La camminata dalla festa alla residenza per gli studenti era di almeno mezz'ora. Insieme a Darren però, il tempo sembrava non passare abbastanza lentamente.
Durante tutto il tragitto parlammo un po' di tutto. Dalla sua carriera sportiva al corso che avevamo in comune.
<<Mmm, beh grazie>> dissi in imbarazzo.
<<Sai, in realtà era da un po' che avrei voluto parlarti>>.
Iniziò a ridacchiare e si passò una mano tra i capelli.
<<Ti ho notata dal primo giorno. Eri stata la prima ad arrivare, ti eri seduta in una delle ultime file, e così hai fatto per tutto l'anno. Ti ho osservata per un po'. Ho notato che facevi di tutto per rimanere nell'ombra. Eri chiusa nel tuo mondo>>, mi fissava intensamente ignaro di quello che si stava scatenando dentro di me. In realtà nemmeno io lo sapevo... <<Però c'era qualcosa nel tuo sguardo...>> aggiunse, poi scosse la testa sorridendo imbarazzato.
Allungò la mano. Pensai che volesse scostarmi un'altra ciocca di capelli dal viso, ma invece questa volta si fermò sulla mia guancia. <<Non so...ma c'è qualcosa nei tuo occhi...>>.
Non so come mi ritrovai a rilassare il volto contro il suo palmo ed il suo si fece più vicino al mio.
Fu solo un leggero contatto. Una lieve carezza. Le sue labbra sfiorarono le mie per un solo istante. <<Buona notte Sophia>>.
***
<<Mamma!>> esclama una voce argentina riportandomi al presente.
Sfioro le mie labbra, metto da parte il computer e mi volto.
Due occhi particolari ed unici mi fissano furbetti.
Allargo le braccia ed un piccolo tornado ci si precipita in mezzo. <<L'hai finito?>> domanda eccitata. Le sorrido scuotendo la testa. Fa una piccola smorfia che mi fa ridacchiare.
<<Ma puoi raccontarmi la storia lo stesso?>>, mi fa labbruccio.
Qualcuno che si schiarisce la voce cattura la nostra attenzione. Ci giriamo entrambe e due occhi dello stesso colore della mia piccola ci fissano con amore.
<<Lascia lavorare la mamma, altrimenti il libro non lo finirà mai! Te la posso raccontare io la storia>> l'ammonisce dolcemente il suo papà.
<<Ma io voglio che sia la mamma a raccontarmela!>> si lamenta.
Sorrido assistendo a questa guerra che, come sempre, finirà con la vittoria della piccola Lily.
<<Per oggi ho lavorato abbastanza, va bene se io ed il papà te la raccontiamo insieme?>> propongo.
Il volto di Lily si illumina. <<Si!>> esclama battendo le mani.
La faccio scendere dalla mie braccia, le lascio un bacio e poi le dico: <<Intanto vai a mettere il pigiamino, io e papà arriviamo subito>>.
Annuisce per poi sparire oltre la porta del mio studio.
<<Scusa, ma mi è sfuggita da sotto al naso>>.
Sorrido a Darren mentre lentamente si avvicina a me. Mi porge la mano e mi metto in piedi. Mi attira a se stringendomi in un abbraccio. Dopo qualche istante le sue labbra sfiorano le mie. "Le uniche labbra che io abbia mai baciato". Quel pensiero mi fa sorride contro la sua bocca.
<<Perché sorridi?>>, mi guarda dolcemente.
<<Perché ti amo>>.
E lo amo davvero. Lo amo dalla prima volta che le mie labbra sfiorarono le sue. Lo amo perché per la prima volta è stato in grado di farmi sentire amata, accettata, desiderata e continua a farlo. Lo amo perché è stato la mia prima volta in tutti i sensi, e perché so che sarà anche l'ultima. Lo amo perché è stata una delle poche persone a vedermi veramente. A vedere quello che c'era sotto una felpa larga e nera. A vedere la mia anima.
Avevo quasi rinunciato all'amore prima di incontrare lui. Ma una cosa l'ho capita: NON BISOGNA MAI RINUNCIARCI!
<<Anche io ti amo, ma non hai dimenticato qualcosa?>> mi chiede strappandomi via dai miei pensieri.
Ci penso per un secondo storcendo la bocca. La sua si piega in un sorriso.
<<Buon San Valentino>> mormora prima di baciarmi con passione.
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Mai stata baciata
Short StoryStoria breve, di non più di 3000 parole, che partecipa al contest di San Valentino, indetto da @AmbassadorsITA. (Prompt #3 - Storia d'amore) #ValentinesContest2018 Sophia, la classica ragazza timida e un po' imbranata. Quella che per la sua timide...