Alle prime luci dell'alba il cielo si presentava terso, annunciando una di quelle mattine di risveglio [1], in cui il sole t'inonda di ottimismo e di energia e tutto sembra più sgargiante, persino il grigio del selciato. Il lungo sonno [2] era stato particolarmente freddo ed era durato più del solito, il risveglio lo aspettavamo tutti con trepidazione.
D'abitudine, aprivo la bottega alla campana della Prima, ma quella mattina avevo deciso di anticipare e di recarmi all'alba. Avevo finito di rimettere in sesto un arco, la corda era abbastanza logora, avevo dovuto cambiarla, cedendo alla tentazione di dare qualche ritocco di pennello dove il colore scarseggiava per via dell'usura. Decisi di recarmi prima del dolito, per ritagliarmi un po' di tempo e dare a quell'arco un'ultima lucidata, volevo che fosse come nuovo per Nathiv, suo proprietario e mio maestro.
Anche se non andavo più a scuola, Nathiv restava il mio maestro, conversavamo spesso e lui aveva sempre una risposta a tutto. Quasi tutto.
Ero sicuro che sarebbe piombato di prima mattina, impaziente di riavere il suo arco. Aveva da un po' superato i cinquanta risvegli e non insegnava più, per volere d'Elih Yzzir, il nostro Re, che aveva deciso che dopo i cinquanta, ogni essere umano non dovesse più lavorare, affinché potesse ancora gioire pienamente dei piaceri della vita.
Nathiv portava barba e capelli bianchi e corti, che sembravano ancor più candidi per il contrasto con il colore della pelle, nera come la brace. A dire il vero l'avevo sempre conosciuto con quell'aspetto, erano passati sei risvegli da quando la scuola per me era finita, ma lui era sempre lo stesso, sempre in forma, sfoggiava un corpo come se di risvegli ne avesse soltanto venti.
"Hai visto che giornata, Thaniel? Finalmente il risveglio! La stagione degli amori! I cinghiali saranno imprudenti, correranno dei rischi, perché hanno un solo pensiero in testa: trovarsi una femmina!" Rise di gusto, mostrandomi i suoi denti bianchi.
Diede due rapidi colpi di tosse, il suo modo per chiudere con l'ilarità e passare ad argomenti più seri: "Thaniel, la bottega è tiepida, il camino non l'hai acceso da poco. Tu non sei appena arrivato, tu sei arrivato molto prima, per dare un tocco finale al mio arco. Guarda che bella bottega che hai messo in piedi! E lo sai perché? Perché Thaniel? Perché tu ami il tuo mestiere, fattelo dire da uno che ha amato il suo!" Disse sgranando i suoi occhi turchesi.
Sorridevo, tenendo lo sguardo basso, mi spiazzava totalmente ricevere complimenti, non sapevo mai cosa fare, cosa dire, e così mi limitavo a tenere gli occhi puntati verso le mani, verso il tavolo, verso i piedi, verso un verme che passasse per caso, pur di non guardare in faccia il mio interlocutore. E la schiena un po' curva, come a voler celare quel cuore che si era gonfiato d'orgoglio.
"Ma insomma, la stagione degli amori comincia solo per i cinghiali? Hai sedici risvegli! Guarda che spalle, guarda che braccia, guarda che mascella squadrata che ti sei fatto! Quand'è che ti trovi una bella cinghialina anche tu?" E scoppiò a ridere.
Nathiv aveva decisamente l'umore alle stelle, come se quell'umore celasse una certa nervosità. Ma misi da parte quelle sensazioni pensando che il suo stato d'animo fosse legato al fatto che era una giornata di risveglio, che ritirava il suo arco e soprattutto che l'indomani sarebbe stato il Giorno del Cinghiale, durante il quale sarebbe andato a caccia con il re, nella Grande Foresta.
La Grande Foresta, un tappeto d'alberi che si perdeva a vista d'occhio, fin dove il cielo sfiorava la terra, inghiottiva interamente Thena, la nostra città, l'unico posto in cui ci fosse permesso vivere.
Alla Grande Foresta vi si accedeva tramite una delle quattro porte, la porta Ves, le altre tre furono sigillate trecento risvegli fa, ma si potevano ancora leggerne i nomi sulle gigantesche lastre di marmo poste sopra ciascuna delle porte: Ord e Ud in punti opposti e poi Es di fronte a Ves.
Ves veniva aperta solo nel Giorno del Cinghiale, che cadeva sempre in risveglio, secondo un complicato calcolo che prendeva in conto i movimenti di Muna e di Senia, la luna maggiore e la minore.
In quel giorno, il Re, i suoi sei ministri e i tre più alti dignitari di Thena, fra cui figurava il mio maestro, sarebbero usciti all'alba dalla porta Ves, al galoppo, i mantelli al vento e i raggi di sole alle spalle. La porta sarebbe rimasta aperta durante tutta la battuta di caccia, per assicurare un ritorno improvviso. I dieci sarebbero tornati al tramonto, con un carro carico di cinghiali.
I cuochi del castello e dei volontari, poi, avrebbero lavorato tutta la notte per preparare la Festa del Cinghiale, che avrebbe avuto luogo l'indomani nella piazza del Gran Campanile, con balli, canti, giochi, vino e carne per tutti, fino al crepuscolo.
Pensare alla Festa del Cinghiale serviva soprattutto ad esorcizzare la paura che attanagliava tutti noi, nel sapere che Ves rimaneva aperta per quasi una giornata intera.
Perché ben poco si sapeva della Grande Foresta e giravano diverse leggende e teorie al riguardo. Nessuno vi era mai rimasto oltre il tramonto.
Nessuno, tranne il Settimo Ministro.
Non fece mai ritorno.
Fu così che vennero sigillate le tre porte e costruite otto gigantesche balestre poste in cima alle mura di Thena. E venne creata la Guardia Perenne, che aveva lo scopo di pattugliare notte e giorno le lunghe mura di cinta, che abbracciavano Thena, i suoi campi e le sue fattorie.
C'erano voluti quattro mesi per costruire quelle balestre, ancora più maestose al confronto dei membri della Guardia Perenne.
I sei ministri si lanciarono occhiate compiaciute.
Elih Yzzir restava cupo, invece, lo sguardo all'orizzonte, qualcosa lo turbava.
Fece costruire un secondo campanile, dotato di una possente campana, la più grande mai costruita a Thena, del peso di trecento buoi, affinché il suo suono grave fosse inconfondibile. Venne così nominata la Campana Grave e non batté mai un solo colpo negli ultimi trecento risvegli.
Fu proprio quando stavo accompagnando il mio maestro alla porta della bottega che la Campana Grave tuonò.
[1] Il risveglio é una stagione, corrisponde alla primavera.
[2] L'inverno.
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Ciclo Revolver - Il Settimo Ministro (racconto)
Science FictionPossenti mura separavano Thena dalla Grande Foresta. Elih Yzzir, il Re Dio, e i suoi ministri governavano la città stato garantendo pace e prosperità, al prezzo di una rigida obbedienza alla legge. Muna e Senia, le due lune, simbolo del Bene e del...