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Ero finito in un’enorme sala dalla pianta circolare, probabilmente un tempo era usata per feste o per accogliere ospiti molto importanti, data la sua immensità e cura dei dettagli.
Una finestra percorreva gran parte della parete alla mia sinistra facendo entrare i raggi della luna che illuminavano l’ambiente solo parzialmente rendendolo incantevole alla vista, quasi magico oserei dire. Alla mia destra invece si trovava un’enorme dipinto o almeno, quello che ne rimaneva; la tela era in condizioni pessime, come se qualcuno le avesse appiccato fuoco e le figure su di essa erano irriconoscibili, riuscivo giusto a vedere un leggero accenno di verde, ma nulla di più. La cosa mi lasciò un po’ confuso, quasi spaventato, ma tutte le preoccupazioni sparirono non appena i miei occhi si posarono su un elemento della stanza che a primo impatto doveva essermi sfuggito; un bellissimo pianoforte* illuminato dalla luna spiccava al centro della sala. Nonostante io non abbia mai suonato o persino toccato un pianoforte, essi riuscivano a farmi provare emozioni che non sapevo nemmeno di avere e certe volte mi ritrovavo ad ascoltare persone a me sconosciute suonare quel bellissimo strumento creando una melodia che in molte notti ha curato la mia insonnia e mi ha fatto addormentare con un sorriso sul volto.
Ad interrompere i miei pensieri fu una voce molto familiare e solo in quel momento mi accorsi di non aver mai interrotto la videochiamata con Jeno.
“Jeno? Jeno mi senti? Non puoi immaginare in che posto sono finito!” “Dong- ….-hyuk … mi...se- … -nti… ...hyuk?” l’immagine e l’audio andavano a scatti, a malapena riuscivo a capire cosa stesse dicendo, quando d’improvviso la chiamata si concluse lasciandomi davanti uno schermo completamente nero. Aspettai qualche secondo per riaccenderlo. 01:48. Non c’era segnale.
Uno sbuffo uscì dalle mie labbra mentre mi incamminavo verso il pianoforte, ma non lo suonai, i miei polpastrelli scorrevano delicati sui tasti raccogliendo la polvere che si era accumulata nel passare degli anni in cui non era stato utilizzato.
Nel giro di qualche secondo mi ritrovai davanti alla finestra i miei occhi si fecero subito più pesanti, incominciai a vedere sfuocato e le gambe presero a tremare. Era come se tutto lo spavento e lo sforzo di qualche minuto prima si stessero facendo sentire tutti insieme.
Le mie ginocchia cedettero e la mia spalla andò ad appoggiarsi al vetro della finestra e poi vidi tutto nero.
Dopo un lasso di tempo indefinito venni svegliato da una melodia leggiadra come quella di un pianoforte. I miei occhi si spalancarono e mi ci volle un minuto intero affinché essi si abituassero alla luce.
Lentamente mi girai nella direzione da cui proveniva la melodia e a quella vista rimasi pietrificato; c’era qualcuno che stava suonando il pianoforte, ma non riuscivo a vedergli il volto dato che era di spalle e il quadro appeso al muro era in ottime condizioni, come se fosse appena stato fatto.
Un po’ reclutante mi alzai e a piccoli passi mi avvicinai alla persona e quando mi trovai a pochi centimetri di distanza portai la mia mano sulla sua spalla, per richiamarlo, ma essa gli passò attraverso, come se fosse un ologramma. Ci riprovai più volte, ma niente, era inutile. Non potevo toccarlo.
La mia attenzione si spostò sulle mie mani che in quel momento non la smettevano di tremare, il mio respiro si stava facendo man mano più irregolare, ma un rumore improvviso mi fece indietreggiare spaventato. La persona che avevo cercato invano di toccare si stava alzando dallo sgabello e non appena si girò smisi inconsciamente di respirare.
“Mark Lee?”
Continuai a non ricevere nessuna risposta.
Feci appena in tempo a guardarlo in faccia che mi oltrepassò, come se fossi fatto d’aria e di nuovo le sensazioni che avevo provato nel vicolo presero possesso del mio corpo, era come se quel ragazzo fosse un concentrato di rabbia, stress e tristezza, ma dell’ultima non ne ero molto sicuro.
Non appena mi resi conto di ciò che era appena successo mi girai di scatto, ma nell’esatto istante in cui mi girai lui sbatté la porta alle sue spalle e divenne tutto nero.

*(In realtà il pianoforte è un clavicembalo but Donghyuk è ignorante e non lo sa)

Only for u aliponti07(Mi scuso se ci sono degli errori ma non ho proprio voglia di controllare di nuovo (•_•) )~moon🌙

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