Sebastian Baker era un uomo abbastanza noto fuori le mura del suo motel e della stessa Londra. La sua fama lo precedeva, le azioni che aveva compiuto sembravano descriverlo ancor prima che aprisse bocca, ma solamente ed unicamente lui sapeva chi realmente fosse, poiché nessun essere umano agisce dinanzi i suoi simili smascherando la risposta del punto interrogativo a cui tutti ambiscono di raggiungere.
Tra disonesti e truffatori, si era sempre distinto come la stella più luminosa tra i buchi neri che orbitavano attorno al Regno e al mondo al di là. La sua dote non era sicuramente frutto di qualche eredità: il padre era stato condannato dal suo vecchio sovrano e la madre l'aveva abbandonato nella frazione di secondo in cui aveva dato alla luce sua sorella Diana.
Lui, d'altro canto, aveva sempre definitivo i suoi affari con modesta precisione e con una serie di poche ma buone parole. Forse il suo talento nella negoziazione lo aveva portato fin sopra la cima dei suoi desideri, ma con il passare del tempo quel sogno che tanto bramava da giovane si era sfumato in una lunga tela. Era angosciato da ciò che sarebbe accaduto nei giorni a seguire, ma altro non poteva fare se non ubbidire a chi, nella scala sociale, lo precedeva.
Ogni tanto capitava di svegliarsi nel cuore nella notte con un magone in gola così forte da non farlo quasi respirare, nei sogni tutti hanno la possibilità di ritornare alla memoria e torturarti fin quando il tuo subconscio non sarà sfinito. Gli incubi, poi, erano un pozzo senza una fine. A distanza di anni risuonava ancora nella sua scatola cranica le grida e le urla di quella notte, il fatidico giorno dove le Dee dipinsero un bersaglio sulla schiena di ogni testimone al regicidio degli Amatis.
Era ridicolo come un semplice nome potesse elargire tanto potere e come, allo stesso modo, fosse così facile da revocare. Ma questo era il volere che sanciva ogni loro decisione ed altro non potevano fare se non vivere fingendo di essere padroni della loro sorte.
Gli occhi di Sebastian scrutarono ogni potenza rappresentata da uomini eleganti e attenti ai particolari, con la probabilità che quest'ultima caratteristica avrebbe portato soltanto problemi ed altrettanti disagi. Tutto quel trambusto per un'unica causa.
Sebastian sapeva quanto costava la caduta di un trono antico quanto le sue Dee, ed aveva tutte le prove attorno al tavolo dove lui stesso occupava un posto, il secondo più importante di tutti.
Adrian Douglas si fece avanti di fronte le bocce fameliche di tutti i suoi colleghi, in attesa della domanda che invadeva la mente dei presenti. "Baker, avremmo il grande desiderio di comprendere dove si trova in questo momento il nostro Lyucos"
Aveva una voce roca e lenta, frutto di tanti anni di pazienza divisa tra la famiglia e il lavoro che faceva. La gestione del mercato nero era forse uno dei settori più importanti che si dovesse tenere tra le redini, e solo un uomo come Douglas poteva ricoprire la carica con eccellenti risultati.
Sebastian si accigliò per un solo secondo, in cerca di una risposta abbastanza succulenta da poter frenare la fame dei felini a quel tavolo. "Il nostro Lyucos è nelle sue piene facoltà di reggente, molto presto sarà qui in carne ed ossa."
"Polvere e cenere forse, signor Baker.", la candida voce di Catharine Spencer lo percosse fin dentro le ossa. Avesse osato proferire peggior parola contro il proprio Lyucos, le segrete sarebbero state aperte solo per lei. La ragazza lo bloccò nel dire qualcosa, fissandolo intensamente. "Non mi fraintenda, io come tutti voi serviamo il nostro Re con la massima dedizione e siamo a conoscenza dei folli piani del nostro Lyucos, nonostante dalla sua bocca non sia uscita neanche una sillaba. Ma la gente sotto i nostri domini sono irrequieti, esigono delle risposte concrete. Non ti aspetterai forse, Sebastian, che mentiamo per coprire Morgan?"
Il sangue di Sebastian scorreva velocissimo dentro il suo corpo, riconosceva quando dar da mangiare loro e quando non farlo. Jonathan però non era stato così incosciente a lasciarli senza cibo, "Il nostro Lyucos tornerà con una Reine, sicuramente le vostre povere preoccupazioni sono molto più che infondate. Temporeggiate se sarà necessario, ma la notizia non si diffonderà oltre quella porta."
Scandì le ultime parole con lentezza, ma sapeva che tutti parlano, anche dietro le spalle del proprio sovrano. Fissò negli occhi ogni singolo soggetto, sfidandoli a replicare o semplicemente aggiungere legna sul fuoco già acceso da tempo.
"Mi fido ciecamente di Morgan, ma è una giusta decisione quella che sta prendendo?" chiese Gregory Churchill. Era quello che Sebastian più sopportava in mezzo agli altri, Jonathan gli aveva affidato il compito di generale assoluto dell'esercito. Ammetteva che fosse un abile stratega, pronto a qualsiasi battaglia e intelligente. Un uomo affascinante quanto egocentrico.
"Spero solo non sia troppo simile alla sua gente" commentò Douglas, seguito da una risata sotto i baffi da parte di Catharine.
L'umore già grigio di Sebastian si stava trasformando in un nero intenso, così prese un sonoro respiro. "È una scelta saggia, Gregory."
"Per motivi di cui noi non siamo a conoscenza, ovviamente."
Nelle parole che aveva appena profetizzato Lucius Maitland riconobbe una nota di accusa. "Voi siete dei consiglieri, come tale il vostro unico compito è quello di consigliare, non di essere a conoscenza di fatti che non sono importanti per le vostre facoltà. Vi terrò aggiornati."
Sebastian lasciò la stanza con i nervi a fior di pelle, mentre Catharine recitava la sua cantilena preferita:
"La giustizia è la forza dei re,
la furbizia è la forza della donna,
l'orgoglio è la forza dei pazzi,
la spada è la forza del bandito,
l'umiltà è la forza dei saggi,
le lacrime sono la forza del bambino,
l'amoredi un uomo e una donna è la forza del mondo."

STAI LEGGENDO
Amatis
Fantasi"Girerò tutto il mondo affinchè la mia famiglia sia l'unica a regnare." La lama del coltello colpì fino in fondo il cuore di Julian. Boccheggiò in cerca di aria, le mani s'imbrattarono di sangue. La sua vista sbiadì, le forze lo abbandonarono per se...