capitolo-4

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ricordo a tutte le lettrici del linguaggio e frasi non appropriate che potrebbero dare fastidio, a vostro rischio e pericolo.
Buona lettura. xx

[...]
Risalgo velocemente le scale curiosa di sapere cosa dirà Dimitri del mio bellissimo lavoro appena fatto. Apro velocemente la serratura della porta con le mie chiavi e lo noto guardarmi in modo strano, come fosse sorpreso.
-ma mi spieghi come cazzo hai fatto a non spendere venti euro per quella roba? - mi dice seduto al piccolo tavolino guardando verso il basso e poi verso di me, come se stesse pensando o come se avesse puzza sotto il naso.
-é una bella conoscenza quel ragazzo, si eccita appena mi vede e non spreca tempo a farlo capire, cosí lo ricatto, tutto qui- gli dico facendo spallucce e dandogli la piccola bustina mentre mi avvio nella nostra camera.
-non é che ce li farà pagare bene questi soldi conservati in un'altra occasione? - rigira tra le sue mani la bustina per poi aprire ed annusare il prodotto ricevuto.
-no caro, fidati- dico quasi alzando la voce per far si che mi sentisse essendo dall'altro capo della casa, per poi continuare con: -lo ripagheró per bene io, eccome se devi fidarti- abbasso un po' la voce mentre lo dico e faccio un ghigno tra me e me compiacendomi da sola.
Mi ridirigo verso la cucina e prendo la mia bustina di erba con il mio accendino giallo, mi portava fortuna...non esageriamo.

-vado a fare quello che mi impedisci di fare con le tue rotture di cazzo Dimitri, a dopo- mi porto due dita alla fronte facendogli un saluto svelto e freddo prima di uscire di casa.
Cammino guardando l'asfalto udendo lo sfregarsi delle suole sul marciapiede mentre porto le mani in tasca stringendo la piccola porzione di plastica sperando che nessuno mi noti. Non ho mete precise per fumare ma so bene dove non potersi e dove potersi mettere senza essere sgamate.

Mi accovaccio alle radici di un albero e caccio fuori l'occorrente ma nel momento in cui sto per accendere il mio festino personale mi accorgo che il mio accendino manca di gas.
-merda.. - penso tra me e me.
Non demordo e continuo a schiacciare sperando in una piccola e importante scintilla.

-ma per caso serve questo? - sento una voce che non so ben definire dalla sua provenienza lontana.
Alzo la mia testa notando un piccolo accendino di un blu elettrico volare verso di me per poi prenderlo al volo e cercare di mettere a fuoco di chi fosse.
-oh oh! Ma guarda chi si rivede, l'alzabandiera per eccelenza- dico riconoscendo il ragazzo che mi vende la roba.
-tesoro mio, guarda che ho un nome- corruga le sopracciglia scherzosamente e si siede vicino a me guardando avanti verso una rete di ferro che separava il piccolo parchetto da una zona industriale.

Cazzo é vero, non ho la piú pallida idea del suo nome.
-sai sono stata impegnata molto a pensare altro quando ti vedevo- gli poggio una mano sulla coscia per poi stringerla impercettibilmente.
-piccola non istigarmi, anzi é meglio se me ne ritorno allo sporco lavoro, cosa ne dici? - si rialza scuotendo la testa e mettendosi le mani nella tasca dei suoi jeans neri, mentre io ho l'onore di guardarlo da quella prospettiva...
Nessuno puó capire in questo momento che effetto stia causando questo ragazzo ai miei ormoni.

-vuoi continuare a guardarmi? - inclina leggermente la testa spostando le mani dalla tasta fino a portarsele al petto e intrecciarle.
Nonostante quel richiamo non demordo e non stacco lo sguardo da lui prendendola come una sfida.
-voglio sapere il tuo nome- Alzo la testa verso di lui quasi indifferente alle sue parole e cacciando del fumo prelevato dalla sigaretta.
-sono Martin, e ritieniti fortunata perché il mio nome non lo dico a nessuna- dice quasi vantandosene ma non demordo.
-come mai fortunata, caro Martin? - mi alzo puntualizzando molto sul suo nome con un sorrisetto inciso sulle labbra.
-perché in mente ho tante cose belle da volerti fare, non come le altre che per poterci fare una scopata hai bisogno di fare qualsiasi stronzata loro vogliano, a me sembra anche che quasi ti piaccia quando faccio cosí, o sbaglio? - mi prende per i fianchi violentemente stringendoli... Dio mio ci avrei campato la vita con quelle mani li, come fa a essere cosí possente quando lo fa?
-hai ragione caro Martin, mi piace davvero tanto istigare i ragazzi a fare quello che voglio. - gli reggo il gioco mettendo le braccia attorno al suo collo.
-e tu invece come ti chiami? - mi sussurra sulle labbra.
-Britany Nowrasken, ma chiamami Brit. Sono originaria dell'Olanda. - dico sventolando i miei capelli lunghi e neri spostandoli dalla mia spalla.
- davvero interessante, anch'io ho questo sangue. - si passa una mano sotto al mento.  -una bella olandese tutta per me allora. - si mordicchia il labbro guardandomi dritto negli occhi.
-nah nah, uno sono solo originaria dell'Olanda e secondo... Tutta per te? Ei caro mio frena un po', non sono tua e di nessuno e ricordati ancora che con me devi sbloccarmi una parte per volta, altrimenti non tocchi nulla proprio. - gli punto un dito sul petto per poi allontarmi di poco da lui, solo per fargli capire cosa intendevo.
-sei tremenda quando dici cosí, tanto un giorno ti scoperó e non sarà l'unica volta.- mi fa un occhiolino e si dirige verso l'uscita del parchetto.

Butto la sigaretta e correndo lo raggiungo all'uscita.
-dove si dirige il nostro Martin?- gli dico scherzosamente trasformando la mia mano in microfono simulando un intervista.
-a lavoro purtroppo, sono anche in ritardo giornalista dei miei stivali. - ride guardando ai lati della strada per poi attraversare.

Ma io ritorno seria, quando sento parlare di lavoro mi si cambia l'umore, nonostante sia giovane non ho esperienza in nessuno dei campi lavorativi, non ho situazione agiate, ho una catapecchia come casa e figuriamoci se qui trovo lavoro.

-ei tutto bene? Io devo andare rischio di far ancora piú tardi.. - mi dice sventolandomi una mano avanti al viso facendomi riprendere dai miei pensieri.
-oh certo, tutto bene tranquillo. - noto un grande portone rosso davanti ai miei occhi.
-é qui che lavori? - era davvero strana quell'entrata chissà che lavoro faceva.
-si si, é un posto molto particolare. Vuoi entrare? Ci dai un'occhiata-
Perché é cosí gentile, perché stiamo parlando in questo modo cosí... normale?

Mi apre la porta che cigola davvero tanto, un rumore assordante e fastidioso rimbombava nelle mie orecchie. Mi guardo intorno e...
[...]


Hola a tutti, sto cercando di portare regolarmente e piú spesso capitoli perché vorrei portarlo davvero avanti questo racconto, spero che vi piaccia perché non é stato facile trovare ispirazione.
Detto questo: qualcuna riuscirà mai a capire dove lavora Martin?

Dangerous. ~Martin Garrix~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora