Capitolo 8

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-Benissimo...ho ottimi voti grazie anche ai miei amici che mi aiutano a studiare qualche volta- disse sicuro di se

-E la ragazza?- disse con un tono piuttosto strano

-i-io...non ho la ragazza son- non fece tempo a finire la frase che si sentì un colpo, la macchina sbandó e poi il silenzio.

"Che è successo?" si chiese l'uomo alzando la testa che d'untratto sentiva pesante, si massaggió la testa nel punto in cui l'aveva sbattuta nel frattempo guardó a destra e vide Eren svenuto con il sangue che gli colava dal naso al quella vista Levi slacció la cintura prima a lui poi al ragazzo, con preoccupazione lo scosse per cercare di farlo svegliare

-Eren svegliati! Svagliati-continava a ripetere e per sua fortuna il ragazzo aprí gli occhi e la prima cosa che vide fu gli occhi dell'uomo che appena lo vide sveglio lasció libero un sospiro di solievo ma ad un tratto lo sportello dalla parte del passeggero si aprì e una mano afferó il ragazzo sbattendolo fuori dalla macchina e scaraventandolo atterà con prepotenza e forza subito dopo il più grande scese dalla macchina in tutta fretta per soccorrere il ragazzo e quando lo raggiunse si chinó atterra e lo sollevò appena dopo pochi secondi si vide un uomo avvicinarsi a loro seguito da altri quattro

-ti avevo avvertito che te saresti pentito- disse in tono minaccioso e arrabbiato ma il moro non riusciva a capire chi fosse

-tu e quel marmicchio dei miei stivali la pagherete- e subito dopo partì un pugno come destinazione il viso del moro

-scusa non volevo mancare di rispetto- disse in fine allontandosi in tono sarcastico e da quella frase capì chi era, ma non era finita lì infatti l'uomo fece un cenno del capo verso i due e dopo quel cenno gli uomini si avvicinarono verso i due dove una volta sul posto due uomini presero il più grande per le braccia tenendolo fermo e con la faccia rivolta verso il ragazzo sembrava un vantaggio perchè così almeno non avrebbero fatto del male al ragazzo ma al più grande che si poteva anche difendere, ma si sbagliava, lo fecero allontanare di due metri dal ragazzo e poi si fermarono nel frattempo altri due uomini si avvicinarono al ragazzo alchè lì il moro capì che stava per succedere ma era troppo tardi, quando il ragazzo alzó lo sguardo gli fu sferrato un calcio nello stomaco seguito da un pugno sullo zigomo, un'altro calcio sulla colonna vertebrale e uno sulla faccia un pugno sulla nuca. Lo stavano massacrando e a quella vista il più grande cercó di liberarsi da quella presa ma non ci riusciva erano troppo forti ma quando vide il viso angelico e innocente del ragazzo, essere macchiato così da quelo liquido scarlatto, si accese in lui una rabbia che grazie ad esse con una gomitata im faccia a uno e un calcio nello stomaco dell'altro riuscì a liberarsi e correre dritto addosso agli assalitori del ragazzo che con agilità e facilità riuscì s metterli atterra in pochi colpi e a finalmente potè correre dal ragazzo che ormai era ridotto a una pozza di sangue, con delicatezza ma anche con fretta il più grande lo prese in braccio e non preoccupandosi del sangue che macchiava i sedili mise in moto la macchina e partì a tutta fretta verso l'ospedale

-L-levi...- inizió a parlare a stento il ragazzo con la poco forza che aveva

-stai tranquillo stiamo andando all'ospedale- disse lui subito con una nota di preoccuopazione ma la sua faccia non faceva esprimere nessuna espressione

-N-no...osp-pedale...ti p-prego- disse non riuscendo quasi a parlare e questo l'uomo lo aveva capito ma non capiva perchè il ragazzo non volesse andare in ospedale ma non volle fare domande al momento, le avrebbe fatte al momento più opportuno perció con un cenno del capo in segno di approvazione cambió strada e dopo mezz'ora arrivó davanti a un palazzo e dopo esservi entrato chiamò l'ascensore che lo portó al terzo piano, aprì una porta alla destra, entrarono in un'appartamento e si diresse in un'altra stanza in cui c'era un letto dove fece sdraiare il ragazzo mentre il più grande corse in bagno dove aprì un'armadietto contente cerotti, disinfettanti e garze, le afferó e si diresse in camera dove si trovava il ragazzo grondante di sangue, inizió a disinfettargli ogni ferita con del cotone e dopo mettervi sopra una garza per coprire il tutto e quando ebbe finito il ragazzo dagli occhi smeraldo incroció quelli del moro e svenne subito dopo per la stanchezza e per lo stress, l'uomo decise di sdraiarsi anche lui di fianco al ragazzo e subito dopo pochi secondi si addormentò anche lui, dormirono uno accanto all'atro sfiniti e doloranti

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