l'atmosfera era abbastanza imbarazzante dopo l'incidente in cucina di qualche giorno prima, il che è proprio ciò che non volevo succedesse, ma non vedo dan da dodici ore e mi sta ignorando da anche più tempo. sono stato sul punto di piangere per tutto il tempo e sembra che anche a lui sia successo lo stesso, ma lo maschera con risposte brevi e passi pesanti provenienti dalla sua camera, dove so che sta camminando da ore.
cavolo, mi manca. potrebbe sembrare egoista, esagerato, perché è nella mia stessa casa, ma non posso testare il terreno. nessuno salterebbe di proposito in un recinto pieno di tigri affamate, quindi perché dovrei volerlo? ha chiaramente la mia stessa idea. sembra a malapena che i giorni siano passati con il modo in cui stanno andando le cose, sono stato all'oscuro di qualunque cosa per tutto il tempo.
le cuffiette nelle mie orecchie stavano iniziando a fare male, ma non feci nemmeno una mossa per toglierle. soffrire ascoltando la musica è meglio di soffrire in silenzio, potrebbe anche attutire i dolorosi passi provenienti dalla camera di dan. so che questo modo di far fronte a cosa succede non è salutare, non c'è bisogno che qualcuno me lo dica, ma onestamente non mi interessa. non vorrei che un certo anno si ripetesse di nuovo solo perché non riesco a tenere la bocca chiusa e sono sicuro che anche lui la pensi come me. non notai nemmeno quando la mia porta si aprì piano, quando qualcuno camminò lentamente verso il mio letto e si sedette. quello che notai fu invece il profumo di pizza e la scatola di fronte a me.
quando guardai in su, dan era lì. era seduto a gambe incrociate e mi guardava, era come sempre, senza occhi rossi o pelle pallida o tracce di lacrime. volevo quasi sorridere. tolsi le cuffiette, mettendo in pausa la musica, e posando il telefono vicino a me così da potermi concentrare solo su di lui.
aprì la scatola per prendere una fetta, "ecco una pizza per scusarmi. mi perdoni?" gli comparve un sorriso sul viso e lo stesso accadde a me.
risi, prendendola, "ovvio. come potrei dire di no a quel bel sorriso?"
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intertwined ; italian translation
Fanfici'm afraid of the things in my brain. original by oceanicdaniel