Capitolo 3

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Sopra di lei si stagliava un villaggio pullulante di capanne, osservava uomini portare dentro assi di legno ed altri andar via e scomparire nel bosco adiacente come fumo. Un focolare ardeva prepotente nell'atmosfera che li circondava, proteggendoli dal freddo dell'inverno che minacciava tutti quanti. Le donne si avvicinavano per scaldare le loro mani, coperte da geloni e corrose dalla temperatura. Trovavano una sorte di sollievo nelle lingue di fiamme che le sfioravano con delicatezza, senza far loro del male.

Nonostante questo Allison non sentiva lo stesso conforto che avrebbe dovuto sentire, il calore del fuoco le era addirittura estraneo in quel suo sogno così inverosimile. Provò ad avvicinarsi ai bambini del villaggio, ma nessuno di loro la vide, continuarono a giocare, passando oltre la sua figura. Nessuno seppe riconoscere la sua presenza, il suo spirito sembrava vagare in cerca di qualche anima sola come lei.

Continuò a studiare anche il più piccolo dei movimenti di quei personaggio così bizzarri, sicura del fatto che non li avrebbe ricordati per ancora molto.

Il braccio di Allison venne tirato da due ragazze entrambe bionde e con degli occhi quasi fluorescenti. La loro chioma era stretta in una lunga treccia, decorata con delle margherite appena raccolte. Una delle due le sorrise dolcemente, le mani affusolate le sfiorarono una guancia. L'altra aveva in mano un secchio pieno di acqua, o almeno era quello che sembrava.

"Trova i quattro."

All'unisono le ragazze profetizzarono queste parole, poi gettarono l'acqua addosso ad Allison. La sua pelle iniziò a bruciare come carbone ardente, cercò di gridare senza riuscire ad emettere un minimo suono. La sua voce si perse nel buio del suo subconscio, mentre tutto il suo corpo avvampava fino a diventar cenere.

Allison si svegliò di colpo. Il petto scendeva e si abbassava con rapidità e la sua fronte era imperlata di sudore. Giurava di sentire ancora il calore che l'aveva assalita qualche secondo prima, così si alzò per farsi una doccia fredda.

Proprio in quel momento bussarono alla sua porta, con un'insistenza che non pretendeva attese. Trovò Diana, la minore dei Baker, con un vassoio pieno di biscotti ed una tazza di caffè. "Buongiorno Allison... dormito bene?"

Fu più una domanda retorica, ma la gentilezza della ragazza andava sempre oltre l'ovvio, come se non si riuscisse a fermare alle apparenze. Per lei avere sotto lo stesso tetto un uomo pieno di lividi non per forza significava avere a che fare con criminali, forse per questo il motel era colmo di gente così.

"Ho avuto notti migliori, grazie Diana."

Appena la porta fu chiusa richiamò alla mente tutte le sue forze per arrivare al bagno e farsi una doccia, immergendo i suoi stessi pensieri nell'acqua tiepida di quella mattina. Avrebbe dovuto fare da guida a Morgan, questo non lo aveva dimenticato di certo. Anzi, a dir la verità ci aveva pensato per quasi tutta la sera, prima di addormentarsi e vagare tra i suoi incubi giornalieri.

Non sapeva che tipo fosse, da dove provenisse. Non aveva abbastanza informazioni utili riguardo la sua persona e di certo non poteva chiedere a Diana, sarebbe stata una scena imbarazzante per entrambe. Chiamare Sebastian era fuori discussione, lui stesso l'aveva lasciata lì senza darle notizie che potessero servirle, anche solo per proteggersi.

D'altra parte, sapeva che il suo amico non l'avrebbe mai reclusa con un pazzo omicida, quindi si costrinse a far tacere le sue preoccupazioni.

I vetri del bagno erano ancora appannati quando finì di vestirsi per fare colazione, ogni tanto aveva l'abitudine di disegnarci sopra anche il minimo schizzo, la più piccola idea che le passasse per la mente.

Una seconda volta bussarono alla sua porta, ed Allison sperò con tutto il cuore che non fosse proprio Joshua. Una chioma scura entrò immediatamente nel suo campo visivo, rimase per un attimo zittita alla vista del maglione a V blu scuro che aderiva perfettamente al suo torace.

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