Capitolo 3

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Ho cominciato a suonare un pezzo semplice, Pachelbel.
All'inizio Noah mi guardava un po strano, penso che non credeva che sapessi suonare.
Era mia nonna ad insegnarmi come si suona il piano, come maneggiare una melodia e renderla graziosa e dolce. Mi piace molto la musica classica.
Premetti sui tasti dolcemente, chiusi i occhi e mi lasciai portare dalla melodia, e senza rendermene conto mi misi a dondolare leggermente.
Mi ricordo benissimo mia nonna che mi diceva:

"-Tieniti dritta, posa le mani sul piano, non così, più curve, esatto. Il pedale, non dimenticare il pedale. Brava. Re, la, ecco. Così. Bravissima."

Mi ricordo la stanza nel quale suonavamo piano, la stanza nel quale la spiavo perché suonava talmente bene, la mia nonna. La adoravo. È lei che mi ha detto che mi dondolavo.

"-Sembra che ti dondoli sulla musica."

Sentivo il pedale sotto alle mie scarpe usate, sentivo il tocco del martelletto contro le corde, e Pachelbel mi ricordò mia nonna, che mi ricordò la sua gentilezza e le sue musiche.

-Tutto apposto? Perché piangi? Chiese ad un tratto Noah. Avevo finito la musica e stavo piangendo.

Mi alzai.

-Devo andare, è stato bello, grazie.

E scappai via. Non potevo restare li.
Noah mi corse dietro.

-Hey aspetta! Dove vai? Te ne vai così?? Non vuoi sentire come suoniamo??

-Un altro giorno, sono stanca, devo riposarmi. Dissi fra due singhiozzi.

Non mi andava di rispondere alle loro domande.
"Perché piangi? Da dove vieni? Dov'è la tua famiglia? Come fai a sapere suonare il piano senza partizione?"
Non mi andava per niente. Non so se l'ho menzionato, ma ho uno zainetto marrone un pò vecchio. Ce l'ho sempre con me. Presi il mio zainetto e mi misi a correre verso quello che definivo casa.  Entrai, e mi buttai sul letto. Mi misi a piangere. Molto. Mi manca mia nonna. Si chiamava Margherita. Mi ricordo il giorno nel quale è morta. Stavamo suonando piano. Pachelbel.

"-Sarah, potresti andare a prendermi una tazza di tè per favore? Ho un po sete.

-Certo nonna.

Andai in cucina, presi una tazza e la riempi.
Poi senti un rumore, sembrava che qualcuno era caduto.
Corsi in salotto.

-Nonna!!

Era per terra. Provai a farla sedere sul divano.

-Va tutto bene nonna, va tutto bene! Ci sono io Nonna!

E poi, le sue ultime parole...:

-Sarah, vieni qui...

Mi avvincinai.

-Nonna...?

Sentivo il suo odore di lavanda nel collo. Mi voleva dire qualcosa.
Non so cosa, ma ero lì per lei. Cosa le serviva? Dovevo chiamare l'ambulanza o era solo uno scherzo?

-Sarah, non dimenticare di essere forte, non dimenticare che ti voglio molto bene. Sarò sempre con te, non ti lascerò mai, sarò per sempre nel tuo cuore...

Tossì.

-... La vita non ti sorriderà sempre. Devi essere forte. Hai capito? FORTE. Devi solo... Aspettare il sole... Va bene Sarah? Aspetta il sole. Aspetta che il maltempo passi, e poi vai fuori a splendere.
Aspetta il sole"

Era stato un momento abbastanza corto. Mi ricordo le mie urla, cercavo di svegliarla, ma ormai il suo cuore non batteva più. Avevo 10 anni. Mi ricordo... Sentivo qualcosa di metallico nella mia mano. Mi aveva lasciato una collana in mano.
Era una catenina abbastanza lunga.
Era d'oro vecchio. Aveva un ciondolo.
Era un ciondolo rotondo. Si poteva aprire.
Dentro c'era una farfalla bianca, attaccata al fondo. E dietro la farfalla, c'era una frase scritta:
Aspetta il sole.

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