Capitolo 6.

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Capitolo 6.

Il giovane mago era stato svegliato nel cuore della notte da Arthur che aveva aperto gli occhi urlando spaventato.

Era notte fonda e Merlin stringeva tra le braccia il piccolo Arthur che dormiva serenamente.

Il bambino, però, si svegliò urlando nel cuore della notte.

Il giovane mago aprì gli occhi e con la magia accese la candela poco distante: «Arthur, cos'è successo?» era preoccupato.

Il bambino non smetteva un attimo di piangere per questo decise di prenderlo in braccio stringendolo con dolcezza contro il suo petto accarezzandogli la schiena: «Va tutto bene. Non importa se non vuoi parlarne, ma ti farebbe bene»

«Era tutto buio...» disse Arthur, il giovane mago gli sorrise asciugando le sue lacrime con un bacio: «Non bisogna aver paura del buio. Non c'è niente da temere»

«Mi chiamavano e correvo...» aggiunse ancora lui, Merlin sorrise e gli domandò: «Sai chi era a chiamarti?» il bambino scosse la testa per un attimo, ma poi sommessamente aggiunse: «Era una donna»

Merlin sgranò gli occhi sorpreso e sentì il cuore perdere alcuni battiti: quella che chiamava Arthur era la madre morta tempo prima.

Arthur non la conosceva, non sapeva com'era la sua voce, ma aveva la sensazione che in qualche modo fosse rimasta impressa nella parte più profonda della mente del principe.

Con dolcezza strinse un po' di più a sé il bambino: «Arthur, va tutto bene. Nessuno ti farà mai del male e nemmeno quella persona nel buio vuole farti del male. Cerca di riposare adesso» si distese meglio sul letto e lasciò che Arthur si accoccolasse sul suo petto come un piccolo gattino.

Dopo quel momento di spavento Arthur si addormentò nuovamente, dopo aver spento la candela Merlin rimase per diversi minuti ad osservare il buio attorno a lui, ma poi il sonno lo avvolse nuovamente.

La mattina dopo il giovane mago si svegliò presto, ma non si mosse il piccolo Arthur stava ancora dormendo sul suo petto e non voleva svegliarlo per questo motivo rimase disteso ancora un po'.

Arthur si svegliò solo un ora dopo e si passò una mano sugli occhi cercando di capire cosa fosse successo, ma quando si accorse di essere disteso sopra Merlin si spostò imbarazzato.

Il giovane mago si mise seduto e gli scompigliò i capelli: «Tranquillo, Arthur. Non sentirti in imbarazzo, capita di avere degli incubi e di voler stare più vicino a qualcuno con il quale ti senti protetto»

«Non sono strano?» gli domandò lui tristemente.

«No. Sei solo molto tenero» rispose Merlin sorridendogli con dolcezza.

Arthur si riavvicinò a lui e gli posò un bacio sulla guancia: «Ho fame, Merlin»

il giovane mago sorrise: «Allora andiamo a mangiare»

Prima che potessero lasciare la stanza qualcuno bussò alla porta.

Merlin perplesso andò ad aprire e si trovò Uther davanti seguito da Morgana, il sovrano teneva tra le mani un vassoio con la colazione per il figlio.

«Arthur, indovina chi c'è?» gli domandò il giovane mago.

«Chi c'è?» gli chiesa a sua volta il bambino.

Merlin si fece da parte per far passare il sovrano e la figlia, Arthur che stava seduto sul letto mettendosi le scarpe sorrise felice: «Buongiorno!»

«Arthur, vieni a mangiare» disse semplicemente Uther.

Il bambino annuì e scese dal letto per raggiungere il padre e la sorella a tavola, Merlin lo aiutò a sedersi sorridendo tranquillamente, una fitta di dolore gli percorse il braccio, Arthur lo osservò per un attimo e gli prese la mano: «Senti ancora male?» la voce preoccupata del bambino lo fece sorridere, ma il giovane mago optò per una mezza verità: «No, Arthur. Mangia pure la tua colazione»

«Ma...» fece per dire qualcosa, ma Merlin scosse la testa sorridendogli.

Arthur iniziò a mangiare, ma non perse di vista il ragazzo dai capelli corvini.

Uther li osservava attentamente, vedeva in loro uno strano legame.

Merlin attese seduto sul letto che Arthur terminasse di mangiare massaggiandosi lentamente la spalla per far passare almeno un po' l'intorpidimento al braccio.

Quando Arthur terminò di mangiare si avvicinò a Merlin prendendolo per mano: «Andiamo a farti medicare il braccio?» il giovane mago sorrise e lo prese in braccio abbracciandolo con dolcezza: «Non mi va. Voglio solo coccolarti»

«Io non voglio le coccole!» esclamò il bambino posando le mani contro le sue spalle, Merlin chiuse un occhio mordendosi il labbro.

Arthur spostò la mano: «Ti ho fatto male! Visto!»

«Va bene andiamo a farmi medicare» disse lui vedendo le lacrime riempirgli gli occhi.

Uther e Morgana incuriositi li seguirono e quando varcarono la soglia delle stanze del cerusico osservarono quello che Arthur fece, infatti, il giovane principe aveva costretto Merlin a sedersi e togliersi la maglia.

Iniziò a sfilargli le bende mentre il cerusico preparava l'unguento da applicarci sopra e glielo portava, perplesso Uther gli domandò: «Gaius, com'è che Arthur sta medicando la ferita di Merlin?»

«Sire, Arthur si è offerto da solo di medicare la ferita al ragazzo» rispose il vecchio cerusico.

Il sovrano nonostante tutto rimase sorpreso di vedere con quanta cura il figlio si occupasse del ragazzo dai capelli corvini.

«Papà, mi aiuti?» la richiesta del bambino lo sorprese e gli si avvicinò: «Cosa vorresti che facessi?»

«Devo bendarla e non so come fare» ammise il bambino.

Merlin gli sorrise con dolcezza: «Arthur, può farlo Gaius»

«No! Lo faccio io!» esclamò il bambino sorprendendo ancora di più il giovane mago.

«Come desideri, Arthur» rispose lui a quella sua esclamazione.

Con calma Merlin assecondò ogni movimento che il principe stava facendo per medicargli la ferita.

Poco dopo Arthur gli aveva fatto una medicazione molto resistente e ne rimase davvero sorpreso perchè anche il sovrano si era adoperato per aiutare il bambino in quel compito.

Arthur scese dalle gambe del mago che con calma indossò nuovamente la maglia.

Merlin sorrise e si inginocchiò davanti al bambino accarezzandogli il volto: «Grazie, Arthur» il bambino sorrise felice ed esclamò: «Andiamo a giocare?»

Il giovane mago sorrise e annuì, ma prima prese qualcosa da mangiare mentre giocava con il piccolo principe. 

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