Phil's pov
"Allora? Ti sei fatto qualche amico?" chiese mamma mentre mi portava a casa.
"Ho parlato con una persona sola. Si chiama Dan."
"Perché era lì?"
"Non lo so, non me l'ha detto."
Mamma non rispose, ed io decisi di non aggiungere altro. Appena arrivato a casa corsi nella mia stanza, saltando la cena.
Nel mezzo della notte sentii dei passi avvicinarsi al mio letto. Pronto a combattere aprii gli occhi, solo per vedere Bryony e Wirrow in piedi davanti al mio letto.
"Perché non rispondi al telefono?" chiese Wirrow.
"Me l'hanno sequestrato." Borbottai. Wirrow sospirò, sedendosi sul davanzale della finastra mentre Bryony si arrampicava in cima alla cassettiera.
"è per questo che livo da solo." Rispose Wirrow. Bryony incrociò le braccia, voltandosi verso di me.
"Allora? Sai niente di Dan?"
Annuii. "è nel mio gruppo di terapia. Non so perché. Ha sedici anni e nuota- questo è tutto quello che so."
"Che merda." Lo derise Wirrow. Forzai una risata.
"Lasciamolo da parte per ora. Ho voglia di andare a caccia?"
Esitai un po' prima di annuire, afferrando la mia felpa nera. Infilai una mano sotto il letto e presi la mia barra di metallo, rialzandomi e saltando giù dalla finestra, seguito da Bry e Wirrow.
"A chi tocca?"
"Un certo Pj. Ha ucciso il suo ragazzo."
"Chi era il suo ragazzo?" chiesi, continuando a correre.
"Credo si chiamasse Chris. Ora muoviamoci."
Mi svegliai in camera mia, indossavo ancora i vestiti della sera prima e la mia arma era abbandonata sul pavimento. Sangue di uno sconosciuto ricopriva le mie mani e le mie lenzuola. Saltai giù dal letto ed andai a mettere le lenzuola nella lavatrice, sperando che mia madre non notasse nulla.
"Phil, muoviti! Hai il gruppo di sostegno stamattina e non puoi fare tardi!" urlò mia madre.
"Merda" sibilai a denti stretti, stringendo i pugni.
Di' solo che sei caduto e ti sei sbucciato le mani. Mi dissi.
Mi cambiai velocemente ed andai a fare colazione, poi diedi un bacio ai miei genitori e salii in macchina. Appena chiusi lo sportello presi un secchio dal sedile di dietro e vomitai.
Perché stavo vomitando? Oh giusto, Wirrow e Bryony hanno deciso di buttare il cadavere nel mio furgoncino. Mi coprii il naso con la maglietta, provando a non rimettere di nuovo lungo il tragitto. A metà strada parcheggiai in mezzo ad un bosco, tirando fuori il corpo di Pj e buttandolo nel lago dopo essermi infilato un paio di guanti per evitare di lasciare tracce.
"Scusa amico" sussurrai, tornando alla macchina. Tirai fuori il mio profumo e lo spruzzai in giro, tirando giù il finestrino per far uscire la puzza.
Arrivato al gruppo di sostegno corsi al bagno, mi lavai le mani e la faccia e andai a sedermi vicino a Dan. "Ciao."
Indossava un maglione rosa pastello con delle x bianche sul petto, ed un cappello abbracciava i suoi capelli mossi.
"Ehi."
"Come hai dormito?" gli chiesi, notando di nuovo le sue occhiaie.
"Beh, sono rimasto a nuotare fino alle tre. Ho sentito qualcuno che urlava, quindi sono tornato dentro dopo l'allenamento." Annuii, ignorando il fatto che probabilmente l'urlo era di Pj.
"Perché nuoti così tardi?" sorrisi. Dan scrollò le spalle, tornando a guardare il pavimento.
"Non lo so. È rilassante. Nessun altro è sveglio, e se c'è qualcuno sveglio non ti da fastidio. E se c'è rumore, devo solo andare sott'acqua per non sentire più niente. È fantastico, ho tempo per pensare e stare un po' da solo."
Annuii, guardando il suo maglione. "Non è un maglione da ragazza?"
"Non lo so. L'ho visto e l'ho comprato, è così che sono fatto." Rise Dan.
"Beh-"
Il mio telefono iniziò a squillare. Bryony.
"Che c'è?" risposi.
"Abbiamo ucciso il ragazzo sbagliato."
Sgranai gli occhi. "Cosa?" Sibilai. Dan alzò un sopracciglio.
"Solo un momento." Andai in bagno. Una volta assicuratomi che nessuno potesse sentire, continuai. "Chi era innocente?"
"Era Mason Howett. Non Mason Howell."
Diedi un pugno al lavandino. "Quindi Wirrow ha cercato il tizio sbagliato e adesso decide di uccidere tutta la sua famiglia?"
"Immagino. Dobbiamo ucciderli per non fargli scoprire niente. A proposito, come sta il coglione con i capelli color nutella?"
"Come l'altra volta- sempre silenzioso e sempre vestito di pastello dalla testa ai piedi."
"Okay...solo, non dimenticare il piano, okay? Sai cos'ha fatto Wirrow l'ultima volta."
I miei occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. "Zitta, sai che non dobbiamo parlarne."
Bry chiese scusa e riattaccò. Mi lavai la faccia ed uscii, vedendo Dan chiacchierare con Nyla.
Quella è la ragazza che ha criticato Dan il primo giorno.
"Di che parlate?"
"Stavo solo chiedendo scusa a Dan per l'altro giorno. Sono stata davvero maleducata, è solo che stavo avendo una brutta giornata. Non volevo davvero offenderti, Dan."
Io e Dan annuimmo, e mi sedetti vicino a lui.
"Perché sei qui?" chiesi a Nyla.
La ragazza abbassò lo sguardo. "Diciamo solo che mangiare... non è proprio il mio stile."
Dan le mise una mano sulla schiena. "Oh, mi dispiace."
Nyla fece spallucce. "Ce la sto mettendo tutta per migliorare, ma ci vuole un po'. Sono stanca di provare, provare e non essere mai abbastanza, sapete?"
"Ti aiuteremo. Promesso."
Nyla gli rivolse un sorriso.
Allora è per questo che è così magra.
"Grazie, Dan."
Restai in piedi fino alla fine dell'incontro. Nyla e Dan si abbracciarono, dopodiché io e il ragazzo uscimmo dall'edificio. Sbattei le palpebre quando sentii una goccia di pioggia bagnarmi il naso.
"Merda, sta piovendo? Ah, non volevo dire una parolaccia!" sobbalzò Dan, coprendosi la bocca con le zampette. Ridacchiai. Pochi secondi dopo eravamo entrambi fradici.
"Direi di si. Devo andare." Gli dissi. Dan mi salutò ed io mi incamminai.
Girai i tacchi e misi le mani dentro le tasche. "Dan?"
"Hm?" rispose, i capelli intrecciati in riccioli bagnati di pioggia.
Mi schiarii la voce. E chiesi ciò che non avrei mai pensato di chiedere a qualcuno.
"Ti, ehm, ti serve un passaggio?"
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Stained // traduzione italiana
Fiksi PenggemarPhil Lester: un ragazzo con le mani sporche di sangue. Letteralmente. Perché quel giorno in cui uscì con un gruppo di serial killer non avrebbe mai immaginato che sarebbe diventato uno di loro, con una fila di cadaveri alle spalle. Dan Howell: un ra...