capitolo uno

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09 Marzo 2018, New York

Era così noioso ascoltare le riunioni, anche se era stata proprio Pyper ad insistere nel poter partecipare a quest'ultime. Però le volte precedenti avevano rifiutato la sua richiesta, lei era la segretaria e non aveva carte in tavola per poter assistere o commentare una riunione, ma quella volta fu diverso. Lo aveva chiesto a Louis, che era stretto compare al signor Phillips -alias capo di tutti i capi- e stranamente le aveva permesso di partecipare alla riunione che si doveva tenere alle undici. Non era eccitata; la sua collega di lavoro Danielle aveva assistito a diverse riunioni più o meno importarti, e le aveva riferito che ci si annoiava un bel po'. La stessa Danielle, prima di entrare nella grande sala-riunioni, aveva raccomandato Pyper di essere gentile e garbata con i modi. Pyper l'aveva subito liquidata, promettendo di essere educata.

No, non era una ragazza maleducata, ma aveva il vizio di dire il cattivo delle cose anche in un contesto non opportuno -come appunto quello del lavoro-, e ciò dava fastidio, e non poco, al signor Phillips. Quando entrò in sala era tutto in perfetto ordine e c'era un buon odore. Prese posto all'ultimo, in modo da essere abbastanza distante dal proiettore e dalla lavagna bianca, e si guardò intorno.

Tecnologia.

Nella sua vecchia scuola era l'unica ad amare quella materia. Una ragazza che ama la tecnologia, strano ma vero. E quella ragazza era Pyper. I suoi genitori le avevano consigliato di fare il medico, ma odiava tutti quegli argomenti sulle malattie e altre cose strane. Preferiva invece, il campo dell'elettronica e tutti i suoi prodotti. Nella PTC non avrebbe mai voluto essere una semplice segretaria; avrebbe voluto occuparsi di qualcos'altro, come il design di computer oppure la mente creatrice dei robot. Ma il signor Phillips era piuttosto rigido nella sua azienda: non voleva ragazze all'opera. E Pyper stentava ancora a crederci, perché aveva studiato quattro anni all'università, ottenendo degli ottimi risultati, si era laureata pronta a lavorare seriamente, e quando seppe che suo padre aveva inviato il suo curriculum alla grande azienda dei Phillips, fece i salti di gioia. Di certo, non si aspettava di certo che il signor Phillips l'avrebbe assunta come semplice segretaria -considerando che aveva delle ottime capacità per fare qualsiasi altra cosa nella sua azienda- ma lo aveva accettato. Phillips pagava bene.

La stanza si iniziò a riempire di uomini, alcuni anche sconosciuti. Fece un cenno col capo in segno di saluto quando vide Harry sedersi di fronte a lei. Harry si occupava di analizzare, esaminare e verificare una situazione fiscale e si occupava anche della massimizzazione dei profitti dei clienti. Un contabile. Tutti e due erano stati assunti da Phillips nello stesso giorno, solo che lui il colloquio già l'aveva fatto, doveva soltanto assicurarsi di essere stato assunto, ed era stato così gentile a distrarla dato che ella era davvero nervosa. Era davvero un bravo ragazzo, lui. Avevano l'abitudine di vedersi vicino al distributore di caffè e chiacchieravano, ma oltre quello non facevano null'altro insieme. Lui lavorava al quarto piano, lei al terzo, quindi riusciva davvero difficile incontrarsi.

Finì di giocare con la penna quando vide tutti i presenti alzarsi in piedi, dicendo in coro 'buongiorno' come se fossero in una chiesa. Lei fece lo stesso, seguendo con lo sguardo il sedere di Phillips che arrivò alla fine del tavolo. Phillips voleva sembrare a tutti i costi un uomo di classe, voleva apparire sempre pulito e sistemato. Pyper aveva imparato a conoscerlo, durante quell'anno. Aveva l'abitudine di portare i capelli bianchi ricoperti di gel, non aveva la barba -non l'aveva mai avuta- e indossava sempre lo stesso smoking. Non era il solito uomo che incudeva timore, o almeno non faceva paura a Pyper. Sapeva tenergli testa, e forse è proprio per questo motivo che lui aveva iniziato un po' a punzecchiarla.

Il capo si sedette, e invitò gli altri a fare lo stesso. Poi iniziò a parlare: "Allora, buongiorno a tutti. Volevo aggiornarvi sulla decisione presa da me riguardo le nuove innovazione che dovrebbero, in teoria, portarci avanti rispetto alle altre aziende," prese a gesticolare. "Quindi, ho creato per voi un nuovo orologio, capace persino di leggere nel pensiero!" esclamò, entusiasta. Le persone presenti iniziarono a commentare sottovoce mentre Pyper aggrottò le sopracciglia, curiosa di sapere altro. "Lo so', lo so', siete impressionati ma, vi assicuro, che questo aggeggio sarà capace di capire quello che state pensando e quello che volete fare." lanciò tramite il PC l'immagine sul proiettore, mostrando a tutti di cosa stesse parlando. Era un altro dei suoi orologi, questo era evidente. Solo lui, in quel contesto, poteva essere felice del nuovo giocattolino. Gli altri stavano ancora commentando, e approfittando del momento di distrazione,Pyper si schiarì la voce e decise di parlare.

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