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Sollevai il viso talmente veloce che temetti il mio collo si rompesse. Sopra di me un cielo di un blu fiordaliso ricopriva il paesino, con delle nuvole più scure che ne decoravano la superficie. Verso la parte in cui era tramontato il sole riuscivo ancora a vedere delle leggere sfumature più chiare, quasi tendenti al blu indaco, ma in quel momento la mia preoccupazione non era il cielo, bensì tornare al castello il prima possibile sperando che i miei nonni non si fossero preoccupati troppo o peggio ancora; chiamato mio padre. L’ultima cosa che voglio è un padre preoccupato.
Le mie gambe presero a muoversi velocemente, quasi come se fossero in ansia, ma quello in ansia ero io.
Per mia fortuna, una volta tornato a “casa” non ricevetti nessun rimprovero e la cosa mi confuse un poco, ma di certo non mi dispiacque, anzi, mi accolsero con un sorriso dolce e con una cena appena pronta, come se non fossi stato tutto il giorno fuori senza dar notizie. Se il salto temporale che mi ha fatto perdere un’intera giornata in qualche secondo non mi aveva scioccato del tutto, questa cosa di sicuro lo aveva fatto; ho sempre vissuto in un ambiente famigliare abbastanza severo in cui il mio carattere non fa altro che peggiorare la situazione. Copri fuoco ad orari improponibili, aspettative troppo alte a scuola e sulla scelta degli amici.. un po’ come una prigione ed io da “bravo figlio” non faccio altro che infrangere queste regole. Dire che ho imparato parkour da solo per scappare e uscire coi miei amici è dir poco e che dire di loro, sono molto divertenti e i miei genitori diciamo che li odiano o per meglio dire, mia madre. Mio padre non sarebbe nemmeno male se solo non si facesse comandare a bacchetta da quella donna che chiama “amore”, meglio soprannominata dai miei amici “il dittatore”. Penso proprio che mi abbia mandato qui per stare lontano da loro, come quando si mandano le persone ai centri di riabilitazione, la differenza è che in questo caso non devo disintossicarmi dalle droghe, ma dai miei amici.
Un’ottima mossa devo dire, ma la fortuna non deve essere a favore di mia madre dato che il mio telefono (stranamente) prende anche fin qui e posso tenermi in contatto con loro per tutta l’estate dove sarò costretto a stare coi miei nonni, che in quel momento mi stavano chiamando per la cena.
Inutile dire che la cucina di mia nonna era qualcosa di magnifico, nulla in confronto a mia madre, se sarà così per tutta l’estate non posso far altro che godermela, quasi è meglio della mia vita in città.
Finito di mangiare mi diressi nella mia camera, naturalmente non prima di aver dato un’occhiata al ritratto del ragazzo misterioso, chiamatosi anche Mark.
Arrivato a destinazione mi buttai sul letto e presi il telefono. 10:37. Avevo ancora tempo per videochiamare il mio migliore amico Lee Jeno; un idiota rubacuori, soprannominato anche eyesmile, ma era okay, anche perché in caso contrario non sarebbe stato il mio migliore amico.
Aspettai qualche secondo prima che il suo viso comparve sul mio schermo, col suo solito sorriso da ebete. “Donghyuck!! Come stai amico?” “Tutto bene dai.. tranne il fatto che la casa dei miei nonni si è rivelata un castello- “SUL SERIO??” e che si trova in un paesino di si e no 100 abitanti, nessun adolescente” “Cacchio amico.. sarà proprio dura eh?” “Esatto, quindi mettiti comodo, perché ogni giorno dovrai sentire le mie lamentele e consolarmi” riuscii a sentire Jeno sbuffare divertito prima di lasciarsi sfuggire una leggera risata “Va bene Va bene… allora, raccontami.. com’è il castello??” ora era il mio turno di sbuffare divertito. Il resto della conversazione fu un continuo lamentarsi da parte mia e dall’altra parte Jeno non faceva altro che ridere per la mia situazione, questo non appena gli accennai la parte riguardante la sera scorsa e l’incubo. ti giuro Jeno.. mi sento come se qualcuno mi stesse guardando, ho anche sentito come un respiro sul mio collo.. devo essere impazzito.” “Hyuck.. sarà solo uno spiffero d’aria dai.. quel castello avrà per lo meno mille anni.. e per quanto riguarda l’incubo non penso tu debba preoccuparti.. sarà dovuto all’ambiente nuovo.” “Penso che questa sia l’unica cosa intelligente che ti sia mai uscita dalla bocca in tutti gli anni in cui ti conosco..” “Ouch.. questa potevi anche rispar- CRASH
Un rumore proveniente dal corridoio interruppe Jeno e mi tolse qualche battito. Guardai lo schermo del mio telefono. Jeno mi guardava, immobile, la bocca ancora aperta. 01:20. Era oramai notte.
“C-cosa è stato Hyuck?” “Non lo so.. ma non voglio scoprirlo Jeno.. proprio no..” e proprio mentre stavo finendo la frase un altro rumore identico al precedente rimbombò nel corridoio, questa volta più vicino. “Jeno...” “Hyuck tranquillo che alla fine sarà solo un topo..” “Sì.. un topo..” CRASH … riuscivo a sentirlo chiaramente ora. Era un quadro che veniva sbattuto contro un muro. CRASH era a pochi metri dalla porta, si stava avvicinando sempre di più, ne ero consapevole.
Poi, un attimo di pace, ma ciò non fece altro che peggiorare la situazione.
Riuscivo a sentire il mio respiro e quello di Jeno farsi più pesante. Lui mi guardava, incapace di fare altro. Io lo guardavo, incapace di distogliere gli occhi dallo schermo e posarli su qualcosa di poco piacevole.
Una luce improvvisa entrò dalla finestra ed un boato lacerò il silenzio che si era creato. Guardai verso la finestra, ma non stava piovendo. Un altro lampo di luce illuminò la stanza, ma c’era qualcosa che non andava con la finestra, c’era… una persona, la stessa del sogno, che mi stava guardando.
Non feci in tempo a vedergli il volto che il lampo di luce sparì e la finestra si spalancò come la notte precedente. Le mie gambe si mossero veloci come mai avevano fatto. Scappai dalla stanza senza nemmeno chiudere la chiamata con Jeno, troppo preoccupato a trovare un nuovo nascondiglio.
Continuai a correre senza sosta e meta, se non fosse stato per le finestre ai lati del corridoio sarei stato completamente al buio.
Stavo quasi per perdere la speranza fino a quando non vidi una porta che segnava la fine del corridoio. Senza esitare vi entrai e sbattei la porta dietro di me.
Ciò che vidi mi fece dimenticare il perché io stessi correndo.

// Il capitolo di oggi è stranamente lungo... Godetevelo
Vorrei sapere se vi sta piacendo la storia.. c:
~moon🌙

»Ghost - MarkHyuk«Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora