-N-no...osp-pedale...ti p-prego- disse non riuscendo quasi a parlare e questo l'uomo lo aveva capito ma non capiva perchè il ragazzo non volesse andare in ospedale ma non volle fare domande al momento, le avrebbe fatte al momento più opportuno perció con un cenno del capo in segno di approvazione cambió strada e dopo mezz'ora arrivó davanti a un palazzo, dopo esservi entrato chiamò l'ascensore che lo portó al terzo piano, aprì una porta alla destra, entrando con ancora in braccio Eren, in un'appartamento e si diresse in un'altra stanza in cui c'era un letto dove fece sdraiare il ragazzo mentre il più grande corse in bagno dove aprì un'armadietto contente cerotti, disinfettanti e garze, le afferó e si diresse velocemente in camera dove si trovava il ragazzo grondante di sangue, inizió a disinfettargli ogni ferita con del cotone e dopo mettervi sopra una garza per coprire il tutto, quando ebbe finito il ragazzo incastonó i suoi occhi smeraldo con quelli azzurro ghiaccio del moro e senza più forze svenne subito dopo per la stanchezza e per il dolore, l'uomo decise di sdraiarsi anche lui di fianco al ragazzo e subito dopo pochi secondi si addormentò anche lui, dormirono con la testa del più piccolo appogiata sul petto all'atro, tutte e due sfiniti e con il batti cuore per la paura e anche per un'eozione che si stava facendo strada nel loro petto.
Ore 10:27 a.m. ...
La luce penetrava leggermente attraverso le veneziane della camera da letto, facendo aprire pigramente gli occhi al più grande che confuso si mise seduto sul letto alzando la testa che gli parve pesante, allora cercó di alzarsi dal letto ma non riuscì nel suo intento visto che un peso era premuto sul suo petto e quando abbassò lo sguardo vide Eren addormentato sul suo torace e il braccio che stringeva la vita dell'uomo, all'inizio non capiva perchè il ragazzo era nel letto con lui ma dopo pochi secondi ricordó cos'era successo la notte prima e al ricordo di quello che quell'uomo aveva fatto alla creatura innocente che aveva tra le braccia ringhió con rabbia continuando a guardare la finestra e ricordando sempre di più l'immagine di Eren pieno di sangue e accasciato a terra privo di forze, e ogni volta sempre di più la rabbia saliva, i pugli si stringevano di più, fino a far lacerare la pelle delle nocche da quanto erano tirate, e con uno sguardo poteva farti diventare una statua di ghiaccio se finivi sotto il suo mirino ma poi spostò lo sguardo verso la creatura meravigliosa che dormiva su di lui e con una mano inizió ad accarezzargli i capelli color nutella e scombinati che possedeva, poi passó alla guancia toccando la sua pelle liscia ma ruvida in alcuni punti per via dei calci e dei pugni ricevuti l'altra notte, trascinó poi il dito fino a raggiungere le labbra che accarezzò dolcemente con il pollice e soffermandosi al taglio che aveva all'angolo del labbro inferiore, continuava ad accarezzarle fino al punto di non riuscir piú a smettere di fissarle e sopratutto desiderarle, ormai la sua mente era completamente vuota per fare spazio a un pensiero che diventava sempre più grande
"Lo voglio"
Alchè che si avvicinava sempre di più al viso del ragazzo addormentato di fianco a lui ma la mano si era spostata sulla sua guancia senza mai smettere di accarezzarla e senza mai distogliere lo sguardo dal viso del ragazzo, tutto cambió quando il ragazzo aprì gli occhi rivelando finalmente i suoi smeraldi che videro per prima cosa quelli azzurro-metallici di Levi, e se l'uomo prima era incantato dal ragazzo ora con l'aggiunta dei suoi occhi ne era ipnotizato e la stessa sensazione equivaleva a quella del ragazzo che con il braccio che era avvinghiato alla vita perfetta dell'uomo lo attiró verso di sé, senza che il più grande opponesse resistenza fino a quando i loro nasi si toccarono e le loro labbra si sfioravano a fior di pelle desideriose di conoscersi e toccarsi. Ormai mancava pochissimo all'unione delle loro labbra impazienti, i due stavano fremendo per il desiderio, ormai le loro labbra si stavano finalemente per incastonarsi allo scopo di formare un bacio lento e passionevole, ci siamo quasi ormai la distanza tra di loro è quasi inesistente permettendo alle loro labbra di cingiungersi sempre di più ed ecco che
DRIIIIIN DRIIIIIN DRIIIIIIN DRIIIIIN
Il telefono inizió a squillare e così il piú grande si alzó dal letto diretto verso il comodino, afferó il telefono e rispose per poi chiudere la telefonata dopo una trentina di secondi per poi depositare il telefono sul comodino e tornare verso il letto dove si sedette vicino al ragazzo per poi iniziare a parlare
-Come ti senti?- chiese senza alcuna emozione come sempre del resto
-M-meglio grazie- rispose con imbarazzo cercando di sedersi ma fu vano, il dolore alla schiena l'aveva avuta vinta facendo emetettere un gemito di dolore cosa che non sfuggì al più grande
-Stai giù, torno subito- gli disse per poi dirigersi verso la porta e uscire, intanto il ragazzo si accarezzava la guancia dove prima Levi lo aveva acarezzato e a quel pensiero sorrise nonostante il dolore su tutto il corpo e in particolare alla schiena ma questo non fece togliere il sorriso che aveva in volto, dopo pochi minuti rientró Levi con un tubetto in mano e una baretta di cioccolato nell'altra, si avvicinó al letto dove appogiò lo snak sul comodino dopo di chè aiutó il più piccolo a sedersi, gli tolse la maglia facendo svelare un fisico magro e muscoloso ma pieno di graffi profondi e lividi, a quel panorama ma anche a quello spettacolo orribile riaffioró la rabbia per quello che vide ma non lo fece notare e dopo aver depositato della crema sull'indice della mano inizió a spalmarla su un livido sul braccio, poi sulle costole dove c'erano quattro lividi, poi sulla schiena, sul collo e in fine sul petto, la crema che si aggiungeva sul suo corpo era fredda facendolo rabbrividire e le ferite doloranti facendo emettere smorfie di dolore, il tocco del piu grande era delicato e deciso facendo fremere il ragazzo di emozione misto al dolore nel mentre il più grande esaminava ogni centrimento di pelle del ragazzo come incantato
"È perfetto"
Pensò senza mai smettere di guardarlo.
Dopo aver finito gli porse la barretta che aveva precedentemente appoggiato sul comodino e il ragazzo con un sorriso la prese-Grazie- disse con imbarazzo e inizió a scartarla ma fu interrotto da più grande
-Eren- disse e all'udire il suo nome uscire dalle labbra del più grande fremette
-Perchè non volevi che ti portassi all'ospedale ieri notte?- concluse infine con questa domanda, il ragazzo si paralizzó all'improvviso e abbassò lo sguardo
"Cazzo e ora che gli dico"
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ecco a voi il nuovo capitolo in ritardo di una o due settimane😌 scusate ero impegnata con la scuola... Comunque secondo voi perchè Eren non voleva andare all'ospedale? Beh se continuerete a leggere lo scoprirete. Comunque io vi rigrazio per aver letto e mi scuso per gli eventuali errori di ogni genere. Se vi è piaciuto il capitolo laaciate un like⭐ Grazie e ciaooo❤
STAI LEGGENDO
Verdeargenteo
FanfictionEren, un ragazzo con occhi che sembrano due smeraldi, capelli lisci color nocciola, una pelle chiara ma non troppo, alto 1.80, un fisico magro muscoloso quanto basta. Ha 19 anni ma si comporta come un bambino di 12. Dopo la morte dei suoi genitori...