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Sono le 6:00. La sveglia suona e io mi alzo di controvoglia, spegnendola. Come di consueto, vado nel bagno e mi guardo allo specchio. Non riesco a piacermi: pelle con tanti difetti, qualche chilo di troppo. Ma l'importante è il sorriso, vero? Quello non mi manca mai, anche se non è più vero da quando Fab non c'è quasi mai.
Mi faccio una doccia, indosso un paio di jeans e un maglione e faccio velocemente colazione con pane e nutella che sa un po' di nocciola e un po' di nostalgia, in "memoria" delle merende fatte con Fabrizio. Mi alzo da tavola, indosso il cappotto e prendo la borsa per andare a fare ciò che devo. Appena appoggio la mano sulla maniglia del portone di casa mia, sento l'ansia e il panico farmi a pezzi il corpo, consumarlo lentamente e dolorosamente al solo pensiero di dover affrontare la vita. Esco da casa e il freddo mi fa rabbrividire vistosamente. Guardo l'ora sull'orologio a pois rossi e bianchi regalatomi da mia madre a Natale: è tardissimo, perciò sussurro tra me e me a denti stretti un'imprecazione e comincio a correre. Non sono abituata a muovermi così velocemente, infatti appena provo a inspirare profondamente sento un dolore atroce al petto e ai polmoni. Mi fermo, appoggiandomi ad un muretto. Cerco di riprendermi, bevo qualche sorso d'acqua e poi riprendo il cammino. Non posso arrivare tardi, infondo questo è il giorno decisivo.
"Lei è Roberta Manello?" Una voce metallica risponde al citofono dello studio del mio medico.
"Sì, sono qui per parlare delle mie analisi con il dottor Schento" Rispondo, con la voce tremante a causa dell'ansia.
Mi fanno entrare subito nella sua stanza, gli porgo le analisi e lui, leggendole, fa di no con la testa.
"Mi dispiace dirtelo, ma questa è un'ulteriore conferma del fatto che tu abbia il cancro. Sono davvero addolorato..." dice lui, cercando di evitare il mio sguardo e guardando nel vuoto. Deve essere brutto dire queste cose a dei pazienti quasi ogni giorno.
"...Dagli altri esami svolti era quasi certo. Comunque, è in stato decisamente avanzato. Ti rimane, si e no, una settimana di vita. Cerca di godertela" continua lui, con tono freddo ma allo stesso tempo dispiaciuto. Esco dallo studio e chiamo mia madre, dandole la conferma che anche lei sperava non fosse vera. Piange, piange e piange. Chiede perché ad una ragazzina di 20 anni, con tutta la vita davanti. Poi mi fa una domanda: "Lo dirai a Fabrizio?"
"No -rispondo- non voglio si preoccupi per me. Ha detto che domenica viene e sta per una settimana, quindi abbiamo giusto il tempo di passare i miei ultimi giorni assieme. Probabilmente gli dirò anche cosa provo per lui, anche se lui mi vede come una sorella minore della quale prendersi cura. Comunque, adesso torno a casa. Continua a lavorare tranquillamente, okay? Ci sentiamo" chiudo la chiamata e subito dopo vedo che Fab mi aveva mandato dei messaggi.
"Buongiorno Rob, che fai oggi?"
"Ci sei?"
"Che è successo? Di solito rispondi subito"
"Mi sto preoccupando"
"Roooob?"
Lo chiamo per non farlo preoccupare, dicendogli che sono a casa a studiare. Mi dice di andarmi a divertire, perché "ho una vita davanti". No, in realtà ho solo una settimana davanti, ma non deve saperlo. Continuiamo a parlare di tutto e di più, e sento che queste conversazioni mi mancheranno. Mi mancherà lui, così come il suo sorriso, la sua risata contagiosa il, suo fresco profumo e le sue battute squallide. Mi mancherà mia madre, con le sue innumerevoli domande, preoccupazioni, parole di conforto e di incoraggiamento. Mi mancherà la mia camera sempre in disordine, con appese alla parete foto mie e di Fabrizio, la mia scrivania sempre incasinata mentre studio e il mio letto disfatto.
Mi mancherà tutto di questo mondo, e non sarà facile dimenticare chi mi ha voluto bene. Anzi, non li dimenticherò, li terrò sempre nel cuore come faccio adesso. Ho deciso: questa sarà la settimana migliore della mia vita, la settimana nella quale mi dichiarerò a Fabrizio sperando in un "Anche io ti amo".
Domenica mattina all'aeroporto
Sto aspettando Fabrizio da 5 minuti e non vedo l'ora di vederlo. Eccolo: intravedo i suoi capelli scompigliati, i jeans strappati e un maglione verde scuro. Corro verso di lui e mi getto alle sue braccia, lui mi abbraccia e si mette a ridere.
"Mi sei mancata, sorellina." Mi sussurra. Quanto mi fa male sentirmi chiamare sorellina...
"Anche tu mi sei mancato tanto, sono contenta che adesso sei qui." Gli dico, dandogli un bacio sulla guancia e lasciandolo respirare. Carichiamo le valigie sulla mia auto e cominciamo ad andare nel ristorante dove andiamo sempre al suo ritorno. Accendo la radio e sento una delle sue canzoni, Portami Via. Adoro questa canzone. Ci mettiamo a cantarla a squarciagola insieme mentre io guido. Chissà a chi l'ha dedicata, sicuramente non a me. Ma a me piace pensare che me l'abbia dedicata quando la ascolto, anche se magari non è vero.
Arriviamo al ristorante, ci sediamo e ordiniamo due piatti di tagliatelle al sugo. So quanto gli piacciono, quindi mi adeguo ai suoi gusti.
"Allora, come va la vita da universitaria?" Mi chiede, mentre prende una forchettata di pasta abbondante.
"Mah tutto bene dai, non ci lamentiamo. Senti, che faremo durante questa settimana?" Chiedo, incuriosita.
"Io pensavo di fare un giro per la città, andare a mangiare un gelato, andare al mare" dice lui.
"Ma se è inverno! Certo che sei proprio uno spericolato" scherzo io, ma infondo mi piace proprio perché fa le cose nei momenti più improbabili.
"Spericolato perché voglio andare al mare in inverno? Secondo me ci divertiremo...ah si- si interrompe, prendendo qualcosa da una piccola busta scura -questo è per te. Non è molto, ma spero ti piaccia..." mi porge una piccola scatola con un sorriso.
La apro e c'è un bracciale argentato con appesa una farfalla.
"...te l'ho regalato perché io voglio che tu possa volare sempre libera come una farfalla. Ti auguro il meglio, Rob" continua lui, prendendomi la mano e sorridendo.
"E mi piacerebbe che il meglio e il peggio delle nostre vite lo vivissemo insieme, per sempre. Che ne pensi?"
"Grazie mille Fab, non so come ringraziarti a dovere. E...anche io ho sempre voluto vivere il meglio e il peggio della mia vita con te." Rispondo. Sono contentissima: allora anche lui mi ama! Il problema, però, è sempre il limite di vita che mi rimane...ma non importa. Vivrò questa settimana come avrei voluto vivere la mia vita intera. Mi lascia un bacio a stampo sulle labbra. Ah, quanto ho sognato questo momento...peccato non durerà molto.
Nota autrice
Ho avuto molti riscontri positivi, grazie mille. Spero vi stia piacendo il seguito della parte iniziale. Grazie dell'attenzione e del tempo dedicatomi.
Bacini a tutti!
Martina

Lontani Sì, Ma Non Di Cuore- Fabrizio Moro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora