nostro volo stava per essere chiamato.
"Volo numero dodici , Londra - New York " la voce stridula dell' hostess si fece sentire dopo soli dieci minuti.
Io presi la mia valigia contenente anche i vestiti della piccola Connie, che aveva insistito molto per un gelato, che , ovviamente, buttò.
La mamma prese la piccola per una mano e nell'altra alcune valige.
Salimmo sull'aereo bianco e verde.
I posti erano molti, come penso in ogni aereo.
Erano verdi scuro (come la valigia) e duri come la pietra. Presi due valige alla volta e le misi nel portabagagli, anch'esso verde.
Quando tornai dalla mia famiglia, vidi che aveva già occupato un posto.
"Uh, Sisabelle vieni!" mi disse Connie.
Affianco a lei c'era un ragazzo. Alto da fare invidia ai miei 172 centimetri, capelli neri come la pece, occhi verdi come il prato bagnato di brina e dal Sole di Primavera.
"Sisabelle! Sisabelle!" continua Connie, rompendo quel magico momento.
"Connie, presentati a questo ragazzo, dai." dissi sorridendo al ragazzo.
"Lei è la mia sorella Sisabelle, io sono Connie!!" dice lei, quasi urlando.
"Sono Isabelle , te?" dico io, senza spezzare quel prezioso contatto visivo tra l'erba in Primavera dei suoi occhi e l'ebano dei miei.
"Kyle. "
"Che scuola fai?" mi chiede."Vado al terzo anno del liceo classico.. te?" chiedo io, interrompendo per la prima volta quel contatto .
"Greco è la mia materia preferita. " disse, alzando l'angolo destro della bocca verso l'alto.
Stavo per dire "La mia è Latino" quando un'hostess mi interruppe.
"Volete qualcosa? Abbiamo le noccioline, la Nutella, marmellata... abbiamo un po' tutto!" maledetta , pensai.
"Delle fette biscottate con la Nutellla, e altre con la marmellata." ordinai, per me e per la piccola Connie.
"A me solo con la Nutella, grazie." disse lui.
La ragazza si allontanò annuendo e sorridendo.
"Quindi anche tu fai il terzo anno?" provai a chiedere.
"No, sto facendo il quarto." disse facendo una smorfia. Poi continuò " da dove vieni?"
"Londra, te?" chiesi . Sembrava un interrogatorio: ogni tanto uno faceva le domande, e l'altro pure.
"Io vengo da New York, solo che sono dovuto andare in un'altra città qualche mese.." disse , cominciando a guardare fuori dal finestrino tondo.
"Bell- uh, guarda, arriva la nostra colazione!"
Svegliai la piccola Connie che si era addormentata sopra di me.
"Ehi, piccola peste? E' arrivata la colazione!" le dissi vicino all'orecchio.
"Lasciami dormire, brutta " mi disse scansandomi con la mano.
Sentii Kyle ridere di nascosto.
Presi una fetta biscottata con la Nutella e cominciai a parlare.
"Mm, che buona questa Nutella! Mm buonissimo!"
Il visino di Connie si illuminò e aprì gli occhi. Aprì la bocca e sorrise, mostrando i suoi bianchi denti perfetti.
"Demmelo!" disse, cercando di prendermela dalle mani.
"Tieni, Connie. Piccola ma te sai dove è andata la mamma?" le chiesi prima di fare un profondo morso alla mia colazione.
"Uh, si è seduta più in là con un uomo." disse lei, facendo spallucce.
Morse la fetta e chiuse gli occhi, facendomi scappare una risatina.
"È con mio padre, lì in fondo." disse il ragazzo davanti a me. Annuii semplicemente.
I capelli di Connie erano tutti spettinati, e i codini che le avevo fatto si erano quasi sciolti, due occhiaie violacee le occupavano lo spazio sotto l'occhio, ma nonostante questo era bellissima.
Aveva due occhi azzurri come il mare e i capelli neri .
"Vado un attimo da mia madre, puoi guardare Connie?" gli chiesi , aggrottando le sopracciglia.
Annuì e io me ne andai.
Camminai guardando le varie persone sui sedili.
Giovani coppie. Vecchie coppie. Persone sole. Persone in compagnia di un' amica o di un amico. E poi c'ero io: in compagnia di uno sconisciuto.
Appena vidi mia madre mi avvicinai e chiesi "Mamma, puoi venire un momento?"
Lei annuì e si scusò con il padre di Kyle .
"Sì tesoro?" mi chiese, strisciando le mani sui jeans neri.
"Perchè quel ragazzo è con noi?" le chiesi, dritta al punto.
"Allora tesoro... siediti lì, ora ti spiego."
Mi sedetti di fronte a lei, negli unici posti liberi.
"Io e Shawn siamo amici d'infanzia, ci siamo ritrovati per caso su Facebook, e , visto che l'azienda in cui lavoravo stava chiudendo, Shawn mi offrì un posto di lavoro nella sua azienda." disse sorridendo.
"E... basta?" chiesi stranita.
Lei annuì e io mi alzai.
Andai verso il mio posto, dove vidi Kyle giocare con Connie.
La bimba era sul suo petto, e gli tirava i capelli color pece. Per vendicarsi , Kyle faceva il gioco ti ho preso il nasino .
Connie si arrabbiava e metteva il broncio, girandosi. Chiudeva gli occhi e , dopo pochi secondi, ne apriva uno, per vedere ciò che stava facendo il moro.
Arrivai io e presi il nasino a entrambi , facendo ridere trionfante Connie.
"Ma come faccio a respirare ora, Sisabelle?" mi chiese subito dopo la risatina spalancando occhi e bocca.
"Problemi tuoi!" le dissi, facendo la linguaccia.
"E io?" chiese Kyle, cercando di fare gli occhi da cucciolo.
"Gli occhi da cucciolo non funzionano!" gli dissi.
Connie interpretò la mia frase a modo suo, quindi , con le sue sottili dita dalle unghia corte e pitturate di rosa, le portò dritte ai suoi occhi perfetti.
Vidi la scena a rallentatore : riuscii a vedere la faccia soddisfatta di Connie e l'espressione di Kyle .
Era un miscuglio tra impressionata e impaurita.
Poi la scena tornò normale, o quasi, con Kyle dolorante con le mani sopra gli occhi e Connie con le braccia incrociate al petto, gli occhi chiusi e un largo sorriso che le ricopriva il viso magro.
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Fredda come la neve fuori, calda come il Sole dentro.
Fiksi RemajaIsabelle, o Izzy come diminuitivo, è una semplice ragazza che si isola dal mondo per entrare nel mondo della lettura . Un giorno, la madre le dà una notizia: da Londra, andranno a vivere New York. Lei non la prende bene e non fa nè le valige nè va'...