Dove sei mamma?

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La mattina mi sveglio presto.
Faccio una veloce colazione e esco.
Mi recò in comune per chiedere il nome degli abitanti di Londra...sarà difficile trovarla..
《Buongiorno》 mi dice una signora seduta dall'altra parte di una scrivania.
Ha i capelli neri raccolti in una coda disordinata e un paio di occhiali che porta alla fine del naso. La sua faccia è rugosa e ha la pelle secca.
《Buongiorno. Dovrei cercare una persona e mi hanno riferito che vive qui a Londra ma non so l'indirizzo.》 Dico timidamente io《non è che per caso posso visualizzare il registro degli abitanti?》
《È una parente?》
《si...vede...io sono sua nipote. Lei è mia zia》rispondo mentendo
《Nome?》 Mi chiede alzandosi gli occhiali che erano scivolati al fondo del lungo naso.
《Castle. Clara Castle.》
Ora c'è silenzio.
L'unico rumore che si sente è quello dei tasti del computer che spinge velocemente la signora.
Sono preoccupata lo ammetto.
《Non risulta nessuna persona a nome "Clara Castle"》dice infine rompendo il silenzio
《Ma ne è sicura? Ha controllato bene?》chiedo con la speranza che si sia sbagliata.
《Io non mi sbaglio mai. Se il nome non risulta sul computer significa che non abita a Londra》dice distruggendo tutte le mie speranze.
《Grazie comunque》rispondo educatamente.
Proprio mentre stavo per andarmene la signora mi ferma:
《Aspetta. Puoi provare a cercare nel registro Europeo. Io non ho accesso a questo, ma ecco il numero di chi può aiutarti》
《Grazie infinite signora》 le rispondo prima di uscire di fretta.
Lei accenna un leggero sorriso per poi continuare a smistare i fogli come faceva prima che io la interrompessi.

Perché la signora dell'ufficio ha mentito a Silvia?
Continuo a chiedermi; finché non incontro Alex.
《Hey uragano!  Che ci fai da queste parti?》
《Sto cercando mia madre. Mi presteresti il cellulare?》
《Certo》 risponde lui ancora un po' scosso per quello che gli ho detto
Compongo velocemente il numero sul cellulare di Alex.
Perfetto! Squilla.
《Pronto?》 Risponde una voce maschile.
《Salve. Mi chiamo Sofia Castle e sto cercando di trovare l'indirizzo di mia zia. Si chiama Clara Castle. Mi hanno detto di rivolgermi a lei che ha accesso al registro europeo degli abitanti.》
Spiego ansiosa io
《Mi dia un secondo》risponde
Sento delle voci di sottofondo. È una voce femminile credo. Sta discutendo con il signore con cui parlavo prima.
《Mi spiace non posso dirglielo per motivi di privacy》
《Oh non si preoccupi. Sono una parente.》replico io
《Mi dispiace. La signora Clara Castle non mi ha dato il consenso di comunicarle l'indirizzo. Buona giornata》

Dopo aver sentito quelle parole rimasi spiazzata.
Quella signora che parlava in sottofondo era mia mamma?
Perché non vuole che io sappia dove si trova?
Ho un sacco di domande che mi frullano per la testa.
Restituisco il telefono a Alex e corro via.
Vado al parco e mi siedo dietro un albero.
Guardo una bambina che gioca con la sua mamma e sorrido.
Se non fosse nata Katie la mia vita sarebbe stata felice. Sarei rimasta con mia madre per sempre e non sarei mai finita in orfanotrofio.
Passeggio fino a casa triste.
Senza un qualcosa di concreto.
Ormai è sera. Mangio qualcosa e mi stendo.
Guardo la foto strappata di me e Katie. Poi la infilo dentro un cassetto e lo chiudo a chiave.
....
....
....
Sono all'orfanotrofio. 
Siamo sul balcone del dormitorio.
Sto discutendo con Katie perché ha detto che la mamma ci ha abbandonate. Lei aveva solo 2 mesi quando ci ha lasciate e non può saperne nulla. Continua a dire che la mamma è cattiva e che ci odia. Non è vero. Lei non è così. Urlo cose brutte a Katie.
Poi la spingo. Lei spinge me e sbatto la testa contro il muro.
Mi alzo e contrattacco spingendola nuovamente. Lei inciampa sulle barbie.
Sta perdendo l'equilibrio.
E cade. Cade giù. Sento le sue urla.
Poi un rumore terrificante.
Infine silenzio.
....
....
....
Mi sveglio tutta sudata.
Menomale. Era solo un incubo.
Sono le 4:00
Mi alzo, faccio la doccia e mi vesto.
Vado in cucina e mangio una mela.
Mi siedo sul balcone a vedere il fiume.
È tutto buio.
C'è qualcuno seduto sulla panchina vicino al fiume. Sta osservando l'orizzonte proprio come me.
Ha un'aria famigliare.
Lo sapevo
Scendo di corsa.
Harry.

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