Il profumo di spezie aveva invaso tutta la casa mentre la mamma, la zia e abuela si occupavano della comida. Lei quella mattina era stata graziata dato che nessuno voleva che combinasse pasticci di alcun genere; infatti si era comodamente seduta sulla poltrona a fissare il vuoto, sperando che il sonno non si impadronisse di lei. Ogni tanto abuela le portava qualche assaggino di ciò che stava cucinando e questo le permetteva di mantenersi concentrata e fingere una parvenza di normalità dopo la nottata che aveva passato. La mattina le sembrava infinita. Sicuramente avrebbe dovuto affrontare Andrés prima o poi ma in quel momento la sua mente era distratta da altri pensieri e altre persone.
«Ti vedo un po' stanca, cariño. Stai bene?» la nonna riusciva sempre a capire se c'era qualcosa che la turbava, però Santana non volle darle preoccupazioni quindi sorvolò sui fatti delle ultime ore.
«Sì abuela, ho solo un po' di sonno arretrato.. inoltre mi aspetta una settimana stancante tra il lavoro e i preparativi per Andrés.» non voleva sapesse del loro litigio.
«Tesoro vedrai che passerà questo periodo frenetico. Come mai non siete venuti insieme stamattina?»
Santana non voleva sospettasse di qualcosa quindi inventò una scusa. «Lui.. ehm.. era stanco, ha detto che sarebbe arrivato dopo.» evidentemente era stata poco credibile perché la nonna stava per chiederle qualcosa non prima di essere distratta dalle voci nell'altra stanza. Santana sentì chiaramente anche quella del fratello, quindi la seguì in cucina e lo trovò lì in piedi nella sua solita eleganza eccetto per un piccolo dettaglio: aveva un piccolo taglio sullo zigomo e un occhio gonfio. Aveva fatto a botte con qualcuno ed era evidente. I loro genitori stavano chiedendo chiarimenti ad Andrés ma lui disse di aver sbattuto la testa scivolando dalle scale per la fretta. Che razza di scusa era? Avrebbe potuto fare molto meglio di così ma ovviamente essendo il cocco di casa, il perfetto ragazzo educato ed equilibrato, nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio le sue parole. Ma lei non era stupida. Venne intravista da Andrés, nonostante i suoi tentativi di passare inosservata e lui le sorrise.
«Buongiorno hermanita! Non ti sei fatta vedere oggi.» le sorrise ma era palese che stava recitando una parte, almeno per lei.
«Ciao Andrés, finalmente sei arrivato! Ti stavamo aspettando davvero con ansia.» lei gli sorrise di rimando nel modo più naturalmente forzato possibile.
Dopo i convenevoli non riuscì più a sopportare la vista del fratello quindi si andò a chiudere nella camera della nonna e si stese sul suo letto ad ammirare il soffitto. Dopo un po' sentì bussare alla porta, che si aprì subito.
«Ti ho portato questa.» ovviamente era Andrés, che si sedette vicino a lei e le passò la borsetta della sera prima.
«Grazie.» la sua risposta fu secca. Prese la borsa e la aprì: fortunatamente il suo telefono era ancora lì dentro, quindi fece un sospiro di sollievo.
«Dobbiamo parlare.» Santana notò l'agitazione del fratello ma decise di ignorarlo.
«Io non parlo con i bugiardi, Andrés.» evitò volutamente di guardarlo, ma si sedette, incrociando le gambe.
«Senti, non so cosa ti abbia detto Juan Luis ma non-
«Lascialo fuori da questo discorso!» Santana lo interruppe bruscamente e continuò. «Già il fatto che tu sia partito sulla difensiva dimostra quanto tu sia stronzo, oltre che bugiardo. Prima di tutto mi hai tenuto nascosta la tua relazione con la mia migliore amica per non so quanti mesi e poi mi hai lasciata lì da sola in discoteca per andartene via con lei sapendo benissimo che non c'era nessun altro con noi. Se hai parlato con Juan spero ti abbia detto che se non ci fosse stato lui ieri notte io sarei stata costretta a tornata a casa a piedi ubriaca, da sola e senza la possibilità di avvertire nessuno dato che non avevo il telefono con me. E adesso ti presenti qui con il tuo solito atteggiamento da superiore e fai anche finta di non aver preso un pugno in faccia.. che per quanto mi riguarda è stato più che meritato anche se non ho idea di chi abbia osato fare una cosa del genere al magnifico Andrés López.» Santana era furiosa ma segretamente compiaciuta di aver visto suo fratello sbiancare mentre parlava. Le parole le erano uscite come un fiume in piena e lui sicuramente non si aspettava questa reazione.
«Santana.. io...» Andrés si mise le mani davanti al viso. «Giuro che mi dispiace. Non ci sono parole per dirti quanto io sia deluso da me stesso e per quanto io mi senta idiota. Se avessi saputo della situazione di ieri sera sicuramente non ti avrei lasciata lì in quel modo. Voglio dire.. non so come spiegartelo. Forse devo cominciare dall'inizio.» Andrés in quel momento sembrava un bambino punito e anche se Santana avrebbe voluto rispondergli a tono e godeva nel vederlo stare male per ciò che aveva fatto, decise di stare in silenzio e ascoltare. Almeno lei avrebbe potuto mostrare la sua maturità, a differenza del fratello.
«Io e Cami ci frequentiamo da qualche mese ormai.. non è molto ma la verità è che ho sempre avuto un debole per lei. All'inizio non ho voluto dire nulla perché non sapevo se le cose sarebbero diventate serie ma la verità è che lo sono diventate prima del previsto. Ci siamo innamorati. So che è folle ma è così. Io non sapevo come gestire la situazione anche perché ero a conoscenza del fatto che prima o poi sarei partito.. lei non lo sapeva e quindi ho cercato di rimandare tutte le discussioni. Questo é uno dei motivi per cui non te l'ho detto subito, perché avevo paura che anche lei potesse venirlo a sapere. Poi inevitabilmente abbiamo litigato perché come hai detto tu sono uno stronzo ed era da qualche settimana che non ci parlavamo e ieri sapendo che saresti uscita ho deciso di andare al Luxury con Rodrigo per distrarmi. Una cosa tira l'altra e alla fine ho alzato un po' troppo il gomito.. poi l'ho vista lì ed era bellissima e non ho resistito e alla fine siamo tornati a casa insieme. Non ho pensato alla tua condizione perché ero troppo concentrato su me stesso, lo ammetto.. ma tu dici sempre di essere indipendente e anche se mi sono offerto più volte tu hai sempre rifiutato i miei passaggi quindi onestamente non pensavo che avresti avuto bisogno di me. Non è una giustificazione e mi dispiace. Scusa se non ti ho detto di noi.»
Santana non sapeva come reagire dopo aver sentito le sue parole. Da una parte, avrebbe voluto abbracciarlo e scusarsi di essere sempre una zavorra per lui ma dall'altra era ancora arrabbiata per il fatto che aveva sentito il bisogno di tenerle nascosta una cosa così importante.
«Andrés.. a me non importa di ieri sera, però mi dispiace che tu non abbia voluto condividere prima questa cosa con me. Io-» Andrés la interruppe: «No Santana! Tu hai tutto il diritto di essere arrabbiata con me. Dovresti essere furiosa. Il mio primo pensiero è quello di proteggerti, sempre, ma a volte faccio degli errori stupidi. Ieri avrei dovuto essere più attento, anche perché il Lux non é un bel posto per una ragazza quando é sola. Sono uno stupido.»
«Andrés.. » Santana provò a parlare ma lui la interruppe di nuovo.
«Aspetta. C'è un'altra cosa che devo dirti. Spero che non mi odierai per questo. Io l'ho fatto per proteggerti.»
«Di cosa stai parlando?» Santana cominciò a sentire un vuoto nello stomaco.
«Vedi... io.. non so come dirtelo, quindi credo che andrò direttamente al punto. Quattro anni fa quando c'è stata la tua Quinceañera e dopo esserti avvicinata a Juan Luis sono stato io ad inventare quelle voci e a mettermi fra di voi perché pensavo ti avrebbe ferita. Era troppo grande per te e non pensavo che le cose avrebbero potuto funzionare tra di voi. Ci sono certe scelte sbagliate che nella vita possono ripercuotersi anche sugli altri. So che è passato tanto tempo ormai ma mi sembra giusto che tu lo sappia da me.»
Andrés evidentemente non aveva capito la portata delle sue parole. Santana era stata risucchiata dai ricordi del passato e riusciva finalmente a capire molte cose, come il disprezzo di Juan e i continui tentativi del fratello per fare in modo che si evitassero. Quattro anni prima lei era stata una persona diversa e quel gioco con i suoi sentimenti l'aveva profondamente cambiata e aveva fatto crollare molte delle sue certezze, senza contare la sua autostima. Se prima era stata sempre solare ed estroversa, dopo era diventata scostante e diffidente nei confronti di chiunque, chiudendosi in se stessa. Si era sempre incolpata per essere caduta nella trappola di Juan ma la verità era un'altra: Andrés era responsabile di tutte le sue insicurezze e della sua perdita di fiducia nelle persone. Tuttavia, l'unica persona in cui aveva perso la fiducia in quel momento era proprio lui. Non sapeva come reagire a quella confessione. La verità è che dopo tutto quel tempo aveva imparato a non avere grandi aspettative sulle persone e la sua cotta per Juan, anche se forte, alla fine era stata solo la fissazione di una ragazzina. Non avrebbe avuto senso prendersela per questo, perché ormai era acqua passata.. tuttavia, una cosa non poteva più tollerarla.
«Andrés devi capire che io non ho bisogno di essere protetta. Capisco la tua smania di fare il fratello maggiore, macho e maniaco del controllo ma io non sono una bambola di porcellana e non ho bisogno di essere trattata come tale. Io ti voglio bene e so che anche tu me ne vuoi ma questo non è il modo giusto di esprimerlo. Mi dispiace che tu non lo capisca e che tu abbia rovinato quella che sarebbe potuta essere una bella amicizia tra me e Juan. Ma ormai è acqua passata. Non si può tornare indietro e non si può cambiare il passato ma si può sempre migliorare quello che verrà; quindi ti prego.. anzi, ti supplico di cercare di comportarti come una persona normale e di non cercare di controllarmi la vita perché fra un mese non potrai più fare nulla di tutto questo e sarai tu a soffrirci, non io. Cerca di riflettere su questo. Noi non possiamo vivere in simbiosi.»
Santana si sentiva fiera di se stessa come non lo era mai stata. Sapeva di poter chiudere un capitolo della sua vita dopo quella discussione. Era il momento di crescere, per entrambi. Dopo poco successe una cosa che forse non si sarebbe aspettata in quel momento. Suo fratello la abbracciò, il che era strano perché in quel gesto non era lei a cercare il suo sostegno come era sempre stato, ma era lui a farlo. Per la prima volta riuscì a vedere il suo lato più vulnerabile e non sapeva come reagire. Decise di abbracciarlo di rimando e aspettò qualche minuto prima di sentirlo dire qualcosa.
«Come farò a lasciarti da sola in questo posto?» la sua voce era incrinata. Cosa non andava?
«Andrés cosa stai dicendo? Spero di non aver parlato per niente prima.» Santana si allontanò per guardarlo in faccia.
«Io lo so che puoi badare a te stessa e che non posso vegliare su di te in eterno ma sarei più felice se te ne andassi via da questo posto. Da questa città. Da questo paese. Non dico che tu debba venire a Londra ma non nascondo nemmeno il fatto che non sia un'ipotesi da scartare a priori.»
Santana avrebbe voluto spaccargli l'altro zigomo ma decise di controllarsi.
«Mi spieghi qual è il problema di questo paese? Io amo vivere qui. Sono felice. Dovresti rispettare le mie scelte.» sospirò e aggiunse «se ti rende felice comunque sappi che ci penserò.»
Andrés sorrise leggermente ma sembrava ancora turbato. «Dovremmo andare. Sicuramente ci staranno aspettando.» si alzò dal letto e si diresse verso la porta della stanza, non prima di aggiungere: «Non vieni?»
Lei lo seguì e gli rispose: «Certamente, ma spero tu abbia capito che non mi piacciono le bugie.» Se aveva qualcosa da aggiungere quello sarebbe stato il momento giusto, ma dato che non disse nulla Santana decise di dargli il beneficio del dubbio.
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Hasta la Madrugada // Maluma
FanfictionErano passati anni dall'ultima volta in cui l'aveva guardata veramente. Forse, dopo tutto questo tempo, valeva la pena scoprirla di nuovo.