Vicini di casa.

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Rimasi fuori, su quelle scale, per molto tempo.
A fare cosa?
Beh l'unica risposta che mi viene da dire è:
"A fare schifo"
Ma in realtà stavo pensando a lui. A quel ragazzo insopportabile ma allo stesso tempo carino di cui neanche sapevo il nome.
Verso le 4 del pomeriggio mia mamma mi chiama dal balcone.
"Si arrivo" rispondo.
Mentre stavo salendo le scale, incontro il ragazzo di prima.
Cioè non è proprio che lo incontro ma, sento qualcuno palparmi il culo, inutile dire che io mi girai di scatto.
Io. Di nuovo tu? Ma sei scemo? infilatele in culo quelle mani.
Lui. Guarda che non è colpa mia.
Io. Hai ragione infatti il culo non me l'hai toccato tu. Dissi con aria ironica e frustata.
Lui. Non è colpa mia se hai un culo così bello, intendo.

Io divento tutta rossa, è mio solito, succede quasi sempre.
Lui. Sei carina quando diventi rossa.
Io. Dai levati fammi passare.

Nel frattempo lui tornò indietro, il ciò mi fa pensare che mi abbia seguita solo per tenere una conversazione.
Ma dopo questo mi stava ancora più sul culo. Anche perché era come me, riusciva a tenermi testa.
Entrai in casa e me ne andai a sistemare la mia nuova camera fino alle 7.
Io. Mamma io ho fame, quando mangiamo?
Mamma.  Preparati che andiamo a cena dai nostri vicini , sono quelli di cui ti parlavo.
Mi vestii e nel frattempo decisi di caricare una foto su instagram

Anche se erano i primi di giugno decisi di mettermi una felpa, io adoro le felpe e poi in questi palazzi non c'è così caldo

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Anche se erano i primi di giugno decisi di mettermi una felpa, io adoro le felpe e poi in questi palazzi non c'è così caldo . Assieme alla felpa enorme nera ci ho abbinato dei jeans corti bianchi e le vans bianche e nere.

Uscimmo di casa (io e mia mamma) e iniziammo a bussare alla porta davanti alla nostra.
Ah fantastico dissi tra me e me .
Chi aprì?
Chi c'era in quel l'appartamento?
Non ci voglio credere

"Mamma io torno a casa"
Lei. Ma cosa dici entra.

Inutile dire che sul ciglio della porta ci trovai quel ragazzo.

Lui. Che coincidenze, ciao sono Gionata.
Io. Ah perfetto, sei ovunque.
Lui. Che simpatia, comunque mi vuoi dire come ti chiami o...
Io. Rebecca, mi chiamo Rebecca.
Lui. Dai entra.
io. Guarda che se entro non è per te, solo per mia mamma.

Gionata pov's

Cazzo se mi attrae, ha un carattere che adoro. È dura ed è davvero bellissima. Per lo più aveva un fisico che, cazzo me la spoglierei tutta.

Appena accomodati a tavola le due donne ovvero mia mamma e la sua iniziarono a parlare e a raccontarci che si conoscevano da una vita e bla bla bla.
Ad un certo punto mia mamma Teresa disse.

T. Ma non vi ricordate che da piccoli eravate migliori amici?
Rebecca. Addirittura? Disse tossendo, come sbalordita.
Mamma di Rebecca  (laura). Si , eravate sempre assieme.
Io. In effetti mi ricordo di una bambina con cui giocavo sempre.

Cazzo, una volta ci adoravamo, questo mi da qualche punto in più.
Da piccola era paffutella e con una forma un po' tondeggiante mentre ora CAZZO è una figaa della madonna.

Rebecca pov's

Io. Ah mi dispiace ma io non mi ricordo di te.
Finiamo di mangiare e le due donne andarono a lavoro. Perché si come se non bastasse loro accudivano delle signore anziane a Milano centro e la notte non c'erano mai.

Io. Beh... allora io vado. Dissi intanto incamminandomi verso la porta.
Lui. Ehi no aspetta, disse chiudendo la porta dell'uscita. Loro non ci sono, potresti rimanere qua....

Io. Gionata, a cosa pensi? Tanto non te la do.
Lui. Tanto lo so che mi divori con gli occhi, disse vantandosi.
Io me ne andai sbattendo la porta e andai subito nel mio letto.
Mi addormentai pensando a lui.

Amore E Odio •|sfera ebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora