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Appena parcheggiata l'auto nel viale, entrambi i cuccioli corsero via dentro casa, velocissimi.
Avevano voglia di giocare, di rincorrersi e e di coccolarsi, ma appena varcata la soglia, finì il gioco.
Teneva Bianca tra le sue braccia, guardando con gli occhi sgranati il padre che si alzava goffo come un orso dal divano.
Tremava.
Bianca non scodinzolava più; nascondeva il muso nella felpa del suo padrone.
- Ah, bentornati. - di sicuro il suo alitaccio da ubriacone avrebbe messo K.O. la sua cucciola, perciò era meglio svignarsela il prima possibile.
Il padre lo guardò dalla testa ai piedi con un velo di disgusto, subconsciamente ricambiato dal figlio.
- E cos'è quello? Un cane? - si avvicinò, ma il ragazzo indietreggió abbracciando più saldamente la sua cagnolina.
- Toby, voglio vedere il cane. - tuonò adirato.
- È una lei. - e frettolosamente sgattaiolò su per le scale.
- Ah, quindi una cagna. E come l'hai chiamata? Connie? - e scoppiò in una grassa risata.
Ma lui era già scappato via.
Quel troll mangia-felicità non avrebbe fatto del male alla sua dolce Bianca, no no.
Si chiuse a chiave in camera e lasciò andare Bianca che lo guardava seduta a terra.
- Quello è Mr Merdaccia. No-non ti avvicinare a lui se non vuoi finire abbandonata s-sull'autostrada. - le "presentò", spostando il comodino per bloccare la porta. Troppa fatica usare di nuovo il letto.
Bianca guaì.
- M-ma non preoccuparti! Ti proteggerò io, o-okay? - si accovacciò per terra, allargando le braccia. La cucciola camminò da lui e si acciambellò tra le sue gambe.
La grattò dietro le lunghe orecchie.
- Sarai mia a-amica, vero? - il cane alzò il muso.
- Non m-mi lascerai mai... vero? - un sorriso rotto come gli occhi della madre si disegnò sul suo viso.
Bianca appoggiò le zampe sulle ginocchia del padrone e gli leccò la guancia sinistra.
- Heh, immagino sia un sì. - la abbracciò delicato.

La madre aveva comprato il cibo, le ciotole e la cuccia per la nuova arrivata. Le mancava solo guinzaglio e collare.
Aveva lasciato tutto davanti alla porta del figlio, sicura che non lo avrebbe rivisto per il resto della giornata.
E lui, furtivamente, aveva portato tutto in camera senza fare il benché minimo rumore.
Sistemó le ciotole e la cuccia sotto la finestra, accanto al suo letto e mise acqua e cibo al cane.
La madre aveva anche comprato un pacco di traverse, ovvero delle specie di teli fatti come l'interno d'un pannolino per i bisogni di Bianca. Mise per terra anche uno di quelli.
Purtroppo era dovuto uscire dalla camera un paio di volte: per buttare il vomito che aveva appostato l'intera stanza e per trovare un gioco per la cagnetta.
Ma alla sua seconda spedizione fu meno fortunato: la missione "Non farti vedere dallo Stronzo" era fallita.
- Hai visto come ti accontenta mamma ogni volta? - lo aveva inchiodato contro il muro mentre teneva in mano una vecchia palla trovata per caso, forse lasciata dai suoi cugini.
Non gli rispose.
Troppo occupato a tenere a bada le fiamme che divampavano dentro il suo petto.
- Appena hai un capriccio, ecco che hai la sorpresina. -.
Arricciò al naso: ma non se li lavava mai i denti?
Lo guardava dritto negli occhi con odio, ma non riusciva a reagire, non era abituato. Lui sapeva soltanto scappare.
- D-devo andare da Bianca, scusa. - provò a sgusciar via dalla sua presa, ma fu afferrato saldamente per il braccio.
Il cuore gli si fermò per un attimo.
Sgranó gli occhi, guardando quelli del padre con le pupille quasi sparite nelle iridi.
" Ahw, il piccolo Ticci Toby ha paura. Ahwww, poveriiiino. " lo schernivano le voci nella sua testa.
Il fiato gli divenne man mano più macchinoso e flebile.
- Io e te abbiamo una questione irrisolta: se il cane fa un solo guaio in questa casa... Il guaio te lo faccio passare io, hai capito? - lo minacciò.
Tirò via il braccio e corse in camera a gambe levate, chiudendo la porta e, questa volta, usando il letto come barriera.
Bianca gli saltò addosso scodinzolando. Ma si fermò quando vide il volto terreo del padrone.
- Non è nulla, B-bianca. - si chinò su di lei per darle delle carezze.
- Quella ch-chiavica non ti farà mai del male... l-lo giuro. F-fosse l'ultima cosa che faccio! - batté un pugno sulla moquette.

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