-Riflessioni-

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Uno fra i problemi più significativi della mia vita fu la servitù. La maggior parte erano ragazze ignoranti che provenivano da famiglie disagiate. A me spettava accoglierle, nutrirle, vestirle e donargli un letto su cui poter dormire. In cambio ricevevo solo insolenza, disprezzo e Dio sa cos'altro.

Da quando avevo messo piede nella residenza dei Nadasdy avevo i loro occhi maligni puntati su di me. Nonostante le punivo severamente erano sempre pronte a ricominciare e a rovinarmi l'esistenza. Per questo iniziai ad ucciderle, almeno cosí sapevo che non mi avrebbero più infastidito.

Dopo che seppi che la serva che aveva negato il mangiare a mio figlio era morta di ipotermia mi rallegrai. Nonostante ciò le diedi una sepoltura decente donando anche una prospicqua somma di denaro al sacerdote che avrebbe eseguito il funerale.

Un giorno Dorottya mi comunicò che una serva si vantava con le altre di essere andata a letto con mio marito. Si chiamava come me Erzsebet, era una ragazzina sui quindici anni, bella e loquace. Pensava di mettere in giro certe calunnie senza gravi conseguenze, illusa.

Ordinai di trascinarla nelle segrete, luogo a me fino ad allora sconosciuto, e di incatenarla. La ragazzina ora impaurita affermava di non aver detto niente su Ferenc, ma io fidandomi delle parole di Dorottya non le credetti. Ficzko le strappò i vestiti di dosso con una rapidità sconvolgente ed io iniziai a batterla con un bastone di legno, sempre più forte. Erzsebet gridava e chiedeva pietà per questo per timore che potesse allarmare i miei figli le cucii la bocca con ago e filo rimanendo stupita del lavoro di ricamo da me svolto. Infine per tapparli per sempre quella bocca maledetta ordinai a Ficzko di strangorarla fino alla morte.
Potei notare il suo viso che man mano cambiava colore da Rosa divenne bianco, da Bianco divenne olivastro; le sue pupille si rivoltarono all'indietro, provai quasi pietà per quella serva ma se solo l'avessi lasciata viva avrebbe continuato a infangare il mio nome e quello di mio marito contagiando, così, anche le altre sguattere che avrebbero potuto prendere esempio, non potevo permetterlo.

Anche a lei donai una degna sepoltura con tanto di donazione.

La Contessa Vampiro (Erzsebet bathory)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora