Just a (single) game

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Un capitoletto di passaggio giusto per dare spazio anche ad un personaggio che non  sempre è apprezzato

Era sera, da poco passate le nove, lei e gli altri eroi avevano sconfitto l'ennesimo Akuma, ma a differenza delle due copiette lei era sola, dannatamente sola. Sia nella vita normale che nella vita da supereroina era riuscita ad allontanare tutti con il suo carattere da reginetta. E ormai non riusciva più a tornare indietro, aveva messo maschere su maschere, copriva le sue incertezze comportandosi da bulletta, copriva la sua invidia nei confronti di Marinette trattandola male, copriva la delusione nei confronti di Ladybug comportandosi freddamente con lei, mascherava ogni cosa con l'odio e la rabbia e così facendo tutti l'avevano abbandonata. Aveva meno di vent'anni ed era una bellissima ragazza, ma per via del suo modo di essere l'unica possibilità che aveva per trovare una serata di passione era chiamare qualche ragazzo a pagamento oppure travestirsi con l'ennesima maschera, mischiarsi alla gente normale e giocare il ruolo della puttanella di turno che cercava solo un uomo per la serata. Non riusciva a creare qualcosa, non riusciva ad avere una relazione stabile. Ci aveva provato, appena dopo la scuola con un loro ex compagno di classe che per parecchio tempo le era stato dietro, ma alla fine si era dovuta arrendere  all'evidenza che nessuno sarebbe stato con Chloè Bourgeois per amore. Tutti vedevano in lei un mezzo per avanzare nella carriera, per avere un buon posto di lavoro o semplicemente il gusto di essersi scopati la figlia del sindaco di Parigi. Così, persa nei suoi pensieri, dopo la doccia si sdraiò sul letto ancora in accappatoio, con la pelle bagnata e iniziò ad accarezzarsi il seno massaggiandoselo lentamente con movimenti circolari, dolci e leggeri dalla base della mammella per salire a pizzicarsi il capezzolo tra le unghie perfettamente smaltate. Si leccò due dita e comincio a titillare il capezzolo ormai indurito, piegò la testa per quanto possibile e spingendo con la mano riuscì a sfiorarsi il seno con la punta della lingua, vergognandosi per il piacere che iniziava a provare ma non potendo farne a meno. Iniziò a massaggiarsi entrambi i seni, i capezzoli sempre più turgidi le pizzicavano tra le dita, poi passò al basso ventre, allargando leggermente le gambe si accarezzò la leggera peluria bionda che incorniciava le labbra esterne della sua intimità. Con le dita passò lieve, sfiorandosi e rabbrividendo di quel contatto tanto dolce. Era abituata a maschi rudi, che la possedevano per soldi o per godimento personale, erano davvero poche le volte che poteva dire di aver raggiunto un orgasmo. Con due dita iniziò a penetrarsi delicatamente, iniziando a sentire un caldo piacere diffondersi dentro di lei. Sentì un brivido lungo la schiena mentre gli umori aumentavano, le dita iniziavano a scorrere più facilmente, sempre più bagnate, entrando e uscendo ritmicamente e sfiorando il clitoride. Iniziò a massaggiare l'intera area con movimenti veloci e profondi, usando il medio per darsi piacere, sentendo la mano farsi più appiccicosa e umida. Tolse il dito, lo guardò e incuriosita se lo portò alle labbra inspirando il proprio profumo "e così è questo che inebria e inebetisce gli uomini?" Si disse mentre leccava il suo dito medio. Apri un cassetto del comodino e ne estrasse un piccolo vibratore, comprato parecchio tempo fa e mai usato. Lo accese e iniziò a passarselo tra le labbra e sul clitoride godendo di quella sensazione appagante che stava crescendo dentro di lei. Si fermò sul clitoride, lasciando che la vibrazione scemasse di intensità, facendo cadere quel giocattolo e tornando alle dita. Leccò due dita e riprese il massaggio veloce, lento, veloce fino ad inarcare la schiena dal piacere, fino a sentire la mano calda e bagnata e quando venne, al culmine di tutto si passò la mano ancora sporca dei suoi umori sul viso, leccandosela avidamente.  

50 shades of (Chat) noirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora