...
- Sarah...?
Mi alzai di scatto. Era Matt.
Portava una maglietta blu un pò scolorata e un jeans grigio chiaro.
Era piedi nudi, come me.- Ciao Matt.
È davvero carino.
- Come mai qui da sola?
- Guarda che vengo sempre qui.
- Non ti ho mai vista sulla spiaggia.
È possibile che non c'è mai nessuno che mi abbia notata? Come è possibile?? Decisi di non insistere troppo.
- Ah okay. E tu? Come mai sei qui?
- Vengo sempre qui, la considero un po mia, questa spiaggia. Cioè, se qualcuno viene non dico niente, ma è un po il mio.. Diciamo.. "Rifugio".
Sorrise, era in imbarazzo.
Sembrava che pensava che ogni frase che diceva era senza senso, era sempre in imbarazzo.- Io avevo un capannone. Era il mio rifugio, quando ero piccola.
- Era? Hai cambiato casa? O non ci vai più?
Ho riflettuto per un pò.
- Ho cambiato casa.
Matt
È davvero bella. Ha dei capelli lunghi fino alla schiena, sono ricci, ma meno dei miei. Io ho dei boccoli. Il vento faceva muovere i suoi capelli leggermente.
Guarda il mare, pensierosa. Sembra... Non saprei. Ha i occhi che brillano. Le sue guancie arrossite fanno risaltare le sue lentiggini. Quando le ho chiesto per il rifugio, ci ha messo un po a rispondere. Aveva abbassato la testa. Da quel momento non vedevo più la sua faccia, a causa dei suoi capelli.- La casetta è aperta di notte?
Ma che genere di domanda è questa??
- Ehm... Credo di si, cioè, non lo so. Ad ogni modo non viene quasi nessuno e non ci sono tante cose da rubare. Il piano è l'unico strumento che lasciamo li, perché è troppo complicato da spostare.
- Si, me lo ero immaginato. Ha una buona qualità del suono.
- Te ne intendi di musica?
Silenzio. Abbassa di nuovo la testa.
- Mia nonna mi insegnò piano. Conosco a memoria ogni pezzo, me li ricordo tutti.
- Devi avere una nonna molto fiera di te, e molto brava, per insegnarti tanti pezzi. Abita qui vicino?
Silenzio, di nuovo. Alza la testa.
- La mia nonna è morta.
***
Sarah
Mi veniva da piangere. Ma non dissi niente. Sentivo le lacrime che volevano scivolare giù, ma non ne avevo la forza. Il mio cuore mi diceva:
Dillo! Dillo che stai male, che sei scappata di casa, che volevi ucciderti! Diglielo! Hai bisogno di parlare, devi parlare, ne hai bisogno!
Ma la mia testa rispondeva:
Non dirlo, no, non puoi. Se scopre che sei scappata di casa per te è finita. Non potrai più sentire il rumore delle onde, non potrai più sentire la sabbia sotto ai tuoi piedi, non potrai rivedere mai più tutte le piccole cose che ti fanno stare bene, che ti fanno dimenticare.
Stai zitta, non dirlo a nessuno.***
Abbiamo camminato fino alla casetta. Ho detto che dovevo andare a casa, ma la verità è che volevo andare da Amandine, avevo bisogno di una tazza di cioccolata calda.
Entrai nel piccolo "bar".- Amandine?
Non ci sono molti clienti a quest'ora, in generale.
- Amandine, sei qui?
Andai dall'altra parte della stanza. Di lei non ce n'era traccia. E poi la vidi entrare dalla porta principale come se niente fosse.
Teneva una margherita in mano.
Mi ricordò mia nonna, che portava lo stesso nome.
Mi vide, fu un po' sorpresa.
Avanzai verso di lei. L'abbracciai.
E mi misi a piangere.
Fu sorpresa, a l'inizio. Non se l'aspettava.
Poi mi strinse a se, e dopo pochi secondi, si staccò da me a mi disse:- Io so cosa hai bisogno. Seguimi.
Camminai dietro di lei senza fare storie. Piangevo come una fontana.
Arrivammo in una stanza piuttosto accogliente. C'erano molti cuscini sparsi dappertutto, e almeno 5 divani. Era abbastanza stretta e la rendeva ancora più accogliente. In mezzo alla stanza e ai divani, un tavolino di legno era posato sopra un tappeto marrone.- Siediti.
Non me lo feci ripetere. Scelsi quello con due posti. Accanto a me c'era il gatto Pierre. Lui sarà l'unico che non cambierà mai, secondo me. Sempre ciccione e coccolone, e soprattutto è tutto morbido.
Amandine era andata via nel bar ed era rivenuta con due tazze. Per me una cioccolata calda, per lei un tè nero.- Che cosa è successo, Sarah? Adesso mi racconti tutto.
E se non vuoi dirmelo, gustati quella cioccolata calda, perché è gratuita solo per oggi, te lo assicuro.Potevo fidarmi? Non le avrei detto tutto, ma la storia di mia nonna lei poteva sentirla.
Avrebbe capito? Non saprei.
E cominciai il mio racconto.
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Aspetta Il Sole
AdventureSarah ha 15 anni. È scappata di casa. Vive in una casa abbandonata vicino al mare, e ogni giorno va a fare colazione in un piccolo bar che appartiene ad una vecchia francese e il suo gatto ciccione. Tutto è normale per Sarah, non si lamenta, la su...