Questo non sapevo come intitolarlo

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Non appena ebbe varcato la soglia, Harry venne accolto dalla signora Weasley con entusiasmo; troppo entusiasmo. Così tanto da coprire le grida d'aiuto del ragazzo con i suoi versi d'affetto che suonavano come: "maQuantoÈbelloIlPiccoloHarryAmorinoDellaMamma!" Per fortuna l'odore di bruciato proveniente dalla cucina richiamò la signora e Harry poté riprendere a respirare e a non morire, come solitamente amava fare. Dopo un attimo arrivarono anche Ron ed Hermione e i tre decisero di andare in camera a divertirsi passandosi un po' di droga sulle gengive, proprio come andava di moda tra i maghi.

La mattina dopo scendendo a far colazione trovarono la signora Wesley che piangeva disperatamente. Fred e George spiegarono che non piangeva per un motivo preciso, ma solo per passare il tempo. Aveva provato anche a darsi al cucito, ma trovava che piangere fosse più divertente e meno discriminatorio verso il ruolo delle donne nella società contemporanea. Harry fu soddisfatto di quella spiegazione e per rispetto incollò sulla schiena della signora un foglio con su scritto: "#metoo." Anche Ron ed Hermione aggiunsero i loro hashtag, mentre il signor Weasley, che aveva già una certa età, si limitò a farle una foto e metterla su facebook con su scritto "scrivi 'amen' e condividi se ai un cuore." Poco dopo postò anche il video di un gatto che ballava la macarena. Non poteva postare solo contenuti di denuncia o i suoi amici - che non capivano niente di politica - si sarebbero scocciati. E poi il gattino era troppo tenero!

I tre amici decisero di fare una passeggiata, ma proprio davanti alla casa trovarono un banchetto dal quale un tizio urlava slogan col megafono: "l'AVIS ha bisogno di sangue per le vittime di sua maestà – cioè volevo dire – per le vittime di colui che non deve essere nominato."

Incuriosito Harry si avvicinò notando con sorpresa che l'uomo assomigliava terribilmente a Codaliscia, eccetto per il fatto che aveva dei folti baffi. Subito il ragazzo provò un profondo senso di diffidenza nei confronti dell'uomo, tuttavia una vocina dentro la sua testa (che assomigliava terribilmente a quella di J. K. Rowling) disse: "non è giusto discriminare le persone per il loro aspetto esteriore."

"Hey, tu!" Strillò l'uomo rivolgendosi a Harry, "che gruppo sanguigno sei?"

"Questa non è forse una domanda discriminatoria?" intervenne prontamente Hermione.

"Oh, mi scuso per la mia insolenza. È che abbiamo davvero bisogno di sangue. Lo so che molti li usano per la magia nera – eheheh – ma chiaramente io faccio parte di un'associazione umanitaria."

Hermione sembrava diffidente, ma Harry decise di insistere: in fondo era per una buona causa.

"Prima che Harry accetti vorrei farle una domanda," chiese la ragazza, "per caso nella vostra associazione sfruttate gli elfi domestici?"

"Assolutamente no!" rispose immediatamente l'uomo che assomigliava terribilmente a Codaliscia ma che Codaliscia non era, "anzi, siamo noi che ci facciamo sfruttare da loro!"

"Uhm, ok."

"Non solo, le siringhe che usiamo per fare il prelievo non sono sterilizzate per evitare di far del male ai poveri batteri."

"Si vede che siete un'associazione seria."

"Ah, e soprattutto: il sangue che utilizziamo non contiene nemmeno una goccia di olio di palma."

*

SUB-CAPITOLO-RAPIDISSIMO

Il ragionier Lucius Malfoy tornò a casa sfinito dal lavoro. Per tutto il giorno aveva cercato di realizzare un'immagine con Topolino che esclamava "Buon Lunedì amici," da mandare sul gruppo whatsapp dei mangiamorte, ma il suo capo continuava a passare dietro la sua scrivania e ogni volta doveva riprendere a far finta di lavorare.

Una volta aperta la porta di casa esclamò: "Tesoro, sono a casa! È pronta la cena?"

"La mamma è morta," rispose seccata Draca, la figlioletta minore.

"Ah, è vero. Ehm... Tizia... Cioè, volevo dire: Draca, hai preparato la cena al posto di tua madre?"

"Ho cinque anni."

"Pensavi che non me lo ricordassi?"

"Sì."

"Sei più scaltra di quel che pensavo. Ehm... Allora... almeno hai fatto i compiti?"

"Non vado ancora a scuola."

"Male, molto male. Avada kedavra!"

*

Voldemort era morto. Per la ventiseiesima volta quel mese era stato ucciso prima di mettere le mani sul prezioso spray. Tornò spirito, e si avviò verso casa ad aspettare che Codaliscia ripetesse il rito per riportarlo in vita. Nel frattempo, per qualche motivo noto solo alla Rowling, Voldemort aveva ripreso una forma fisica diventando una specie di bambino deforme.

Verso sera tornò anche Codaliscia che, prevedendo che il suo padrone sarebbe morto di nuovo, era andato a recuperare tutti gli elementi utili per l'incantesimo.

"Allora, Codaliscia," ricapitolò Voldemort, "per il procedimento ci serve, un pezzo di papà..."

"Abbiamo rubato direttamente la tomba per comodità."

"Ah, sì, è vero. Ecco cos'era quella lapide sotto il letto. Poi ci serve il sangue di Harry Potter..."

"L'ho preso poco fa."

"Molto bene. Poi, poi, poi... C'era qualcos'altro che serviva e che non mi ricordo mai."

"Padrone..." disse con voce supplichevole.

"Ah, già, ci serve un tuo pezzo. Oh, e non ti preoccupare, eh! Lo rimpiazzerò con una parte uguale ma fatta d'argento. All'ultima moda!"

"Padrone, io ormai sono già tutto fatto d'argento..."

"Oh, no, mio caro, carissimo Codaliscia. C'è ancora una parte che potremmo usare."

"Ma quella parte mi serve, padrone."

"Oh, ma d'argento sarà molto meglio. Farai impazzire le ragazze... O le topine quando ti trasformi in ratto. Insomma, non mi interessano i tuoi gusti sessuali, maledetto deviato! Che schifo."

"Ma padrone..."

"Dio mio, conoscevo un tizio che si trasformava in mantide. Ci credi? Quelli devono fare delle cose veramente zozze. E poi anche se era maschio si trasformava in una mantide femmina! Certo che i maghi di questi tempi fanno proprio robe strane. Eh, ma quando c'era lui. O meglio: quando c'ero io! Ahahah. Già, già. Mi ricordo quando ero giovane che tutti andavano dietro alle ragazze più carine, come dei poveri sfigati. Ma io no. Sai perché Codaliscia? Perché io seguivo gli insegnamenti di mio padre che mi diceva 'Tom, qualunque sfigato è capace di sottomettere una donnicciola. Ma tu sarai un vero uomo e per questo dovrai abituarti a sottomettere altri uomini rudi.' Eh, già. Ricordo ancora quella volta con Sandrone, quel camionista zoppo e mezzo cieco. Ricordo la sensazione dei sedili in pelle, l'odore rancido delle lattine di birra mezze vuote lasciate nel bauletto, il contatto del suo petto villoso..."

"No, padrone, la prego! Accetto di tagliarmi tutto quello che vuole, la prego!"

Ma Voldemort non ascoltava più. E per Codaliscia l'incubo era appena cominciato.

Harry Potter e il Criceto MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora