Capitolo 2

669 42 6
                                    

<<Ti è morto il gatto?!>> esclamò Emily non appena misi piede nella sua macchina. 

Alzai gli occhi al cielo e mi richiusi la portiera alle spalle.

<<Non volevo nemmeno venirci a questa stupida festa!>> sbottai sentendo la stretta allo stomaco farsi sempre più intensa. 

<<Ma devi uscire! Non puoi sempre stare nella tua stanza a studiare o a leggere quei tuoi dannati libri!>>. Mi guardò perentoria ma allo stesso tempo dolcemente.  

Sapevo che diceva così per il mio bene, ma io proprio non ne volevo sapere. 

Scossi la testa. 

Preferivo miliardi di volte passare il mio tempo studiando che uscendo. 

Preferivo perdermi tra le pagine di un libro, perché era più facile vivere la vita di altri che la mia. 

Mentre leggevo potevo immaginarmi di essere la protagonista, potevo provare emozioni che non avevo mai provato sulla mia pelle. 

Forse fu per quello che scelsi di laurearmi in letteratura inglese. 

<<Non potevi almeno truccarti un po'?>>, riprese. 

<<Lo sai che non sono capace>>, borbottai, <<E poi non mi interessa>>.

Sospirò teatralmente e poi mise in moto. 


Non ci mettemmo molto ad arrivare alla grossa villa dove si teneva la festa. 

<<Ricordami perché ho accettato di venire...>>, mi lamentai appena misi piede fuori dall'auto. 

<<Perché mi vuoi bene e non mi avresti fatta venire da sola?>>. Emily mi fece gli occhioni da cucciolo e non potei che sorridere. Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. 

<<Allora ricordami perché ti voglio bene>>.

<<Perché sono la migliore amica che si possa desiderare!>> esclamò.

La era veramente, ma questo evitai di dirglielo.

Una leggera folata di vento mi fece rabbrividire. Anche se era febbraio e faceva piuttosto freddo avevo indossato solo la felpa nera ed una canottiera al di sotto. 

Lanciai un'occhiata alle gambe nude di Emily ed al suo corpo fasciato da un tubino nero. Era favolosa, ma non aveva freddo?! 

<<Ti prego entriamo, sto congelando!>>, si passò le mani sulle braccia confermando i miei pensieri. 

Mi prese per mano e mi costrinse a seguirla verso l'enorme villa. 

La musica che pompava forte dalle casse si sentiva fin fuori e di nuovo quel senso di disagio e d'inadeguatezza si impossesò di me. 

Perché ho deciso di venire? Perché?! 

Feci una smorfia mentre mi lasciavo trascinare verso la festa che presto si sarebbe rivelata un totale fallimento. 

Mai stata baciataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora