capitolo due

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Quando era ritornata a casa Sarah non c'era, ma era meglio così. Preferiva stare da sola, sopratutto dopo il lavoro. Voleva stare tranquilla e non essere disturbata anche dai suoi problemi. Indossò il pigiama -come era sua abitudine- e ritornò in cucina, giusto quando il suo cellulare prese a squillare. Pensò fosse Sarah, ma no. Dopo aver controllato il nome sul display, premette il verde e portò l'oggetto all'orecchio.

"Ehi mamma." Nel frattempo, arrivò nella sua camera e poggiò le scarpe sul pavimento. "Come mai questa chiamata?"

"Ciao tesoro. Non sei contenta di sentire tua mamma?"

"Sì, sì, certo. È che, non mi hai chiamata in questa settimana e-"

"Perchè sono stata piuttosto impegnata, Pyper. E poi sai che io ti chiamo quasi ogni giorno, quindi perchè ti sorprendi?" La sentì ridacchiare alla fine.

"Scusa, è che sono un po' incasinata con il lavoro e certe cose-ah, non lo so'." Si gettò sul suo letto, comprendosi la faccia con la mano.

"Sei forse un po' stessata?"

"È probabile, ma sto' bene, non devi preoccuparti."

"Perchè non passi qui per il week-end? Anche tuo padre vorrebbe vederti, sai?"

"Uhm, ti faccio sapere, va bene?"

"Come preferisci. Ti saluto, un bacio."

"Un bacio anche a te e a papà." Sorrise, poi staccò la chiamata.

Dire voi sarebbe stato di troppo, anche perchè quel voi comprendeva anche sua sorella Melanie, e non era proprio in ottimi rapporti con lei. Dopo quello che era successo con Zayn non si erano più parlate, e appena saputa la notizia riguardante l'ammissione all'università di New York se n'era subito andata da casa.

Dopo la chiamata si addormentò. Il giorno seguente fu identico a quello precedente, anche se Phillips non la inserì alla riunione. Ma fu meglio così, non aveva voglia di sentire nessuno. Non aveva visto neanche Harry, quel giorno.

Lo stesso venerdì, dopo il lavoro, aveva chiamato sua mamma. Le aveva detto che non sarebbe passata a casa il sabato. La donna era dispiaciuta, ma non disse nulla per convincere la figlia. Pyper riuscì invece a convincere Sarah nell'andare in qualche locale. Aveva proprio bisogno di distrazione. La sua amica non era d'accordo, non le piacevano i pub e le discoteche, preferiva restare a casa con il fidanzato a fare cose noiose. Ma Pyper il ragazzo non lo aveva, quindi doveva fare qualcosa. L'aveva riuscita a convincere e progettarono di andare nel solito pub che conosceva anche il suo ragazzo. Mason aveva dieci anni in più a Sarah ma questo particolare non era stato mai un peso per nessuno dei due. Stavano insieme dai tempi del college. Lei era la studentessa, lui il supplente che veniva almeno una volta alla settimana ad uno dei suoi corsi. Era un uomo davvero attraente, ma quest'ultimo, tra tutte le ragazze che gli facevano la corte, aveva scelto proprio la piccola Sarah. La più timida, riservata, dolce. Nonostante Sarah non fosse più al college, il loro rapporto era stato accettato persino dai parenti, e si amavano. Si amavano come due fottuti adolescenti. Andarono con la macchina di lui e arrivarono al locale verso le nove di sera. C'era già un gran casino, ma non importava. Pyper amava il casino. Sarah e Mason stavano già ballando in mezzo alla pista mentre lei era vicino al bancone, indecisa su' cosa prendere.

"Bambola cosa ti servo?" flirtò il barman, strizzandole più di una volta l'occhio.

Pyper sorrise in modo impacciato, essendo ancora indecisa. "Un qualcosa di non troppo forte, per favore."

"Ah, ci vuoi andare piano questa sera?" iniziò a prendere vari ingredienti e a gettarli senza cura nel cilindro in acciaio.

"Lo apprezzerei." sospirò, volendo disperatamente che la smettesse di parlare. Ma non lo fece. Il ragazzo biondo continuò a parlare di argomenti disinteressanti, e Pyper annuiva semplicemente. Una volta che ebbe in mano il suo drink, se ne scappò verso i divanetti e si sedette sopra.

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