••°Sesto Capitolo°••

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Ancora con il fiatone, vidi la mia casa in lontananza..mi girai un'ultima volta quando mi accorsi che il gruppo di ragazzi non c'era più. Ma questo non mi fece fermare..sapevo che, fino a quando ero ancora fuori casa, non ero al sicuro. Non avevo la minima idea di che cosa volevano quei ragazzi da me..e non lo volevo neanche scoprire. Non avevo visto il loro volto, non erano tantissimi..(potevano essere tre) e non sapevo neanche se erano maschi o femmine..avevano il cappuccio nero e questo era tutto quello che ero riuscita a vedere. 

Sentivo le lacrime sulla superficie degli occhi, ma non volevo piangere..non davanti a mia madre o a mio fratello. Aprì lentamente la porta di casa, cercando di non fare rumore..quando vidi mia madre in salotto con una piccola lucina accesa e un libro in mano. Lei amava leggere ed era, molto probabilmente, l'unica cose che avevamo in comune. 

"Mamma, che ci fai ancora sveglia? Non c'era bisogno di aspettarmi.."

"America cara, non avevo la minima intenzione di aspettarti. Sapevo che avresti fatto tardi..ma oggi ho comprato un nuovo libro e, diciamo che mi sono fatta prendere un pò la mano."

"Tu dici?.."mormorai..non avevo tanta voglia di discutere con lei. "Vado a dormire, domani ho scuola." dissi..cercando di controllare la mia voce, e di non farla tremare.

"Vai pure, fra un pò vado anche io."

Andai in cucina, mi riempii un bicchiere d'acqua per calmarmi e andai di corsa in camera mia. Sprofondai la testa nel cuscino e buttai fuori tutte le lacrime. Non sapevo cosa stava succedendo e se stava succedendo qualcosa..ma tutto questo era così strano...Prima la lettera e poi questi ragazzi che si sono messa a seguirmi. Avevo sentito la loro voce ma non mi suonava familiare, eppure...

Asciugandomi gli occhi, mi misi il pigiama ed ero pronta ad andare a dormire..quando sentì dei passi..era Justin. 

"Ehi, tutto apposto? ho sentito che stavi piangendo..e mi sono chiesto se stavi bene.."

"Justin, sono quasi le 5:00..vai a dormire, non ti preoccupare..sto bene."

"Sicura?"

No. "Si.."

"Ma allora, perchè piangevi? non vorrei essere così insistente, ma voglio essere solo sicuro che..."

"Justin, davvero..sto bene. Sono solo contenta di aver passato una serata con la mia migliore amica, proprio come un tempo. Tranquillo.." Sforzai un sorriso, mi alzai e lo abbraccia. Lui mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò. Ero veramente sfinita, dopo una giornata così..e l'immagine di Echo che passava a prendere Justin e poi faceva finta di niente ce l'avevo ancora in testa. Sprofondai sotto le coperte e mi addormentai di colpo. 

Ero nel bel mezzo di un sogno, quando la mia sveglia suonò..volevo morire. Avevo dormito solo due ore e mezzo e non ero psicologicamente pronta per affrontare una giornata di scuola e, subito dopo, una lezione abbastanza pesante di due ore di danza classica. Per fortuna, mi ero portata avanti con i compiti e non avevo molto da studiare. Mi alzai dal letto..pronta ad affrontare la solita routine. Finalmente pronta, andai in cucina per fare una veloce colazione, quando si svegliò anche Justin. 

"Buon giorno, Oceano. Scusa..ma oggi non posso proprio accompagnarti."

"Tranquillo, andrò a piedi..scommetto che ormai Echo sarà già partita." Abbozzai un sorriso, presi una mela e uscì di casa. Andare a scuola da sola di mattina non mi dispiaceva così tanto..anche dopo che era successa quella cosa. Il giorno non mi spaventava poi così tanto come la notte. Finalmente, dopo cinque minuti, ero arrivata..e fuori mi stava aspettando proprio lei..Echo.

"Buon giorno, raggio di sole."

"Giorno, Echo" le dissi, abbracciandola. 

"Come è andata ieri? Scusa se mi sono ubriacata..e me ne sono andata con dei miei amici lasciandoti da sola. Mi dispiace davvero.."

"Tranquilla..anche se poteva andare meglio. Adesso devo andare in classe..ti racconto a pranzo."

"Ma ancora la campanella non è suonata..abbiamo ancora un pò di tempo prima che..

"Si, lo so..ma, ecco...devo controllare una cosa prima che arrivi la professoressa."

"Sarà..anche se non credo che..."

Le sorrisi. "Devo andare..ti racconto tutto a pranzo." le diedi un bacio e me ne andai.

Aprì la porta del bagno ed entrai. Non dovevo andare in classe..ma avevo solo bisogno di pensare. Pensare a quello che era successo il giorno precedente e a quello che avrebbe raccontato ad Echo. Non voleva affrontare l'argomento con Justin..poteva essere tutto uno sbaglio..Si stava sciaquando la faccia..quando sentì la porta chiudersi. C'era un'altra ragazza, con il cappuccio in testa, che si stava avvicinando..non l'aveva mai vista. Andò a lavarsi le mani e, rivolgendo il suo sguardo ad America, le rivolse un sorriso. Prese un biglietto e glielo passò..dopo di ciò, uscì. Sul bigliettino c'era scritto:

-Posso essere una buona amica, nel momento del bisogno. Oceano.

Strano..solo le persone più strette sapevano il suo soprannome. Non riusciva a capire che cosa significava il bigliettino..nè chi era quella ragazza. Stava ancora cercando di capire quando la campanella suonò.

Le ore di lezione passarono velocemente..ed era già arrivata l'ora id pranzo. Entrai nella mensa e diedi un'occhiata veloce ai tavoli, dove scorsi Echo in un tavolo. Era da sola e la stava aspettando. Con un vassoio e un pò di cibo, andai da lei, facendole un sorriso. Lei rivolse il sguardo  in alto e  la vide. America prese posto e le raccontò tutto. In un'amicizia non ci potevano essere segreti. Rimase sconvolta, soprattutto quando le raccontai dei ragazzi che la seguirono. Dopo un pò di silenzio..Echo prese parola.

"Mi sento talmente in colpa per quello che ti poteva succedere ieri sera.."

"Echo, stai tranquilla. Non mi è successo niente, questo è l'importante."

"No che non lo è!. Ti ho lasciata da sola..alle 4:30 del mattino. Sono un'amica orrenda.."

"No che non lo sei. Sei la mia migliore amica, non c'è bisogno che ti senta in colpa. Non devi esserlo, e poi..è passato tutto."

Ci abbracciammo e la mattina non poteva concludere in un modo migliore...o forse mi sbagliavo. 

••°Fly Away°••Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora