••°Quarto Capitolo°••

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"America..finalmente, a scuola come è andata?"

 Era mia mamma che mi stava aspettando davanti alla porta. Quella donna ormai mi sorpendeva sempre di più..e forse era arrivato il momento di incominciarmi a preoccupare..

"Uhm..benissimo, direi. Voglio dire, niente in particolare."
"Ottimo. Ed Echo l'hai rivista?"
"Si, l'ho rivista. Sta benissimo." Sfoggiai uno dei miei più grandi sorrisi, sperando di poter andare via. Stavo salendo le scale, c'è l'avevo fatta, quando..
"Uhm..America?"

E che cazzo. Mi girai "Si?"

Non chiedere della danza, non chiedere della danza.."La danza? Voglio dire hai intenzione di continuare?" Ecco fatto.

"Certo. Non dimenticare che abbiamo coreografie da montare e uno stage da preparare..quindi non posso mancare neanche una volta."

"Oceano cara, non mi dirai che vuoi anche fare quel maledetto stage?!"

Odio quando parlava così. Chi cazzo era? Mia nonna? Mi ricordava la matrigna di Cenerentola.."Non hai sentito per caso? Io lo farò. Io devo farlo. Non mi puoi impedire di vivere i miei sogni, e se non riesci a condividerli con me..bene. Vuol dire che non ne farai parte."

"Bene, hai ragione. Chi sono io per impedirti di sognare?"
"Cioè, tu..stai dicendo..davvero?"
"Davvero."

Sfoggiai un sorriso a trentadue denti e corsi subito in camera mia. Chiusi la porta dietro di me e con un salto mi distesi sul letto, con la faccia rivolta verso il tetto a guardare il nulla. Mi infilai le cuffie nelle orecchie e i miei pensieri vennero accompagnate dolcemente dalla melodia di "All of the stars" di Ed Sheeran. Dio quanto amavo quella canzone. Era la mia perfetta metà e se avrei potuto farlo, me la sarei sposata. Mi sare sposata una canzone. Perchè non c'è niente che ti può descrivere, emozionare e completare come una canzone. Mi alzai dal letto e mi guardai tutta la mia camera, e poi vidi lo specchio. Mi misi lì davanti. Perchè non riuscivo a sentirmi bella? Io non ci riuscivo. Un giorno mi sarei voluta svegliare e, mettendomi davanti allo specchio avrei voluto avere la stessa autostima di moltissime ragazze. Invece no. La mattina mi svegliavo e non volevo proprio guardarmi. Ero un disastro. Magari avevo la pancia piatta..ma avevo delle cosce enormi. A volte esprimevo questi miei pareri con mia madre, e come tutte le mamme del mondo, non faceva altro che ripetermi che non lo erano per niente. Il fatto è che le mamme non sono veritiere verso le loro figlie. Insomma, non prendiamoci in giro. Quante troverebbero il coraggio di dire alle loro figlie che sono grosse o che anno le cosce grosse? Nessuno. E con questo ho detto tutto. Mentre continuavo a guardare lo specchio, vidi riflesso il mio zaino. Mi ero completamente dimenticata della lettera..e avevo troppa curiosità. Corsi verso lo zaino ed estrassi la lettera. Era di un colore panna e profumava di cannella. Amavo quell'odore già da piccola. L'aprì e, nel foglio, c'erano pochissime parole e una firma. Anonima.

Piccola principessa, un giorno verrò da te..ci incontreremo e scoprirai tutta la verità.
                                        - Anonimo

Ora la lettera era a terra e il mio volto, riflesso sullo specchio era impietrito. Senza nessuna espressione. Proprio come quello di mia madre...

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