12. Mi avete mentito

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Ho intenzione di urlare e rompere tutto quello che mi passa sotto mano se non ottengo le risposte che cerco. Adesso devono smetterla di giocare è arrivato il momento di fare i seri. Posso perdonargli tutto, che mi abbiano reso un mostro ,che mi abbiano protetta quando io non solo non glielo avevo chiesto ma non ne sapevo nulla, ma non gli perdonerò il fatto che conoscevano una parte della mia storia che in cinquecento anni non mi e stata detta.

- VICTOR.

Urlo aprendo la porta con rabbia e entrandoci dentro attirando lo sguardo di tutti i vampiri che si stavano esercitando per la guerra.

- Tesoro non c'è bisogno che urli nonostante l'età ci sento ancora molto bene.

- TU LO SAPEVI?

Gli urlo contro senza avvicinarmi se ci sarebbe stato, uno scontro volevo essere attrezzata cosi rimasi vicino le spade che abbellivano la stanza.

- Che cos'e che dovrei sapere?

Mi chiede tranquillo come se non avesse nulla di cui essere incolpato.

- Tu sapevi che sono stata adottata.

Gli chiedo con voce più calma mentre notavo che tutti i vampiri della stanza si erano fermati a fissare noi.

- Non so di che cosa parli, tesoro.

Mi sento rispondere da Victor con voce tranquilla, ma lo conosco molto bene e quando ha questa voce da ragazzino innocente, vuol dire che e colpevole. Ma io non c'è  la faccio più ad essere presa in giro, cosi a velocita vampiresca stacco una spada dal muro e gliela pugnalo nello stomaco scatenando un suo urlo di dolore.

- TU SAPEVI CHE GLI SMIT NON ERANO LA MIA FAMIGLIA.?

Gli urlo contro con odio, disprezzo e disgusto per colui che diceva di amarmi

- Si noi sapevamo che sei stata adottata.

Sento rispondere da una voce alle mie spalle e Louis, da tutti mi potevo aspettare un tradimento ma mai da Louis. Di colpo estraggo la spada dall'addome di Victor ricevendo in cambio un suo urlo di odio nei miei confronti.

- Chi altro lo sapeva.

Chiedo in modo calmo continuando a guardare Victor.

- Ginevra.....

Cerca di ammonirmi Louis, alle mie spalle.

- CHI ALTRO LO SAPEVA.

Urlo voltandomi verso Louis.

- Tutti e quattro lo sapevamo.

Risponde Walter, che si trova tra la folla di vampiri che guardavano la scena senza muovere un muscolo.

- E voi due che in questi secoli mi avete detto di amarmi non me lo avete mai detto. VOI DUE CHE DICEVATE DI AMARMI NON AVETE MAI PENSATO CHE MERITASSI DI SAPERLO.

Urlo ancora, non riesco a calmarmi, loro che si battevano a duello per il mio amore, loro che avevano ucciso qualsiasi altro uomo si sarebbe solo permesso a sfiorarmi mi avevano mentito.

Presa dall'ira presi la spada che avevo ancora in mano e con forza la scaraventai su Louis, pugnalandolo alla gamba destra.

- Signori se volete vincere questa guerra ricordatevi del momento sorpresa.

E con queste mie ultime parole esco dal salone dirigendomi verso la mia camera, con l'intento di preparare le mie cose e andare via, sarei rimasta in paese ma non sarei rimasta in quel castello.

- Dove pensi di andare?

Mi sento chiedere da Louis che si e ripreso velocemente dalla mia pugnalata, lasciando come ricordo solo i suoi pantaloni sporchi di sangue.

- Ho intenzione di andare via da questo castello, ma tranquilli parteciperò allo scontro non sono una codarda mi prenderò le mie responsabilità.

- Tu non andrai via da qui.

Mi risponde varcando la soglia della camera.

- E come vorresti impedirmelo?

Gli chiedo, avvicinandomi a lui, non ho paura dell'uomo che ho davanti perché non e un uomo e un mostro proprio come il suo creatore.

- Ti ucciderò.

- Provaci sono veramente curiosa di sapere come farai.

Gli rispondo da un palmo del naso. Ma improvvisamente sento quella distanza colmarsi del tutto per poi sentire le sue labbra sulle mie, avevo quasi dimenticato la sensazione che avevo ogni volta che le labbra di Louis si univano con le mie, avevo dimenticato la sensazione bellissima che provavo quando mi stringeva a se per paura di scappargli dalle mani, ma non sono più la Ginevra di una volta che si faceva abbindolare da un bacio o da una carezza.

- No lasciami.

Gli ordino dopo essermi staccato da lui quel poco per poterlo guardare negli occhi.

- Sono furiosa con voi come vi siete permessi a decidere per me a non dirmi che sono stata adottata.

- Ci aveva chiesto tuo padre di non dirti nulla.

Sento rispondere da una voce sulla soglia della porta che ci guarda, e Victor. Improvvisamente sento tutto sbagliato mi separo da Louis per poterli guardare entrambi.

- E perché?

- Aveva paura che sapendo chi era il tuo vero padre tu potessi scappare da lui o ti saresti uccisa.

- Il mio vero padre era veramente cosi terribile?

Gli chiedo con calma come se circa dieci secondi fa non gli avessi urlato contro e pugnalato con una spada.

- Ci racconto che era un vampiro, molto antico e forte che non voleva crescerti perché tua madre era morta per averti messa al mondo.

- Tutto di me gli ricordava la sua sposa per questo decise di portarmi via da dove ero nata e di darmi a una famiglia che avrebbe potuto badare a me e darmi tutto quello che meritavo.

Conclusi io al posto suo la storia, e impossibile che sia proprio io quella bambina e impossibile.

- Come fai a saperlo?

Mi chiede Louis.

- Perché ho già sentito questa storia.

Gli rispondo prima di uscire velocemente dalla stanza e dal castello senza nessun preavviso. Le uniche che potevano darmi delle spiegazioni erano loro e stasera avrei saputo tutto, a costo di ucciderle.

Angolo Autrice
Scusate per gli errori.
Ed ecco un altro capitolo per farmi perdonare per la mia assenza in questa storia.

La Vampira cacciatrice di Vampiri ||CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora