Allison si svegliò con la schiena a pezzi. La spada che aveva usato ieri con Joshua le aveva procurato dei calli sulle mani, non poteva ancora credere a quello che era successo il giorno prima. Era come se il suo braccio e l'arma si fossero fusi per diventare un unico arto, si era mossa con una tale agilità che sembrava possedere da quando era piccola.
Si domandava ancora come fosse stato possibile, mentre si spogliava per andare a farsi un bel bagno caldo. L'acqua calda l'aiutava a sciogliere la tensione e tutti i pensieri negativi che aveva, la faceva sentire una ragazza diversa, senza pensieri. Eppure le situazione su cui riflettere non le mancavano, infatti non trovava ancora una risposta al perché un ospite come Joshua potesse essere ancora lì e perché volesse passare tutto questo tempo con lei. Odiava ammettere che un po' di compagnia non le dispiaceva, ma era una bambina cresciuta in mezzo ai quartieri più degradati della città e conosceva bene a cosa poteva portare ogni tipo di dipendenza, di odio o emozione. Non era un'ingenua, questo lo si capiva. Si sentiva anzi abbastanza fortunata ad esser così, non era mai stata presa in giro e non si era mai esposta più di tanto con le poche relazioni che aveva avuto con le altre persone.
Quando finì il suo momento di riposo e relax, scese giù per fare colazione così avrebbe deciso cosa fare per il resto della giornata. Appena varcò la porta le fu facile trovare Joshua e Sebastian nello stesso tavolo, mentre facevano una discussione animata sul perché ai supermarket non si possono comprare più di due confezioni di caffè.
"Buongiorno" disse Allison passando accanto ai due.
"Buongiorno" risposero entrambi. Sebastian era molto più in forma rispetto a ieri, indossava un completo di tuta blu elettrico e ciò significava che sarebbe uscito di lì a poco per fare una corsa mattutina. Joshua era ancora assonnato, Allison lo sentì dal tono della sua voce quando disse "Siediti con noi" rivolgendole uno sguardo amichevole.
Prese posto tra i due giovani, "Ti vedo in forma Sebastian, stai andando a correre?"
Quest'ultimo sorrise alla ragazza, "Sì, avevo giusto la voglia di sgranchirmi le gambe prima di mettermi a lavoro. Vuoi venire con me?"
"Oh ti prego, Allison dì di no. Ha provato a convincermi ad andare con lui, ed adesso vuole coinvolgere anche te in questo cerchio Infernale." Joshua inclinò la testa verso il suo amico, sfidandolo a ribattere ciò che aveva appena detto.
Allison non ebbe il tempo di rispondere, tutti e tre si voltarono verso la porta che era appena stata aperta. In un posto qualsiasi non sarebbe di certo stata un'azione da acclamare, ma quello non era un posto qualunque e non lo sembrava neanche la persona che vi mise piede.
Era la tipica donna che Allison avrebbe definito come una signora proveniente da una potentissima e ricchissima famiglia dell'Inghilterra, di quelle che non avrebbe voluto figli perché portavano stress e orgogliose del loro marito, il quale tornava a casa stanco dal lavoro che gli faceva guadagnare chissà quanti soldi all'ora.
Sebastian assunse uno sguardo indagatore, accavallò le gambe mentre osservava il passo lento e felino della donna avvicinarsi a noi. Aveva i capelli di un biondo quasi accecante e gli occhi così grandi che sembravano volessero catturarti l'anima. Il suo tubino blu aderiva perfettamente ad ogni parte del suo corpo, si poteva notare anche la curva dei seni ed Allison non fece altro che guardarla mentre prendeva posto proprio di fronte a lei. Joshua non parlò subito né si voltò verso la sua direzione, la ragazza notò che nel suo viso era dipinta un'espressione di rabbia e sorpresa allo stesso tempo.
Dopo un lungo momento di silenzio, la donna allungò la mano verso Allison, "Catharine Spencer, piacere di conoscerti". Aveva sicuramente qualche anno più di lei, sebbene questo non si notasse. Riusciva a portare un certo charme, anche se non si poteva dire che fosse una donna elegante, non possedeva quella semplicità e pudore che l'avrebbe resa tale. Era il riflesso della sfacciataggine di una donna vanitosa e troppo sicura di se.
Allison non si disturbò a ricambiare le presentazioni, né lo fecero i ragazzi ai suoi lati.
"Con una certa insolenza..." disse Catharine, come se stesse dando voce ad un flusso di pensieri, "Complimenti" disse questa volta rivolgendosi a Sebastian e Joshua.
"Allison, puoi lasciarci un attimo da soli con la nostra carissima amica Catharine?" chiese cauto Sebastian, che non aveva staccato neanche di un minuto gli occhi dalla donna.
Così, mentre la ragazza si allontanava senza far domande, i tre seduti al tavolo caddero in un silenzio tombale. Fu Joshua che lo ruppe, ma non con le parole. Il suo sguardò passò prima su Sebastian e poi su Catharine, e non ci fu bisogno di proferire nulla. La signora Spencer iniziò a pentirsi per essersi catapultata lì senza nessun preavviso, e il sentimento di insicurezza che stava crescendo dentro di lei si fece più intenso quando Sebastian le chiese "Cosa ci fai qui?"
Catharine, nonostante tutto, si mostrò per ciò che sempre appariva: una donna con autostima e sicurezza. Non a caso faceva parte dei consiglieri del Lyucos. "Il Druido ci ha incalzati di velocizzare i tempi."
"Chi ha incalzato?", la voce di Joshua tuonò come il ruggito di un leone nel pieno della savana.
"Me, Douglas, Churchill e Maitland" disse, "Il momento della Luna Crescente si sta avvicinando ed ancora non siete neanche al punto di partenza".
Il suo Lyucos la guardò con amarezza, proprio come le parole che lasciarono la bocca di Sebastian "Il nostro Lyucos vi ha fatto una promessa, e stanne certa che la manterrà. Non è a capo di un gruppo di bambini, sa quello che fa. Nonostante le circostanze, Catharine, sappiamo che non sei venuta qui solo per darci un ultimatum da parte del Druido".
"Noi consiglieri non siamo più in grado di tenere a bada i ribelli. Vogliono delle certezze e sicuramente un sovrano assente che promette situazioni palesemente impossibili non è ciò che ci serve".
"L'impossibile è relativo" rispose Joshua, "Farò un'udienza a breve, così potrò rasserenare gli animi di coloro che stanno perdendo la retta via."
"E lei?" aggiunse Catharine prima che il suo Lyucos potesse congedarla, "Lei dovrebbe essere la nostra sovrana? La persona a cui dovremmo prestare servizio ed omaggio?"
A Sebastian sembrò che la donna avesse toccato un argomento scomodo per l'amico, lo vide infatti serrare la mascella e voltarsi nuovamente verso di lei.
"Catharine, non mi servono i tuoi pregiudizi. Sono il tuo Lyucos e dovesti aver fiducia in me, non vorrei pensare che sia proprio tu, tra i miei consiglieri, a dare legna da bruciare agli animi ardenti dei ribelli".
Così il sovrano lasciò la stanza, la sua parola sarebbe stata l'ultima com'era giusto che fosse.
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Amatis
Fantasy"Girerò tutto il mondo affinchè la mia famiglia sia l'unica a regnare." La lama del coltello colpì fino in fondo il cuore di Julian. Boccheggiò in cerca di aria, le mani s'imbrattarono di sangue. La sua vista sbiadì, le forze lo abbandonarono per se...