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[PRIMA COSA: MI SEDEI SI PUÒ DIRE E SECONDA COSA: NON FARÒ PIÙ CAMBI DI POV DURANTE UN CAPITOLO. BUONA LETTURA.]

ISABELLE'S POV.

Mi avvicinai e spostai Connie dal mio sedile verde, per farla stare sul suo sedile del medesimo colore.

Mi sedei sul sedile duro e guardai fuori.

Una persona normale non avrebbe visto praticamente nulla, ma io vidi qualcosa.

Nel cielo azzurro, vedevo mille parole. Mille pensieri. E quelle parole formavano frasi. Frasi senza un senso.

Frasi, che penso non saranno mai importanti.

Meglio chiudere gli occhi e dormire un po' : sto delirando , pensai.

Chiusi gli occhi e mi addormentai.

KYLE'S POV.

Vidi Isabelle chiudere gli occhi pensierosa, e da una parte mi preoccupai per ciò che aveva.

Non so, mi aveva stregato. Mi aveva guardato dritto negli occhi e si era presentata. E lì vidi un volto angelico, che dovevo subito togliermi dalla mente: ero fidanzato.

Allie si sarebbe sicuramente arrabbiata se avrebbe saputo dov'ero , al posto di andarla a prendere per il  nostro viaggio.

Non mi piaceva piú da molto tempo, ma suo padre era un tipo molto all'antica. Mi ricordo che quando mi presentai ai suoi genitori mi portó da parte e mi disse <<Se le fai del male , ti spezzo le gambe. Se le torci solo un capello, ti spezzo le gambe>> e non scherzava , perché , dopo aver provato a lasciarla, mi ha preso e detto che aveva amici fidati per me.

Da due mesi a questa parte dovevo condividere un appartamento con Allie , il che mi stancava.

Era tutto suo. Il divano? Se lo voleva era suo, se non era cosí potevo tenerlo.

Il salotto era di un verde scuro che ricordava un pino malato con l'ebola (tanto per ironia) , male sistemato visto i mobili beige.

La cucina era interamente rossa, tranne il tavolo, le sedie e le pareti che erano bianchi.

Poi avevamo una camera assieme, purtroppo. Era ampia, questo lo ammetto, ma il colore lilla era proprio inaccettabile.

"Kyle? Perché non rispondi?" mi chiede Connie , rapendomi dai miei pensieri.

"Scusami, cos'hai detto?" le chiedo, avvicinando le sopracciglia more.

"Se posso dormire." dice lei, sbadigliando.

"Certo, guarda lì di fianco a tua sorella c'é un sed-" mi impedice di parlsre dicendo

"Su di te . Sei comodo." dice , stringendosi nelle spalle.

Annuisco un po' incerto e la faccio mettere.

Sapevo che Annie mi stava sicuramente chiamando, e io non le rispone perché (a) avevo la modalità aereo e (b) non le avrei risposto in ogni caso.

Annie era la solita ragazza perfettina, stronza e  che cercava un ragazzo ogni settimana fino a che trovava quello pieno di soldi .

E quel ragazzo ero io.

Lei , in teoria, era al porto piú famoso londinese, su una barca ad aspettarmi per il pranzo e poi partire per una crociera .

Sicuramente suo padre mi avrebbe staccato il collo , come i contadini fanno alle galline quando le devono mangiare , o vendere come cibo.

Lo immaginavo giá.

Un uomo alto, piuttosto robusto con una maglia grigia larga e dei jeans blu, con affianco altri amici vestiti e di corporatura, uguale.

Scacciai l'immagine e scossi la testa.

"Tyle? Giusto?" mi chiese una donna sulla quarantina, alta , bionda e magra.

"Kyle, signora. Immagino lei sia la madre di Connie e Isabel." le dico, mostrando un sorriso.

"Oh, scusami tesoro. Si sono addormentate da molto, le ragazze?" mi dice in tono gentile e pacato come la neve che scende dolcemente.

"Un' oretta, signora..." la istigai a continuare.

"Tranquillo, chiamami pure Taylor! Penso sia ora di svegliarle , tra poco mangiamo ." mi informó tornando la mio padre.

Annuii e accarezzai la schiena della piccola bimba , per svegliarla dolcemente.

Non si svegliava,  così la tirai su e le dissi  "Connie, dobbiamo mangiare!" .

Da quanto avevo capito, la piccola Connie era una bimba molto affamata o che , semplicemente, adorava il cibo.

Lei spalancó gli occhi sorridendo.

Quella bambina mi piaceva da impazzire. E no, non fraintendetemi.

"Siediti qui, io intanto sveglio tua sorella , o , meglio ancora , la tua Sisabelle " lei non disse niente e sbadiglió sedendosi.

"Isabelle, ci sei?" le chiesi, scuotendole leggermente il braccio.

"Mammaa! Lasciami dormire! Stavo sognando!" e si giró.

"Isabelle... Sono Kyle. Tua madre mi ha detto di svegliarti : tra poco pranziamo"

Fredda come la neve fuori, calda come il Sole dentro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora