Zelda non si ricordava l'ultima volta in cui era andata a cavallo: tenere le briglie fra le mani, guardare il sentiero scorrere sotto di sé, ammirare dalla sua sella le terre sterminate di Hyrule... la faceva sentire libera.
Aveva ringraziato Link per averle prestato uno dei suoi cavalli -bianco e con le bordature splendenti alla luce del crepuscolo- e lui aveva risposto con l'accenno di un sorriso: non aveva mai conosciuto qualcuno così timido, a tal punto che nonostante ormai lo conoscesse da tempo, lo aveva sentito parlare ben poche volte. C'era però anche qualcosa di affascinante in quel suo quasi costante silenzio: Link infatti non aveva bisogno di parlare per farsi capire...o notare; era un bel ragazzo, ed era quasi impossibile non notare i lineamenti dolci del suo viso, il portamento fiero da cavaliere, o quegli occhi azzurri che sembrano quasi brillare di una luce propria, antica.
Zelda scosse la testa, dandosi mentalmente della stupida: soffermarsi sull'aspetto di Link non era di certo un comportamento a lei consono; era il suo cavaliere, il suo migliore amico, nonché Campione Hylia ed eroe di Hyrule. Nient'altro.
La luce del tramonto illuminava i profili delle montagne, meravigliosi chiaro-scuri di rocce e neve splendente, mentre le prime stelle cominciavano debolmente a brillare fra le nuvole.
«Credo che dovremmo prepararci per la notte.» Zelda accarezzò la criniera del suo cavallo, ormai esausto dopo le lunghe ore di viaggio. «Quanto dista il prossimo stallaggio?»
Guardò Link trafficare con la tavoletta Sheika, e si sorprese nel vedere quanto ci avesse preso dimestichezza. A quanto pareva, però, lo stallaggio più vicino distava a mezza giornata di viaggio, quindi l'unica alternativa era accamparsi nei dintorni.
Prima di partire per il villaggio degli Zora, Link si era dimostrato categoricamente contrario ai falò notturni: "sei una principessa" le aveva detto, in quei rari momenti in cui usava la sua voce "e le principesse non dormono a cielo aperto".
In quel momento, però, non avevano molta scelta; decisero così di sistemarsi in una piccola caverna accostata al sentiero, probabilmente una volta occupata da mostri: non era come una locanda, ma almeno sarebbero stati riparati dal vento.
Link non ci mise nemmeno dieci minuti per accatastare la legna e accendere il fuoco, e Zelda si chiese quante volte, durante il suo lungo viaggio, lo avesse fatto: quante notti aveva passato davanti al fuoco, da solo, al freddo, con la costante minaccia dei mostri?
Seduti attorno al falò, mangiarono degli arrosticini che Link aveva preparato alla loro partenza (chi immaginava che sapesse cucinare?) e restarono per un po' a fissare il fuoco: Zelda notò come quelle fiamme vivaci proiettassero un gioco di luci ed ombre sul suo viso, che facevano sembrare le sue ciglia più lunghe, gli occhi più azzurri che mai, il suo profilo più marcato: sembrava uno dei quadri del suo castello, dove venivano ritratti antichi principi dai volti perfetti e dal portamento fiero, studiati ad arte nella loro espressione austera.
L'unica differenza, notò lei, erano le numerose cicatrici che segnavano la pelle di Link: ne aveva sulle dita, sul collo, sul viso, e chissà quante altre nascoste dai vestiti. Zelda non si capacitava di quante volte quel ragazzo avesse ballato con la morte, senza mai arrendersi di fronte ad uno scontro.
«Come stai?» La domanda le uscì così, spontanea, senza che potesse fermarla.
Link la guardò incuriosito, poi la principessa lo vide arrossire fino alla punta delle orecchie, mentre con la mano si grattava nervosamente la nuca.
«Nessuno mi chiede mai come sto» Disse semplicemente. La voce di Link era rara, ma piacevole. «Però, volevo dirti-»
Ci fu un fruscio, flebile quanto quello di una foglia che cade a terra: ma Link lo sentì.
Nel giro di un secondo era già in piedi, la spada suprema sguainata che brillava alla luce del fuoco. Rivolse a Zelda una potente occhiata, di quelle che dicevano più di mille parole: non muoverti di qui. Uscì dalla grotta, inghiottito dal buio della notte.§
Passarono dieci estenuanti minuti, prima che Link rientrasse: aveva uno squarcio sulla veste azzurra, macchiata di un rosso scarlatto che fece venire le vertigini a Zelda.
Quest'ultima lo fece mettere seduto e volle controllargli la ferita, nonostante lui sembrasse quasi non curarsene: era un taglio netto e preciso, che poteva essere stato fatto solo da una lama sottile.
«Uno degli Yiga, non è così?» Link annuì «La ferita non è profonda, ma il taglio è lungo e perdi molto sangue, devo bendarlo.»
Il ragazzo fece per protestare, ma bastò un'occhiata di Zelda per fargli capire che non aveva modo di opporsi.
Non si erano portati dietro grandi bagagli per quel viaggio, ma lei aveva alcune cose utili per il primo soccorso nella borsa, tra cui delle bende e una pozione a base di erbe mediche che avrebbero aiutato la ferita a non infettarsi.
«Link, dovresti toglierti un attimo la maglietta.» Nel giro di due secondi Zelda si era già pentita di aver fatto quella richiesta così equivocabile, ma se lei notò della malizia in quella frase, Link non lo fece e obbedì.
Zelda arrossì mentre bendava con cura il petto del ragazzo, asciutto e coi muscoli appena accennati, ma presenti. Decine di piccole cicatrici erano sparse sulla sua pelle come stelle in cielo.
Link chiuse gli occhi e la lasciò medicare la sua ferita, senza minimo cenno di protesta. «Ho finito, con la pozione che ti ho dato sta già cominciando a riemarginarsi.» Gli disse. Link la guardò con un sorriso: grazie.
Rimasero seduti l'uno di fronte all'altra, quasi studiandosi con lo sguardo.
«Cosa stavi dicendo, prima?» Chiese poi lei, rompendo quell'imbarazzante muro di silenzio che si era creato. «Prima che uscissi...volevi dirmi qualcosa?»
Link la guardò con un'intensità tale che Zelda si sentì avvampare: quel ragazzo sembrava scrutarle direttamente l'anima.
Accade tutto in un secondo: lui le prese una mano, l'attirò con dolcezza a sé e la baciò. I cuori di entrambi galoppavano così velocemente che i loro battiti sembravano riecheggiare nella caverna.
Per i primi due secondi Zelda rimase paralizzata dalla sorpresa, ma poi si sentì come se tutte le sue difese fossero improvvisamente crollate: si sentiva emozionata, impacciata, sorpresa, libera. Libera di comportarsi come una ragazza normale, di poter staccare per un po' l'infinita spina dei suoi pensieri.
Sentì i nervi di Link sciogliersi quando anche lei rispose goffamente al bacio, le mani gentili di lui che le scorrevano dolcemente lungo i fianchi, le sue labbra così tenere e al contempo così decise sulle sue.
Zelda fece scorrere i polpastrelli sul petto nudo di lui, costellato di graffi e cicatrici ma comunque piacevole al tatto. Lo sentì rabbrividire sotto il suo tocco: lui che non tremava mai di fronte a niente, tremava di fronte a lei.
Link prese a baciarla con più trasporto, prendendole un labbro tra i denti e stringendola a sé, azzerando del tutto la distanza fra i loro corpi. A prima vista quel ragazzo sembrava tutto fuorché robusto, ma lei lo aveva visto combattere con la forza di venti cavalieri.
Non lo aveva mai visto così: lui, il ragazzo più timido e serio che avesse mai conosciuto, che la baciava come se non volesse altro, l'avvolgeva con le sue braccia forti come se avesse avuto paura che, da un momento all'altro, potesse sparire.
Le lasciò una scia di baci che partiva dalle labbra e arrivava fino alla clavicola, ed ogni volta che i capelli di Link le solleticavano la pelle sentiva come delle scosse elettriche attraversare la schiena. Esplosioni di ogni tipo avvenivano nel suo cuore quando le labbra del ragazzo si posavano sulla sua pelle, leggere come farfalle.
Lei osò spostando le mani, superando lo sterno e sfiorandogli gli addominali con la punta delle dita, mentre Link non riuscì a trattenere un sospiro. Alle orecchie di Zelda, quel respiro pesante fu come musica.
Si separarono lentamente, non del tutto coscienti di quello che era appena successo, con le punte dei loro nasi che ancora si sfioravano.
Link le scostò una ciocca di capelli biondi dalla fronte, con una delicatezza che Zelda non avrebbe mai pensato appartenergli.
«Mi lasci senza parole.» Gli sussurrò lei, mentre con il pollice delineava le sottili labbra del cavaliere.
Link non riuscì a trattenere una risatina.
«Non sapevo ci fossimo scambiati i ruoli.» Si rinfilò la maglia quasi logora, poi strinse Zelda a sé e le baciò con devozione la fronte, il naso, gli zigomi. «Cerca di dormire. Ripartiremo alle prime luci dell'alba.»
«Tu non dormi?» Gli chiese lei, senza ricevere risposta: era ovvio che sarebbe rimasto di guardia tutta la notte.
Zelda si addormentò con l'immagine di Link che fissava pensieroso il fuoco, le dita ancora intrecciate alle sue.§
Hola! Era da tantissimo tempo che sognavo di scrivere qualcosa su questi due <3
Che dire, spero vi sia piaciuta, e che magari abbiate voglia di di farmi sapere cosa ne pensate!
Mi farebbe sicuramente un enorme piacere, vi ringrazio in anticipo <3
- Ari Youngstairs
P.S. Questa storia è presente anche su EFP, per chi volesse cercarmi lì, il mio nickname è sempre quello.
P.P.S. Questa è stata la mia prima storia Zelink, ma dato che ADORO scrivere su questa coppia sul mio profilo trovate anche "The Silent Princess" (a capitoli).
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Speechless || Zelink 🌿
RomanceZelink!1450 parole | Post BoTW Link e Zelda sono da giorni in viaggio per il villaggio degli Zora, ma durante la loro spedizione potrebbe accadere qualcosa di pericoloso e inaspettato. "Ci fu un fruscio, flebile quanto quello di una foglia che cade...