Prologo

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"L'amore può trasformare una persona.

Grazie a te so chi ero."

(Cit. Il vincitore è solo. Paulo Coelho)



Prologo.

Erano ormai tre giorni che Arthur, Merlin e i cavalieri mancavano da Camelot ed ancora non avevano trovato traccia di quei druidi nomadi che cercavano.

Quella sera Arthur e Merlin rimasero fino a tardi a parlare del più e del meno che non si accorsero del pericolo imminente.

Il giovane mago avrebbe voluto confessare i suoi sentimenti e i suoi poteri al principe, ma nel momento in cui si convinse a farlo una sfera di luce raggiunse Arthur colpendolo in pieno petto. Merlin non ebbe nemmeno il tempo di reagire che una luce argentea avvolse il corpo del principe e nel arco di pochi minuti davanti al mago c'era una bambino di quattro anni.

I cavalieri accorsi al trambusto dell'armatura troppo grande che cadeva dal corpo di Arthur durante la trasformazione rimasero senza parole vedendo il bambino che si guardava intorno spaventato.

Merlin si riprese quasi subito, ma vedendo gli occhi del bambino riempirsi di lacrime sorrise.

Si inginocchiò davanti a lui: «Arthur, vieni qui...» allargò le braccia per accogliere il piccolo che spaventato si gettò tra le sue braccia cercando di nascondersi. Merlin con dolcezza lo avvolse in un caldo abbraccio sollevandolo da terra senza fatica, indeciso osservò l'armatura a terra scosse per un attimo la testa e con un incantesimo aprì il suo zaino infilandoci dentro ogni pezzo di essa.

Terminato quel piccolo lavoro si rivolse ai cavalieri: «Dobbiamo rientrare subito a Camelot. I druidi sono stati furbi hanno colpito Arthur senza che potessimo agire e fare qualcosa per evitarlo»

«Merlin, tu non hai avvertito niente?» gli domandò Lancilotto.

«No. Era per questo che non volevo entrare in questo luogo, la magia è troppo forte qui e loro lo sapevano. Non conoscendoli ne conoscendo il loro...» si interruppe per un attimo cercando un modo per spiegare il tutto, ma fu Gawain a completare la sua frase: «Non conoscendo il possiamo dire profumo della loro magia, non hai potuto proteggere Arthur»

Il mago a quelle parole annuì stringendo a sé il piccolo Arthur accarezzandogli la schiena per farlo rilassare e calmare convincendolo coi i suoi gesti di essere al sicuro.

Sapeva bene, però, che per quel casino ci sarebbe passato lui agli occhi di Uther e la cosa non lo entusiasmava proprio per niente, per questo motivo una volta tornati a Camelot doveva trovare un rimedio e far tornare il principe alla sua vera età.

Lancilotto notando il suo sguardo perso disse: «Non ti preoccupare, Merlin. Non ti lasciamo da solo. Diremmo al re che Arthur ha lottato con coraggio, ma che i druidi erano più forti e ci hanno messo in difficoltà»

Arthur tremava tra le sue braccia per questo decise di dedicarsi a lui, ma prima si rivolse ai cavalieri: «Vorrei che prendesse voi il comando fino a quando non saremmo al sicuro tra le mura del castello»

I cavalieri annuirono e mentre preparavano le cose per rimettersi in viaggio al sorgere del sole, lasciarono che Merlin si prendesse cura di Arthur.

Il giovane mago vedendo che sotto le sue carezze Arthur si era addormentato lo avvolse nel mantello che componeva la sua armatura e lasciò che dormisse serenamente. 

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